Bollette alle stelle per gli alberghi con la Spa: senza soluzioni, c'è chi chiuderà

La paura dell'arrivo di un autunno e inverno che possa diventare troppo caldo per l'esplosione dei prezzi di energia elettrica e gas è reale. Cosa potrà succedere con l'arrivo dei primi freddi? A maggior ragione quando si parla di strutture che devono mantenere attive e riscaldate anche piscine e Spa. Da Nord a Sud, ne abbiamo intervistati alcuni

10 settembre 2022 | 05:00
di Silvia Balduzzi

Il caro bollette è un tema di grande attualità che ha aperto un acceso dibattito tra alberghi, bar e ristoranti, i quali chiedono a gran voce, ormai quotidianamente, un intervento dello Stato. A intervenire sono stati anche Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi e Fic, la Federazione italiana Cuochi che hanno chiesto un'azione immediata per moderare i prezzi delle bollette e hanno dichiarato: «Il rischio è che chiuda almeno il 10% delle imprese della ristorazione, soprattutto quelle più giovani». 

Le promesse sono tante da parte del mondo della politica, tra cui quella del ministro del Turismo Massimo Garavaglia che ha spiegato come siano in arrivo «10 miliardi contro il caro bollette». Le aspettative più grandi riguardano il nuovo Governo, in attesa dei risultati delle prossime elezioni del 25 settembre. 

Cosa succederà alle strutture con spa e piscine con l'arrivo dei primi freddi?

Ma nel frattempo la paura dell'arrivo di un autunno e inverno che possa diventare troppo caldo per l'esplosione dei prezzi di energia elettrica e gas è reale. A maggior ragione quando si parla di strutture che, oltre alle camere, si troveranno a dover mantenere attive e riscaldare piscine e spa. Alcune di queste realtà stanno già pensando alla chiusura nei mesi più freddi per fronteggiare l'escalation dei prezzi e altre hanno installato impianti di cogenerazione che produce energia elettrica ed energia termica. Ma anche per quelli che hanno scelto di investire in questa direzione, la strada sembra in salita. Le soluzioni non sembrano esserci al momento e l'attesa inizia a pesare. Cosa potrà succedere, quindi, con l'arrivo dei primi freddi? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Naschi, presidente di Relais Borgo Campello di Campello sul Clitunno (Pg), Andrea Sfascia, proprietario di Borgobrufa Spa Resort, situato a Torgiano (Pg), Vanessa Miorelli, proprietaria con il marito Christian di Astoria Resort a Riva del Garda (Tn), Daniela Righi, Ceo di Mira Hotels & Resorts con strutture presenti in quattro diverse regioni italiane, Piemonte, Toscana, Puglia e Sicilia e Annamaria Coli, resident manager di Relais & Châteaux Il Falconiere & Spa di Cortona (Ar)

Se non arrivano soluzioni, noi abbiamo scelto di chiudere

A prendere questa posizione forte è Vincenzo Naschi, presidente di Relais Borgo Campello di Campello sul Clitunno (Pg) che ha dichiarato: «Purtroppo in questa situazione non ho soluzioni da mettere in campo, essendo in una zona vincolata dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali. Non possiamo, e questo è un grande limite, mettere fonti di energia rinnovabili, come ad esempio pannelli solari, per scaldare la piscina e le altre utenze, come riscaldamento e acqua calda. Quindi soluzioni non ne ho, so soltanto che, da un punto di vista fattuale, la bolletta rispetto allo scorso anno è aumentata del 300%. Pago tre volte tanto rispetto a quanto pagato nello stesso periodo dello scorso anno». Ha poi aggiunto: «Aspettiamo una soluzione, che ovviamente non riguarda solo il nostro Paese, ma l’Europa complessivamente: si dovrà trovare una soluzione tecnica per risolvere questo problema, che è enorme. Ciò significa che aziende come la nostra, se il tenore delle bollette sarà questo, non potrà restare aperta durante i mesi invernali. Già noi abbiamo pianificato, quindi, la chiusura a novembre e non stiamo raccogliendo prenotazioni da quel periodo in poi. Potremmo scegliere di escludere la spa, ma resterebbe comunque il problema enorme del riscaldamento e dell’acqua calda. Escludere la spa, significa eliminare un 20% dei consumi, ma da un punto di vista complessiva non risolve sicuramente il problema. Anche perché noi abbiamo una struttura che può ospitare fino a 80 persone, avendo 40 camere, ed è chiaro che scaldarle queste ultime, rispetto alla spa, è un costo spropositatamente superiore. Se non arrivano soluzioni, noi abbiamo scelto di chiudere dopo il week end di fine ottobre, quello legato alla festività di Ognissanti». 

Abbiamo investo in un impianto di cogenerazione, ma la burocrazia va a rilento

Andrea Sfascia, proprietario di Borgobrufa Spa Resort, situato a Torgiano (Pg) si è subito mostrato molto preoccupato e ha dichiarato: «Sicuramente c’è stata un’incidenza del caro bollette a luglio, dato che si conferma anche ad agosto, mese in cui, pur avendo 10 mila kilowatt utilizzati in meno, abbiamo speso lo stesso importo perché c’è stato un ulteriore aumento delle tariffe del 7% rispetto al mese di luglio 2022. E non è detto che le tariffe non continuino ad aumentare, nemmeno l’operatore/gestore a cui siamo affiliati sa dirci in maniera certa come si evolveranno i prezzi nei prox mesi. Per fare un paragone abbiamo avuto nel mese di luglio, per quanto riguarda l’energia elettrica, un aumento da circa 20 mila euro del 2021 a 58 mila euro iva esclusa, nello stesso periodo del 2022: parliamo di un +360%. Stesso discorso per il metano che anch’esso ha subito un aumento del 350%, anche se l’importo è minore perché da 5 mila è passato a 10 mila euro. Però la fonte della nostra preoccupazione adesso sono i mesi invernali, in cui dobbiamo scaldare la spa, gli ambienti e le piscine, che ne abbiamo cinque. Se questo è il trend, avendo io fatto delle proiezioni per il mese di gennaio 2023, si passerebbe da 14 mila a 61 mila euro simulazione fatta con i prezzi attuali. Se le tariffe continuassero ad aumentare, sarebbe per noi un gran problema: siamo molto preoccupati. Oggi la situazione è fortemente sotto attenzione ed è certo che se dovesse continuare così non potremo sopportare ulteriori rincari dei prezzi di energia e metano, che potranno essere del 700-800% rispetto al 2021. Sono cifre molto molto importanti. Noi abbiamo registrato una crescita di 45 mila euro nel mese di luglio 2022 tra metano ed energia elettrica su luglio 2021. Adesso noi non possiamo sapere come si evolverà questa situazione, che certamente per noi è molto difficile. Sperando che non ci siano ulteriori aumenti, restiamo in attesa di iniziative da parte del Governo, che non so quando arriveranno». 

Sfascia ha poi proseguito spiegando che loro hanno cercato soluzioni alternative, investendo nel montaggio di un impianto di cogenerazione, ma le problematiche, anche in questo caso, non sono mancate. Ha, infatti, spiegato che: «Una cosa che ci tengo a segnalare è che noi abbiamo deciso di montare l’impianto di cogenerazione che produce energia elettrica ed energia termica. La ditta mi ha prospettato tempistiche di massimo tre mesi dalla firma del contratto, però purtroppo mi hanno anche detto che ci vogliono almeno tra i cinque e i sette mesi per l’autorizzazione da parte dell’Enel, che è proprietaria delle linee, per immettere l’energia nelle linee nel nostro albergo. Questo è qualcosa a cui il Governo dovrebbe mettere subito mano. Io ho incontrato vari politici in vista delle prossime elezioni, ho sottoposto a loro queste problematiche. Ed è inutile che tutti parlino per frasi ben fatte, ma poi dopo i vari Decreti le norme attuative creano problematiche assurde. Bisogna anticipare i tempi e ridurre le tempistiche: è assurdo aspettare altri tre mesi dal montaggio dell’impianto di cogenerazione che mi permetterebbe di risparmiare l’80% sulla bolletta. Installare i pannelli fotovoltaici presenta lo stesso problema. Qualsiasi cosa tu faccia, ti scontri con una burocrazia infinita. Bisogna semplificare le procedure. Stiamo aspettando l’evoluzione, ma al momento non abbiamo ancora preso decisioni. Stiamo sicuramente soffrendo e vediamo step dopo step come procederanno le cose. La situazione attuale, però, ha visto un aumento molto importante».

 

 

L’imprenditore è un inguaribile ottimista, non potrebbe essere diversamente

Nel dibattito è intervenuta anche Vanessa Miorelli, proprietaria con il marito Christian di Astoria Resort di Riva del Garda (Tn) che ha dichiarato: «Come può un albergatore non essere preoccupato per i rincari dei costi dell’energia che raddoppiano e addirittura triplicano gli importi degli anni precedenti? Questo comporta ovviamente un aggravio anche dei costi di beni e servizi e diventa importante saturare la struttura per garantire la marginalità nella gestione. In particolare l’offerta di benessere della nostra spa si concentra da sempre sulla scelta di operatori esperti, qualificati e sulla proposta di tecniche corporee manuali che prediligono il contatto fisico piuttosto che l’uso di macchine. Diverse tipologie di massaggi per il corpo, cure e trattamenti viso che puntano sull’utilizzo di cosmesi di ultima generazione con attivi ad alta efficacia, la nostra scelta contiene in parte i costi di uso dei macchinari, ad eccezione delle saune, presenti anche in alcune suite, che la clientela tedesca e austriaca richiede con frequenza. Se poi si pensa ai costi dei servizi di lavanderia che sono triplicati in soli tre mesi, allora si capisce facilmente che contenere i consumi è difficile senza penalizzare il cliente, ma io sono una persona positiva che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e quindi mi concentro sugli ottimi risultati di gestione che hanno visto quest’anno una copertura delle camere del 98%, 85% su base anno. Io ripeto spesso che l’imprenditore è un inguaribile ottimista, non potrebbe essere diversamente». 

La situazione non è sostenibile

A dirlo è Daniela Righi, Ceo di Mira Hotels & Resorts che ha spiegato: «La situazione è tutt’altro che rosea purtroppo. I nostri resort sono localizzati in quattro diverse regioni italiane, Piemonte, Toscana, Puglia e Sicilia, ma l’incredibile aumento del costo energetico è una costante che ci sta mettendo in grande difficoltà in ogni struttura, soprattutto perché assolutamente imprevisto. Stiamo valutando addirittura chiusure anticipate in vista del periodo di bassa stagione, perché una crescita del 300% dei costi energetici rischia di vanificare l’utile prodotto nei mesi in cui il tasso di occupazione è stato più alto, oltre agli importanti sforzi fatti in termini di investimenti e ammodernamenti che mettiamo in campo annualmente per garantire standard sempre migliore ai nostri ospiti. A giugno di quest’anno ci siamo trovati a pagare una bolletta da 110.000 euro, contro i 40/50.000 euro dello scorso anno, nello stesso mese: è chiaro che la situazione non è sostenibile. Se poi all’aumento delle tariffe luce-gas aggiungiamo anche la crescita dei costi delle materie prime per i ristoranti e bar, e la difficoltà nel reperire personale, anche minimamente qualificato, risulta evidente quanto sia complicato fare impresa in questo settore, e a questo livello soprattutto».

I poteri centrali devono al più presto prendere provvedimenti

A chiudere la discussione è Annamaria Coli, resident manager di Relais & Châteaux Il Falconiere & Spa di Cortona (Ar) che ha dichiarato: «Che la situazione sia sempre più difficile per il mondo delle imprese è quasi un’ affermazione banale, ma non ci sono altre parole per definirla. La crisi energetica è in atto e la dobbiamo subire, ma non senza lottare con la positività che caratterizza la nostra azienda, Il Falconiere & Spa. Proprio quest’ultima, per il tipo di attività che ha, è penalizzata dal caro bollette ma, quasi fossimo stati veggenti, abbiamo ormai da alcuni anni trasformato il fabbisogno con il solare. Possiamo dire che la nostra Thesan Spa è un piccolo angolo di paradiso (in tutti i sensi) quasi del tutto autosufficiente. Il che ci gratifica non solo in termini economici ma di rispetto verso il nostro ospite che potrà godere dei nostri trattamenti naturali ed esclusivi, senza dover subire dei rincari esorbitanti. Certo è che il problema non può essere risolto dai singoli, né purtroppo dalle associazioni di categoria: se non vogliamo che anche il turismo sia colpito dalla dilagante crisi delle imprese, i poteri centrali devono al più presto prendere provvedimenti». 

 

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Alberto Lupini


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