Balneari, il Consiglio di Stato ribadisce: «Proroghe delle concessioni illegittime»

Nel giorno in cui il governo si è riunito per discutere della situazione dei balneari, il Consiglio di Stato ha divulgato un altro comunicato in cui viene ribadita l'illegittimità della proroga delle concessioni

20 maggio 2024 | 18:00

Il Consiglio di Stato lo ha ribadito per l'ennesima volta: le proroghe delle concessioni balneari sono illegittime. Un comunicato che arriva nel giorno in cui il governo Meloni ha convocato il tavolo tecnico (originariamente previsto per il 12 giugno), senza la presenza dei sindacati, per affrontare l'urgenza di affrontare la moltiplicazione dei bandi di gara per l'assegnazione delle concessioni, avviati dai Comuni in assenza di una normativa nazionale chiara.

Balneari, indennizzi in arrivo per i concessionari uscenti?

Parallelamente al tavolo tecnico, prosegue l'iter della proposta di legge presentata dai deputati di Fratelli d'Italia, Riccardo Zucconi e Deborah Bergamini, che prevede l'abolizione della devoluzione gratuita degli stabilimenti balneari allo Stato al termine della concessione. Il decreto legge, infatti, propone il riconoscimento di un indennizzo economico per i concessionari uscenti, a carico dei subentranti. Una  proposta che potrebbe essere accolta durante la riunione, accelerando la ricerca di una soluzione condivisa per il comparto balneare.

Il Consiglio di Stato ribadisce l'illegittimità delle proroghe delle concessioni

In tutto questo clima di incertezza e caos, come detto, si è inserito poi l'ennesimo comunicato del Consiglio di Stato, che ha riaffermato i principi di illegittimità delle proroghe generalizzate delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative. «Queste proroghe, stabilite dal legislatore, sono state considerate contrarie ai principi di concorrenza e di libertà di stabilimento sanciti dalla Direttiva Bolkestein e dall'art. 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea».

Il Consiglio di Stato ha inoltre chiarito che «la disapplicazione delle norme nazionali sulle concessioni demaniali marittime si impone prima e a prescindere dall'esame della questione della scarsità delle risorse», sottolineando che anche in assenza di tale scarsità, le procedure selettive sarebbero comunque imposte dall'articolo 49 del "Trattato sul funzionamento dell'Unione europea" in presenza di un interesse transfrontaliero certo e dal diritto nazionale».

Infine, il Consiglio di Stato ha ribadito la necessità per i Comuni di «bandire immediatamente procedure di gara imparziali e trasparenti per l'assegnazione delle concessioni ormai scadute il 31 dicembre 2023». In relazione all'avvio della stagione balneare, è stata richiamata la disposizione di legge che consente, in caso di difficoltà nel completamento della gara, una proroga tecnica fino al 31 dicembre 2024 delle concessioni già scadute per i Comuni che abbiano deliberato di avviare o abbiano già avviato le gare per assegnare le concessioni.

Caos concessioni balneari: numeri che fanno riflettere

Mentre il dibattito prosegue, emerge un quadro preoccupante dai dati del sistema informativo del demanio marittimo. Infatti, quasi la metà delle nostre coste sabbiose è occupata da stabilimenti balneari, con punte del 70% in alcune regioni. Nonostante questa massiccia occupazione del suolo pubblico, il gettito per lo Stato proveniente dalle concessioni è irrisorio: circa 101 milioni di euro a fronte di un giro d'affari che supera i 15 miliardi. Come sottolinea la Corte dei Conti, poi, il numero delle concessioni è in costante aumento (oggi sono 12.166), con un incremento del 12,5% negli ultimi anni. Un dato che però non si traduce in un aumento del gettito per le casse dello Stato.

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Alberto Lupini


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