Caffè con prenotazione obbligatoria In Veneto una stretta sull'asporto
Con la recente ordinanza firmata dal governatore Zaia, non ci si può presentare al bar per ritirare cappuccino e brioche in libertà, pur in fila, con mascherina e a distanza di sicurezza. Una retromarcia che fa discutere
04 maggio 2020 | 12:58
Bar, via libera da oggi all’asporto, attenendosi alle regole che codificano la sicurezza e in base alle direttive indicate sia nei decreti ministeriali sia nelle ordinanze regionali. E proprio questa in Veneto è stata la nota dolente. Con un'ordinanza firmata ieri, 3 maggio, dal governatore Zaia, non ci si può presentare al bar per ritirare cappuccino e brioche in libertà, pur in fila, con mascherina e a distanza di sicurezza. Ci vuole la prenotazione, obbligatoria.
All’Appe-Associazione provinciale pubblici esercizi di Padova sono sconsolati. «Un provvedimento sinceramente poco comprensibile – ha dichiarato a Il Gazzettino il segretario Filippo Segato – Dopo giorni in cui il presidente Zaia continuava ad affermare che le attività, se fosse stato per lui, sarebbero già aperte, e dopo che già da una settimana il Governo aveva dato il via libera alla vendita per asporto senza prenotazione, non ci saremmo mai aspettati il rinnovo dell’obbligo di prenotazione. Ci chiediamo quale sia la differenza tra l’andare a fare la spesa al supermercato o tra i banchi del mercato, dove si può andare liberamente senza prenotazione, e andare al bar a prendere un panino. Contiamo che il governatore possa presto riconsiderare la sua decisione».
Una vera doccia fredda, perché, secondo i dati comunicati da Appe, ci sono centinaia di pubblici esercizi che erano pronti a riprendere il lavoro e si erano organizzati per fornire un servizio di asporto in sicurezza. Avevano preparato i locali seguendo i protocolli, richiamato i dipendenti e fatto approvvigionamenti. La prenotazione obbligatoria mette un bel freno.
Il timore a monte dell’ordinanza è che il via libera possa essere interpretato come un liberi tutti. «Questa non è la fase in cui ci si rilassa – ha puntualizzato Andrea Micalizzi, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Padova – Anzi, a casa si stava più al sicuro dal contagio; il difficile viene adesso, la sfida con il virus è ora in strada, in campo aperto. È qui che dobbiamo fare attenzione».
Per informazioni: www.appe.pd.it
Asporto con prenotazione obbligatoria in Veneto
All’Appe-Associazione provinciale pubblici esercizi di Padova sono sconsolati. «Un provvedimento sinceramente poco comprensibile – ha dichiarato a Il Gazzettino il segretario Filippo Segato – Dopo giorni in cui il presidente Zaia continuava ad affermare che le attività, se fosse stato per lui, sarebbero già aperte, e dopo che già da una settimana il Governo aveva dato il via libera alla vendita per asporto senza prenotazione, non ci saremmo mai aspettati il rinnovo dell’obbligo di prenotazione. Ci chiediamo quale sia la differenza tra l’andare a fare la spesa al supermercato o tra i banchi del mercato, dove si può andare liberamente senza prenotazione, e andare al bar a prendere un panino. Contiamo che il governatore possa presto riconsiderare la sua decisione».
Una vera doccia fredda, perché, secondo i dati comunicati da Appe, ci sono centinaia di pubblici esercizi che erano pronti a riprendere il lavoro e si erano organizzati per fornire un servizio di asporto in sicurezza. Avevano preparato i locali seguendo i protocolli, richiamato i dipendenti e fatto approvvigionamenti. La prenotazione obbligatoria mette un bel freno.
Il timore a monte dell’ordinanza è che il via libera possa essere interpretato come un liberi tutti. «Questa non è la fase in cui ci si rilassa – ha puntualizzato Andrea Micalizzi, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Padova – Anzi, a casa si stava più al sicuro dal contagio; il difficile viene adesso, la sfida con il virus è ora in strada, in campo aperto. È qui che dobbiamo fare attenzione».
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