Bonus ristorazione rallentato dalla burocrazia. Centinaio: «Troppi errori di compilazione»
La misura per favorire l'approvvigionamento dei prodotti Made in Italy da parte dell'Horeca è alle prese con l'esame delle domande cartacee . Ostacolo da superare con la digitalizzazione. Come proposto dal sottosegretario del Mipaaf: «Solo così l'intervento può diventare strutturale»
15 giugno 2021 | 13:05
di Nicola Grolla
Il peso della burocrazia ha costretto il ministero a istituire una task force di revisori
Detto diversamente, i soldi sono in arrivo e, anzi, 600 milioni di euro forse non basteranno per dare piena risposta a quanti hanno fatto richiesta. Eppure il cono di bottiglia è sempre uno: la burocrazia. «Abbiamo riscontrato diversi errori nelle richieste pervenute sotto forma cartacea tanto che abbiamo dovuto istituire una task force di revisori ad hoc al ministero. In alcuni casi era sbagliato perfino l'indirizzo della sede legale dell'azienda. Come se chi ha compilato la richiesta non sapesse dove lavora. Errori magari del tutto inconsapevoli ma la cui correzione richiede un lavoraccio con una serie di chiamate che impiegano diversi funzionari», racconta Centinaio.In futuro stop alle domande cartacee
In futuro, insomma, niente più carta: «Ho già fatto richiesta al ministro Stefano Patuanelli di utilizzare solo la modalità online per i prossimi progetti di questo tipo altrimenti il rischio di ingolfare la macchina come è appena successo è dietro l'angolo. Inoltre, presentarci ai cittadini in questo modo dà l'idea di uno Stato che non è pronto nemmeno per Industria 1.0».Centinaio: «Misura potrebbe diventare strutturale con il Recovery Plan»
Anche perché da aiuto per la ripartenza, il Bonus ristorazione potrebbe trasformarsi in un sostegno strutturale all'agroalimentare e all'Horeca: «Certo, costerebbe tanto ma in gioco c'è un catena del valore che lega produttore e ristoratore. Per questo, forse, l'evoluzione di questa misura potrebbe trovare posto all'interno dei progetti finanziati dal Recovery Plan. Allo stesso modo, sarebbe interessante riprendere il percorso di avvicinamento e collaborazione con il ministero del Turismo così da stringere ancora di più i legami fra ospitalità ristorativa e ospitalità turistico-alberghiera», conclude Centinaio.
La protesta di Fipe: «Inaccettabile che la burocrazia fermi gli aiuti»
Progettualità che, però, devono convincere prima di tutto i soggetti beneficiari. «Ci sentiamo presi in giro - aveva commentato in una nota di maggio la Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi - È inconcepibile che un provvedimento sacrosanto, emanato e finanziato per far fronte a una situazione di emergenza, rimanga bloccato dai ritardi burocratici. Il ministero delle Politiche agricole e Poste Italiane devono velocizzare immediatamente le erogazioni agli imprenditori che hanno acquistato materiali agroalimentari e che hanno diritto ai contributi promessi». Una posizione che ribadiva quanto già espresso dalla Federazione nei mesi precedenti. D'altronde, gli accrediti erano attesi entro la fine di gennaio quando avrebbero dovuti essere rimborsati i pagamenti dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Ma così ancora non è stato. O meglio, non per tutti. In ballo, poi, non ci sono solo i 330 milioni di euro richiesti e considerati fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19, ma anche un plafond complessivo che raggiunge i 600 milioni di euro.
Risorse che non possono essere perse e vanno subito riallocate a sostegno della filiera agroalimentare: «Migliaia di pubblici esercizi in questo momento stanno rialzando la testa ma si trovano ancora in bilico tra ripresa e fallimento. Ogni euro è prezioso, soprattutto quelli sui quali si è già fatto affidamento. Ci auguriamo che la situazione possa essere sanata quanto prima», aveva rilanciato la Fipe.
Cos'è il Bonus ristorazione
Come si legge nei documenti del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il Bonus ristorazione - voluto dall'allora ministra, Teresa Bellanova - stanzia 600 milioni di euro per l'acquisto di prodotti 100% Made in Italy. Le ristoratrici e i ristoratori possono richiedere contributi a fondo perduto per un minimo di 1.000 e un massimo di 10mila euro.A chi è rivolto
Possono accedere al contributo ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering, agriturismi e alberghi con somministrazione di cibo con i seguenti codici Ateco:- 56.10.11 (ristorazione con somministrazione);
- 56.29.10 (mense);
- 56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale);
- 56.10.12 (attività di ristorazione connesse alle aziende agricole);
- 56.21.00 (catering per eventi, banqueting);
- 55.10.00 (alberghi limitatamente alle attività autorizzate alla somministrazione di cibo).
Quali prodotti sono ammessi
I prodotti che rientrano nel fondo ristorazione sono tutti quelli acquistati con documentazione fiscale, a partire dal 14 agosto 2020 che provengono dalle filiere agricole e agroalimentari Made in Italy. Sono inclusi:- Prodotti vitivinicoli;
- Pesca e acquacoltura;
- Prodotti Dop e Igp;
- Prodotti che valorizzano la materia prima del territorio.
Come funziona
Per accedere al bonus, bisogna presentare domanda online o presso un ufficio postale, in seguito ad acquisto, con documentazione fiscale, effettuato a partire dal 14 agosto 2020. Dopo un primo controllo, sarà versato un anticipo del 90% degli acquisti effettuati, tramite bonifico di Poste italiane. Il ristoratore deve quindi presentare la quietanza di pagamento degli acquisti fatti. Al termine di questi passaggi sarà saldato anche il restante 10% del totale del contributo concesso, sempre tramite bonifico di Poste italiane.© Riproduzione riservata
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Alberto Lupini