La previsione è un po’ più di una tendenza. Ormai è una certezza e a fine anno il turismo supererà i valori del periodo pre-covid e si confermerà il volano della nostra economia, in grado di creare ricchezza per gli altri settori: dall’agroalimentare al commercio, alle costruzioni, dalla logistica ai trasporti fino alla cultura. Sia il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, condividono questa valutazione, nonchè gli obiettivi che politici e imprenditori devono realizzare per non perdere l’occasione (grazie anche ai fondi messi a disposizione dal Pnrr) per rafforzare il sistema e contrastare la concorrenza di competitor non sempre in regola, che spesso lavorano in nero e senza controlli. Oppure - come le grandi catene internazionali - hanno a disposizione fondi praticamente illimitati per investimenti.
All’indice per gli albergatori italiani è in particolare il mercato, spesso clandestino, delle seconde case e delle camere in affitto per pochi giorni. Una realtà che è stata al centro dei lavori dell’assembla annuale di Federalberghi, svoltasi a Bergamo e incentrata proprio sul rapporto fra hotel e affitti brevi, come abbiamo anticipato ieri. Un probema che da anni si trascina senza soluzione e sul quale il ministro del Turismo si è impegnato a presentare una legge entro giugno per regolare il sistema e limitare tutta la parte di sommerso.
Affitti brevi, verso una legge di buon senso che distingua fra grandi città (dove c'è over turism) e piccoli borghi (dove non ci sono hotel)
Non un decreto legge perché sarebbe una forzatura e credo che il Parlamento debba essere centrale in queste decisioni di cose che hanno un impatto ed è giusto dargli la possibilità di discuterne. Su questo progetto di legge Santanchè ha ricordato di aver già istituito due tavoli di lavoro al ministero per trovare una soluzione di buon senso che tenga conto della specificità tutta italiana del mercato del turismo. Più in particolare il ministro ha ricordato come la legge debba regolare assolutamente le città metropolitane e le città d'arte dove maggiore è la pressione di questi affitti in nero e c'è l'over turism. Bisogna d'altra parte tenere presente che in Italia esistono 5600 piccoli borghi dove non ci sono strutture ricettive alberghiere e quindi la disponibilità di camere di privati per i turisti va salvaguardata anche in una logica di delocalizzazione del turismo. «Vorrei che la smettessero di dire che i centri storici si svuotano per gli affitti brevi. Questa è una bugia perché da molti anni i centri storici, purtroppo, si stanno spopolando e non dobbiamo buttare la croce addosso solo e sempre a chi si occupa di affitti brevi - ha peraltro puntualizzato il Ministro rispondendo forse alle polemiche di alcuni sindaci. Bisogna fare tutto con buon senso senza il furore ideologico, che non aiuta nella risoluzione dei problemi».
Cosa prevede l'ipotesi di legge sugli affitti brevi
Ma vediamo in particolare i 3 cardini della nuova legge secondo le intenzioni di Santanchè:
- un codice di identificazione per tutti coloro che attivano affitti brevi, senza il quale non si può avviare l'attività;
- la creazione di una piattaforma nazionale in cui registrare tutti i soggetti che affittano seconde case a bnb;
- porre limiti ai pernottamenti in alcune località. Anche se su questo punto il ministro Santanchè ha riconosciuto che sarà difficile trovare un'intesa fra tutte le parti.
Governo e alberghi insieme contro il "sommerso" nel turismo
L’appuntamento nella capitale della Cultura ha permesso a Bocca di lanciare un preciso invito alla politica affinchè si intervenga per porre fine ad una situazione che permette «l’accesso indiscriminato di soggetti sul mercato, privi di ogni requisito, di ogni garanzia, di ogni autorizzazione prescritta e richiesta», senza creare ricchezza per il sistema, ma generando di fatto concorrenza sleale che indebolisce tutto il comparto del turismo. Una denuncia che ha ricevuto come detto la pronta risposta del Ministro Santanchè che si è presa l’impegno di intervenire entro giuigno con una proposta di norme capaci di regolarizzare il comparto e di fare uscire dal sommerso le presenze che rappresentano poco meno del 24% delle presenze turistiche, ma solo meno del 12% dei consumi, che in totale l’anno scorso superavano i 57 miliardi.
Gli affitti brevi non creano ricchezza e il turismo non si misura sui numeri delle presenze
«L’economia generata dalle presenze non registrate - ha dichiarato Bernabò Bocca spiegando il divario fra le due realtà del turismo in Italia - copre un valore complessivo che riesce a finanziare 137mila posti di lavoro (nel complesso dell’economia locale), mentre l’economia fondata sulle presenze alberghiere riesce a generare oltre un milione di occupati (sempre nel complesso dell’economia)».
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Una posizione molto netta che Bocca sintetizza con l’invito a non considerare i “numeri” dei turisti (peraltro non sempre realistici) ma quanta ricchezza si crea e come la si crea col turismo. E qui ovviamente sono gli alberghi a vincere alla grande. Un’analisi che porta il presidente di Federalberghi (a cui fa capo l'82% degli addetti del comparto) a ricordare ai politici che se invece di proporre «il paese dei balocchi dell’abusivismo, della perdita di identità delle nostre città, dei nostri borghi, delle nostre campagne in nome di una presunta ricchezza creata» avessero incentivato la legalità si sarebbero avuti «risultati 10 volte migliori». Che è poi il divario che emerge fra la ricchezza e la professionalità generata dagli hotel rispetto a quella delle seconde case in nero.
Il turismo italiano e il danno degli affitti in nero delle seconde case
L'eccesso di seconde case (non solo di quelle "in nero") era stato denunciato anche dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che ha richiesto al Governo poteri per regolare un mercato che rischia di stravolgere i centri storici che si svuotano di residenti per aprire sempre più B&B. Una tesi peraltro, come detto, contestata dal ministro Santanchè.
Le strade per uscire da questa situazione sono diverse, ma per Federalberghi la prima sarebbe «ridurre il carico fiscale e amministrativo sugli imprenditori onesti, che rappresentano la spina dorsale del turismo italiano», a cui affiancare ovviamente nuove regole contro il sommerso. Ma gli albergatori devono anche fare la loro parte puntando sulle risorse disponibili dai vari finanziamenti per rinnovare strutture e servizi, puntando con decisione sulla sostenibilità. Importante è in proposito il fondo di 5 miliardi messo a disposizione da IntesaSanPaolo (per Bocca la banca più vicina agli alberghi durante il Covid) e quanto il Governo riuscirà a dirottare da altri investimenti irrealizzabili ma previsti nel Pnrr. In proposito il ministro Santanchè ha ricordato come il ministero abbia gia messo a disposizione un fondo di un 1 miliardo e 380 milioni per l'ammodernamento delle strutture alberghiere. Per la banca è intervenuto Stefano Barrese, responsabile Divisione banca dei territori di Intesa Sanpaolo.
Mancanza di personale e futuro del turismo: le soluzioni di Federalberghi
Fra i temi più delicati riguardo al futuro c’è ovviamente quello del personale, che scarseggia sempre di più. In proposito Bocca, oltre a ricordare le iniziative avviate per migliorare la formazione, ha insistito sulla necessità di snellire le procedure per favorire l’ingresso di lavoratori stranieri qualificati, visto che fra gli occupati negli hotel ormai oltre il 25% sono stranieri.
Richieste che, per concludere, possono essere sintetizzabili in questo elenco presentato da Federalberghi al Ministro Santanchè:
- la diminuzione della pressione fiscale (in primis ridurre le tasse sugli immobili, che gravano sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote);
- il sostegno agli investimenti (con il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, da rendere strutturale;
- lo sviluppo di nuovi servizi (riformando le regole anacronistiche che non consentono agli alberghi di ampliare l’offerta, come nel caso della ristorazione per i non alloggiati, della direttiva sui pacchetti turistici e delle concessioni demaniali prospicienti le strutture ricettive);
- il contrasto all’abusivismo;
- l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture (per far sì che tutto il nostro paese sia fruibile ed accessibile).
Brunello Cucinelli ricorda il valore assoluto dell'ospitalità come brand del Made in Italy
Grande emozione in sala nel momento dell’intervento dell’imprenditore illuminato Brunello Cucinelli sul tema del Made in Italy ·«Il mondo intero da noi si aspetta molto - ha detto -. Siamo un Paese che ha tantissimo. Voi albergatori investite su un futuro sicuro perché il turismo c'è e ci sarà. La questione è come gestire tutto questo».
«La qualità è importantissima. E' qualcosa che si deve coltivare ogni giorno in ogni ambito - ha proseguito l'imprenditore umbro -. Per esempio in un albergo il letto deve essere top. Perché il cliente dedica molto tempo, una media di 9 ore, al riposo. Una volta che si è conquistata la qualità, il corpo, la mente si abitua a quello standard ed è molto difficile tornare indietro. Noi dovremmo avere il coraggio di ascoltare di più. Ascoltare e discutere. poi si decide. La qualità è data anche dalla gentilezza. Non c'è nessuno che non si è sentito migliore dopo un complimento che gli viene fatto. Nell'ospitalità questo è essenziale. Siete in un mercato affascinante che nessuno ci può toccare…Chi è che non vorrà venire in Italia?».
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Alberto Lupini
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