Bar e ristoranti: il fatturato cresce del 13,8% nel secondo trimestre
Un incremento influenzato anche dai rincari. Le previsioni relative al mese di agosto indicano che i prezzi nella ristorazione sono aumentati del 5,9% rispetto al 2022. E intanto a luglio calano i finanziamenti alle imprese
Nel secondo trimestre del 2023, come riferito dall'Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, il settore della ristorazione ha continuato a mostrare un solido recupero, nonostante il calo di prestiti alle aziende nel mese di luglio. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, si è registrato un notevole aumento del fatturato del 13,8%. Questo incremento è stato influenzato anche dalla variazione dei prezzi, che comunque rimane allineata alla tendenza generale dell'andamento economico. Le previsioni relative al mese di agosto indicano che i prezzi nel settore della ristorazione sono aumentati del 5,9% rispetto all'anno precedente.
Gli analisti di Fipe-Confcommercio ritengono che anche la variazione rispetto al primo trimestre del 2023 sia positiva, con un incremento del 28,7%. Tuttavia, va considerato che in questo aumento hanno influito fattori stagionali che giocano un ruolo importante nei consumi in questo settore. Un'analisi suddivisa per attività economica rivela una crescita su base annua in tutti i settori collegati all'industria del turismo, grazie al pieno ritorno delle attività dopo la conclusione dell'emergenza pandemica.
Calo dei finanziamenti alle imprese: ma frenata non sorprende, l'Italia è ultima nell'Eurozona
In un contesto di crescita di fatturato di bar e ristoranti grazie all'estate, non sorprende, però, la frenata dei prestiti bancari alle imprese registrata a luglio - secondo un rapporto pubblicato dal Sole 24 Ore. Frenata che, in questa specifica classifica, colloca il nostro paese in ultima posizione tra le economie maggiori dell'Eurozona. In effetti, non si tratta di un episodio isolato, ma di un vero e proprio trend che impatta principalmente sulle imprese di minori dimensioni, considerate strutturalmente più rischiose dal sistema bancario, perché più difficili da valutare tramite scoring automatici sulla scorta di database.
Come si legge nella nota di Confcommercio-Imprese per l'Italia, «l'innalzamento dei tassi di interesse voluto dalla Bce per contrastare il fenomeno inflattivo agisce sul lato della domanda di finanziamenti bancari da parte delle imprese. Ma occorre interrogarsi anche sulla compatibilità del modello di sistema bancario - che si è affermato in Italia sulla spinta della regolamentazione europea - con quello della micro e piccola impresa diffusa che caratterizza il nostro sistema imprenditoriale. Un modello che effettua le proprie scelte allocative attraverso strumenti e logiche di natura per lo più “algoritmica” che standardizzano e omologano. Il nostro sistema imprenditoriale ha bisogno, invece, di un ecosistema bancario e finanziario in grado di coglierne le peculiarità. Relativamente al confronto in corso sulla rivisitazione del Fondo di garanzia Pmi, Confcommercio ha quindi fornito il proprio contributo con l'intento di riportare in asse sistema finanziario ed economia reale».
E ciò ripristinando il focus dell'intervento del Fondo sulle imprese di minori dimensioni - quelle maggiormente colpite dal razionamento del credito - e orientando le risorse in funzione di un reale incremento complessivo del credito erogato alle imprese. «Servono, allora, scelte che stimolino il sistema bancario a finanziare quelle imprese più rischiose che, a condizioni di mercato, richiederebbero più accantonamenti rispetto a quelle più “sicure”. Dunque - conclude Confcommercio - non si tratta tanto di agire sul versante della riduzione del numero delle attuali fasce di rischio, quanto piuttosto di rimodulare le intensità di aiuto a favore delle imprese “razionate ma meritevoli”. Ciò faciliterebbe anche l'attrazione di risorse finanziarie di origine diversa, favorendo l'integrazione e la razionalizzazione di canali diversi di accesso al credito».
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Alberto Lupini
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