Anicav, tavolo con il Governo per aiutare il settore dell'Horeca
L'associazione per le conserve alimentari vegetali sta risentendo indirettamente delle chiusure imposte a tutto il settore. È necessario sviluppare misure urgenti per supportare anche queste imprese
17 aprile 2020 | 12:56
Sono diversi i contraccolpi che il canale dell'Horeca sta subendo in seguito alla decisione del Governo di chiudere i canali di consumo fuoricasa (quindi bar, ristoranti, pizzerie, etc.) per contrastare la diffusione del coronavirus. Per questa ragione Anicav - Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali sta registrando (in particolare nel settore del pomdoro e dei suoi derivati) importanti cali di fatturato tra le aziende specializzate alla produzione di beni destinati a questo segmento.
E le prospettive per il futuro non fanno ben sperare. Bisogna infatti tenere conto che, al termine della fase emergenziale, grandi difficoltà resteranno, sia per la lenta ripresa dei consumi e del turismo, sia per le implicazioni legate all'inevitabile impatto (negativo) sui parametri economici e finanziari delle imprese (ad esempio, l'accesso al credito).
È quindi più che mai necessario sviluppare azioni concrete che siano finalizzate al sostegno e al rilancio di questo comparto, che attualmente versa in una situazione decisamente critica.
«Condividiamo le preoccupazioni recentemente espresse dalla Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi – dichiara Giovanni de Angelis, direttore generale di Anicav – e siamo pronti a dare tutto il nostro supporto. Il fuori casa è un settore chiave per le imprese associate e rappresenta la principale leva di accesso dei nostri prodotti sui mercati esteri. La situazione è particolarmente critica e chiediamo al Governo di istituire un tavolo ministeriale con la partecipazione delle rappresentanze dei pubblici esercizi e dell’intera filiera legata alla ristorazione per monitorare la situazione e individuare tutte le misure utili al rilancio del settore».
«Come industria alimentare – continua De Angelis – abbiamo richiesto azioni immediate dirette a semplificazioni amministrative (in termini, ad esempio di autorizzazioni) sull’intero territorio nazionale in modo da consentire ai ristoranti di rimanere aperti solo per l’asporto o il take away, garantendo ovviamente tutte le necessarie misure di sicurezza; un supporto agli esercizi che decidono di fare delivery anche attraverso lo studio di specifiche forme d’incentivazioni».
Per informazioni: www.anicav.it
Aiuti concreti all'Horeca per dare una mano anche alle aziende di produzione dedicate
E le prospettive per il futuro non fanno ben sperare. Bisogna infatti tenere conto che, al termine della fase emergenziale, grandi difficoltà resteranno, sia per la lenta ripresa dei consumi e del turismo, sia per le implicazioni legate all'inevitabile impatto (negativo) sui parametri economici e finanziari delle imprese (ad esempio, l'accesso al credito).
È quindi più che mai necessario sviluppare azioni concrete che siano finalizzate al sostegno e al rilancio di questo comparto, che attualmente versa in una situazione decisamente critica.
«Condividiamo le preoccupazioni recentemente espresse dalla Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi – dichiara Giovanni de Angelis, direttore generale di Anicav – e siamo pronti a dare tutto il nostro supporto. Il fuori casa è un settore chiave per le imprese associate e rappresenta la principale leva di accesso dei nostri prodotti sui mercati esteri. La situazione è particolarmente critica e chiediamo al Governo di istituire un tavolo ministeriale con la partecipazione delle rappresentanze dei pubblici esercizi e dell’intera filiera legata alla ristorazione per monitorare la situazione e individuare tutte le misure utili al rilancio del settore».
Giovanni De Angelis
«Come industria alimentare – continua De Angelis – abbiamo richiesto azioni immediate dirette a semplificazioni amministrative (in termini, ad esempio di autorizzazioni) sull’intero territorio nazionale in modo da consentire ai ristoranti di rimanere aperti solo per l’asporto o il take away, garantendo ovviamente tutte le necessarie misure di sicurezza; un supporto agli esercizi che decidono di fare delivery anche attraverso lo studio di specifiche forme d’incentivazioni».
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Alberto Lupini
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