Avigan, Aifa: "Scarsa efficacia" Zaia: "Pronti alla sperimentazione"

Le voci intorno all'antiviruale Avigan (denominato anche Favipiravir oppure T-705) si fanno sempre più numerose, e oltre a Zaia (Veneto) anche Fontana (Lombardia) spinge per sperimentarla

23 marzo 2020 | 11:18
Ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all'efficacia e alla sicurezza del farmaco» Favipiravir (nome commerciale Avigan) «nel trattamento della malattia da Covid-19». Lo precisa per fugare ogni equivoco l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in merito alle informazioni circolate sui social sull'utilizzo del prodotto contro l'infezione da nuovo coronavirus. Un intervento che non chiude comunque la porta perché a giorni verranno decise le modalità della sperimentazione.
 
L'agenzia del farmaco fa quindi chiarezza sulle informazioni circolate in merito alla presunta efficacia anti-Covid dell'antivirale giapponese Favipiravir evidenziando che a livello scientifico non ci sono conferme, ma il Governatore del Veneto insiste per usare in fretta questo medicinale: «Siamo pronti a partire, abbiamo il nostro protocollo. L'Aifa deve darci l'autorizzazione. In Veneto stiamo già sperimentando 6 protocolli diversi, tutto per il Coronavirus. Siamo una grande piattaforma, spero che l'Aifa ci dia l'autorizzazione: noi vogliamo sperimentare l'Avigan». Queste le parole di Luca Zaia, governatore del Veneto, che aprono un ennesimo conflitto istituzionale sulla gestione dell'emergenza in Italia. Una conftrasto, fra Stato e Regione, che diventa "politico" con l'interventodi un altro Governatore leghista, Attilio Fontana che da presidente della Lombardia sostiene la richiesta di Zaia e dichiara:  «Manderò una richiesta al ministro Speranza per chiedere che possa accelerare il più possibile questa sperimentazione per capire se questo farmaco possa essere utilizzato». Un intervento che acuisce il conflitto sorto nelle ultime in merito alla prevalenza fra l'ordinanza regionale di chiusura e il sucessivo decreto del presidente del consiglio.



Il farmaco giapponese Avigan

Eppure riguardo a Favipar, l'Aifa ha dichiarato che si tratta di «un antivirale autorizzato in Giappone dal marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza, causate da virus influenzali nuovi o riemergenti, e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa». Relativamente all'impiego anti-Covid, «sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale Favipiravir è stato confrontato all'antivirale Lopinavir/Ritonavir (anch'esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aersol».
«Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di Favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici - evidenzia l'ente regolatorio nazionale - mancano dati sulla reale efficacia nell'uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti».

L'Agenzia italiana del farmaco Aifa ribadisce di essere «costantemente impegnata a tutelare la salute pubblica, a maggior ragione in un momento di emergenza come quello attuale» di allarme coronavirus, «dando informazioni puntuali e aggiornate sulle evidenze scientifiche. E nell'esortare a non dare credito a notizie false e a pericolose illazioni, si riserva il diritto di adire a vie legali ove opportuno».

Ma il Veneto, come detto, insiste per avviare una sperimentazione, così come fatto per altri farmaci pure non autorizzati in precedenza. Nella regione intanto si prosegue con l'esecuzione di tamponi su larga scala. «Da oggi partiremo con un progetto rafforzato, una nuova squadra e nuovi macchinari. Ogni positivo asintomatico può contagiare fino a 10 persone», ha ricordato Zaia a Mi manda Raitre, snocciolando i numeri regionali dell'emergenza: «15376 cittadini in isolamento, 5500 positivi, 1400 persone in ospedale, 280 in terapia intensiva, 327 dimessi e 192 hanno perso la vita».

Fonte: Adnkronos

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Alberto Lupini


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