Si può cacciare un cliente dall'all you can eat perché mangia troppo?

In un ristorante statunitense una tiktoker si è vista interrompere le ordinazioni perché accusata di mangiare troppo. Quanto avvenuto sembra un paradosso, considerando la formula del locale. È davvero un controsenso?

02 novembre 2023 | 13:25

Ha fatto discutere e sta facendo discutere quanto avvenuto solo pochi giorni fa. Un episodio registrato negli Stati Uniti capace di sorvolare l'oceano e attirare la curiosità della cronaca anche qui da noi. Che cosa è successo? A una tiktoker (nota per le sue sfide a tema cibo), recatasi in un ristorante all you can eat, è stato impedito di continuare a mangiare dopo 4 ore e mezza di ordinazioni continue di nuove portate.

Di fatto un paradosso, se pensiamo che la formula dell'all you can eat (che da qui in avanti abbrevieremo cme ayce) significhi, letteralmente, "tutto ciò che puoi mangiare". E nonostante stesse mangiando molto, troppo, seppur non per fame ma per un contenuto per il suo TikTok, il pranzo no limits della creator è stato interrotto dal personale del locale. Personale che le ha sì permesso di rimanere al tavolo (quindi non è stata cacciata dal ristorante), ma non accettando più le ordinazioni. «Stai mangiando troppo», le avrebbero detto, «Ho pagato per l'all you can eat e mangio quanto voglio», avrebbe risposto la cliente. Ma niente da fare.

Tralasciando il discorso prettamente legato alla motivazione delle ordinazioni no limits (per l'appunto, quella di creare un video per i suoi social, approfittandosi della formula del ristorante), si può cacciare qualcuno da un ristorante ayce proprio perchè sta mangiando tutto ciò che riesce a mangiare? Estendendo il discorso in linea più generale, nei limiti del buon senso si rischia di poter incorrere in una situazione simile? L'abbiamo chiesto al team di A Cena con Diritto, formato da esperti di diritto della ristorazione.

Cacciata dal locale all you can eat perché mangiava troppo: un controsenso

«La filosofia dell'all you can eat si basa proprio sul pagamento di una cifra fissa potendo poi mangiare cibo in quantità illimitata - si specifica - quindi, la cacciata da locale sembra contraddire questa stessa filosofia. Dal momento che si tratta di una formula pensata per limitare gli sprechi, potrebbe essere corretto introdurre limiti alle consumazioni, a patto però che tale condizione sia chiaramente indicata nel menu, in modo tale che il cliente possa averne consapevolezza prima di ordinare e possa di conseguenza limitarsi nella scelta del cibo». Per il resto, come sempre avviene per casi così controversi, rimane comunque una questione di buon senso ed educazione. 

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Alberto Lupini


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