Beni Culturali-Turismo, tanti dubbi Ma Franceschini ci crede e rilancia
Nel nuovo Governo, le deleghe turistiche sono tornate insieme al ministero dei Beni Culturali. C’è scetticismo, ma il Ministro ha presentato il nuovo regolamento spiegando che la “T” torna nel suo ambiente naturale
04 dicembre 2019 | 12:55
Il ministro per i Beni e per le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha presentato il nuovo regolamento del Ministero approvato dal Consiglio dei Ministri che istituisce la Direzione generale Turismo con il compito di curare i rapporti con le regioni, attuare il Piano strategico nazionale, concorrere alla promozione turistica e vigilare sull’Enit e sugli altri enti operanti nel settore.
«Il settore del turismo torna nel proprio ambito naturale - ha dichiarato il Ministro Franceschini - dal momento che sempre di più sarà necessario governare e indirizzare i grandi flussi turistici per decongestionare le città d’arte, rispondendo a un’esigenza di salvaguardia del patrimonio».
Come abbiamo già avuto modo di dire al momento dell’elezione del nuovo Governo però, questa formula non convince fino in fondo. Da un lato c’è una disponibilità di fondi che sarebbe drasticamente ridotta per quanto riguarda il turismo, dall’altra - partendo dal presupposto che l’enogastronomia è parte integrante del settore e in questo senso la scelta di Gian Marco Centinaio era stata illuminante - verrebbe meno un legame almeno “politico” tra le due parti.
Dario Franceschini
La nuova Direzione Generale, nell’idea del Ministero, integra le proprie competenze con quelle di tutela e di attività culturali. In tale ottica assumerebbe un ruolo strategico la figura dei Segretari regionali del ministero, ripristinati nella loro dimensione territoriale originaria riferita all’intera Regione che è l’interlocutore istituzionale del Ministero in questo settore.«Il settore del turismo torna nel proprio ambito naturale - ha dichiarato il Ministro Franceschini - dal momento che sempre di più sarà necessario governare e indirizzare i grandi flussi turistici per decongestionare le città d’arte, rispondendo a un’esigenza di salvaguardia del patrimonio».
Come abbiamo già avuto modo di dire al momento dell’elezione del nuovo Governo però, questa formula non convince fino in fondo. Da un lato c’è una disponibilità di fondi che sarebbe drasticamente ridotta per quanto riguarda il turismo, dall’altra - partendo dal presupposto che l’enogastronomia è parte integrante del settore e in questo senso la scelta di Gian Marco Centinaio era stata illuminante - verrebbe meno un legame almeno “politico” tra le due parti.
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Alberto Lupini
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