Bonus vacanze, avanzano 500 milioni. Gli albergatori: «Si utilizzino per aiutarci»

Federalberghi fa i calcoli di quanti fondi non sono stati erogati. Una somma ingente che farebbe molto comodo alle strutture per sistemarsi e rilanciarsi dopo i disastri generati dalla pandemia

17 novembre 2021 | 16:06

I bonus vacanze hanno fatto discutere a lungo e ora non smettono di creare divisione. Perché? Perché dei fondi stanziati ne sono avanzati oltre la metà e ora le associazioni di albergatori chiedono che quei soldi non spesi rimangano nel mondo del turismo, che soffre e ha bisogno di ossigeno per sopravvivere e, anzi, rilanciarsi.

 

Cosa è il bonus vacanze

Per inquadrare la situazione occorre riavvolgere un attimo il rullino dei ricordi. Il bonus vacanze, che cosa è? Si tratta di uno strumento che faceva parte di un pacchetto di norme per il rilancio del turismo da 4 miliardi di euro. Per il bonus sono stati stanziati 2,6 miliardi di euro; il bonus si presenta realtà come una tax credit, come aveva specificato il ministro Dario Franceschini.

Si tratta di un contributo economico fino a 500 euro da spendere in soggiorni in Italia tra villaggi turistici, hotel, campeggi, b&b e agriturismi, spendibile anche per pagamenti ad agenzie viaggio e Tour Operator. Il credito è destinato alle famiglie che hanno un Isee non superiore a 40mila euro ed è utilizzabile da un solo membro della famiglia. L’importo è erogato in base al numero dei componenti del nucleo familiare: 500 euro per chi ha un figlio a carico; 300 euro per nuclei di due persone; 150 euro per i singoli.

 

 

 

Bonus spendibile fino al 31 dicembre

 

Ora gli albergatori fanno i conti su quello che avanza perché nuovi bonus non possono essere più erogati e quelli concessi possono essere sfruttati fino al 31 dicembre (o, al limite, per un soggiorno che inizia al massimo quel giorno). Ebbene, al 17 novembre i bonus utilizzati erano 1.198.081, pari al 63,5% di quelli generati. Considerato che lo stanziamento iniziale previsto dal decreto "rilancio" era di 2,4 miliardi di euro, le risorse residue, comprensive dei buoni non spesi e di quelli non assegnati sono cospicue. Detraendo le somme "prese in prestito" per finanziare i decreti sostegni, restano in sospeso oltre 500 milioni di euro.   

 

 

 

Bocca (Federalberghi):«Fondamentale per il settore che i soldi restino alle imprese»

 

Federalberghi non ha dubbi: «Con la convinzione che si debba imparare a convivere con gli imprevisti dovuti alla pandemia - ha detto il presidente Bernabò Bocca - siamo pronti a dare il massimo per il comparto con le risorse che gli sono state destinate. La misura dei buoni vacanze, concepita specificatamente per gli hotel e non completamente utilizzata dalle famiglie italiane, ha prodotto un tesoretto di oltre 500 milioni di euro. Sarà fondamentale per il settore ricettivo che tali risorse vengano indirizzate subito alle più urgenti necessità delle nostre imprese».

 

«Per la nostra federazione - prosegue Bocca - recuperare e reindirizzare questi fondi rappresenta una priorità, proprio perché siamo consapevoli di esserne i legittimi destinatari. Con la somma non ancora utilizzata dalla misura dei buoni vacanze, sarebbe per noi essenziale finanziare due provvedimenti: l’abolizione della seconda rata Imu e la proroga del credito di imposta sugli affitti sino al 31 dicembre 2021».

«A fronte di una stagione che si presenta difficile - conclude Bocca - siamo concentrati sulla prospettiva dell’uscita dal tunnel, sperando in una sostanziale ripresa già dal prossimo anno. Abbiamo per questo necessità delle misure essenziali perché si possa procedere a passo serrato ed andare, insieme, nella giusta direzione».

 

 

Tornano gli stranieri, ma non basta per il recupero delle città d'arte

Nel frattempo, tornano i turisti stranieri. Dopo la revoca di molte restrizioni sul Coronavirus e la riapertura delle frontiere ritornano i visitatori dall'estero. Ma non sempre l'offerta è a regime. Molti hotel a Roma, per esempio, restano ancora chiusi e le famose città d’arte italiane stanno affrontando un calo delle prenotazioni di oltre il 50%. «C’è una prospettiva migliore per le destinazioni turistiche italiane, nel periodo invernale. I turisti in visita provengono principalmente da Spagna, Germania, Austria, Inghilterra e recentemente dagli Stati Uniti. Ma i turisti dalla Russia e dalla Cina, che costituiscono un importante flusso di entrate per il settore turistico, sono ancora pochi anche perché l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non ha riconosciuto i vaccini», ha affermato Giuseppe Roscioli, vicepresidente di Federalberghi, a La Presse.

 

 

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Alberto Lupini


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