Balneari: lo sciopero fa discutere, tra adesioni e perplessità

La protesta dei balneari contro il caos delle concessioni si è conclusa con esiti contrastanti: grande partecipazione per Sib e Fiba Confesercenti, flop secondo Codacons. La questione rimane aperta

09 agosto 2024 | 14:33

Si è conclusa la prima protesta dei balneari in tutta Italia contro il caos delle concessioni non risolto dal Governo. Una mobilitazione che è stata caratterizzata da sentenze e opinioni divergenti. Infatti, se i rappresentanti di categoria, come il Sindacato italiano balneari (Sib) e Fiba Confesercenti, lodano una grande partecipazione, il Codacons definisce invece l'azione un flop, sostenendo che le adesioni sono state inferiori alle aspettative.

I dati della prima protesta dei balneari

Nello specifico, in Versilia, i dati diffusi poco dopo le 9:30 di venerdì 9 agosto mostrano che un imprenditore su quattro ha partecipato allo sciopero, con punte di adesione del 100% a Lido di Camaiore. Le percentuali sono state più basse a Viareggio, Forte dei Marmi e Pietrasanta (durante la chiusura, i bagnanti hanno comunque potuto aprire gli ombrelloni da soli e l'assistenza dei bagnini è stata garantita). Nelle Marche, circa il 50% degli operatori ha aderito alla protesta.

Nonostante la mobilitazione, c'è da sottolineare che i disagi per i clienti sono stati minimi. Tant'è che in Liguria, l'azione è stata definita uno “sciopero gentile” (seppur con un'adesione stimata intorno al 90%). Infatti, in alcune località, gli imprenditori hanno accolto i bagnanti con colazioni, spiegazioni delle motivazioni della protesta e persino fiori sui tavolini. La situazione è stata invece particolarmente marcata a Ostia, dove la protesta è stata pressoché totale.

La questione delle concessioni balneari

Per l'occasione, ricordiamo che la questione dei balneari ruota attorno all'applicazione della direttiva europea Bolkestein che, secondo le attuali regole, dovrebbe vedere l'avvio di gare aperte a tutti gli operatori europei a gennaio. Tuttavia, permangono molte incertezze su dove e come queste gare verranno svolte. Il Consiglio di Stato ha indicato che la legge si applica laddove «la risorsa è scarsa», ma un monitoraggio governativo di fine 2023 ha identificato solo il 19% delle coste come tali.

Per questo Antonio Capacchione, presidente del Sib, ha sollecitato l'esecutivo a fare chiarezza attraverso un parere dell'Avvocatura dello Stato e a predisporre misure di sostegno per le oltre 30mila imprese del settore. Secondo Capacchione, sarebbe preferibile applicare la cosiddetta "legge Draghi", che prevede indennizzi per chi perde la concessione, piuttosto che prolungare l'attuale stato di incertezza. I comuni, infatti, hanno bisogno di regole precise entro fine ottobre per poter organizzare le gare.

Concessioni balneari, come il Governo pensa di risolvere la questione

Al momento, il Governo ha due opzioni sul tavolo. La prima è avviare le gare con indennizzi, una scelta supportata dalle opposizioni per evitare favoritismi verso quella che chiamano la «lobby dei balneari», magari limitando il numero di gare con un chiarimento tecnico. La seconda opzione invece è portare la questione davanti alla Corte Ue per guadagnare tempo, con il rischio di un giudizio sfavorevole.

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Alberto Lupini


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