Oggi gli del mondo, soprattutto del comparto agroalimentare, sono puntati sul sostegno della biodiversità intesa come valore necessario per il benessere dell’uomo sulla Terra, nel giorno in cui ricorda l'adozione della Convenzione sulla diversità biologica, un trattato adottato nel 1992 dalle Nazioni Unite a tutela della varietà dei viventi.
Un argomento centrale, quello della biodiversità, la cui riduzione rende tutti più esposti ai disastri naturali e meno adattabili ai cambiamenti climatici. Anche se l'offerta commerciale si sta ampliando in molte nazioni, gli alimenti che acquistiamo e consumiamo sono sempre più omogenei. Una situazione a cui si aggiunge la preoccupante perdita di impollinatori, minacciati da pesticidi e parassiti, e sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Tra i partner di quest’anno della Giornata mondiale della Biodiversità c’è anche Slow Food, proprio per sensibilizzare alla valorizzazione delle conoscenze tradizionali e alla riscoperta di prodotti poco lavorati e di colture quasi dimenticate. Nel frattempo da Coldiretti arriva un altro allarme: in Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati.
Sul tema è intervenuto oggi anche il ministro dell’Agricoltura,
Gian Marco Centinaio: «La biodiversità di interesse agricolo, che rappresenta la diversità dei sistemi agricoli coltivati in relazione a geni, specie e agro-ecosistemi, è un valore aggiunto del nostro Paese - ha detto - che va preservato e tutelato, per garantirne la sopravvivenza in un mondo in cui le specie vegetali e animali sono sempre più a rischio di estinzione. Da anni l’Italia si è dotata di una legge proprio per tutelare e valorizzare la biodiversità di interesse agricolo e alimentare che prevede l´istituzione degli itinerari della agrobiodiversità, la rete nazionale della agrobiodiversità, ma dobbiamo fare molto di più».
Centinaio ha poi assicurato l’impegno del Governo sul biologico e su politiche di sviluppo sostenibile: «Siamo il Paese con più biologico in assoluto - ha aggiunto - e vogliamo andare avanti su questa strada, forse una delle più efficaci per salvaguardare veramente questa nostra immensa ricchezza. Stiamo migliorando la parte legislativa relativa al bio e siamo pronti a impegnarci in questo senso anche a livello europeo, purché nulla ricada sulle spalle degli agricoltori, i veri custodi e garanti di queste preziose eccellenze. Dobbiamo andare avanti su questa direzione o lasceremo a chi viene dopo di noi un'Italia più povera di quella che ci hanno consegnato i nostri padri».
In Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. «L’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori. Un pericolo – secondo la Coldiretti – per i produttori ed i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare e alla biodiversità».
E proprio in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità la Federazione Italiana Cuochi (Fic) ha annunciato un progetto di mappatura delle specie a rischio con lo scopo di salvaguardare e valorizzare le tipicità regionali. «In Basilicata - ha spiegato il presidente Fic Rocco Pozzulo - agricoltori e contadini sono impegnati nella conservazione e tutela del peperone etrusco, poiché questo prodotto, insieme ad altri in Italia, è una tipicità a rischio estinzione. Molta preoccupazione desta anche la situazione in Puglia, dove la morte progressiva degli ulivi colpiti dalla Xylella potrebbe causare l’affermarsi di tipologie d’ulivo resistenti al batterio: un tale scenario porterebbe alla scomparsa di gusti e sapori tipici della nostra tradizione. Per questo la Fic ha intenzione di realizzare una mappatura di tutte le specie vegetali e animali a rischio del Paese».