Andrea Valente è il nuovo presidente di Italmopa

Il titolare di Molini Valente è stato scelto per guidare l'Associazione Industriali Mugnai d'Italia. Accanto a lui quattro vicepresidenti: Alexander Rieper, Emanuela Munari, Enzo Martinelli e Umberto Sacco

30 maggio 2022 | 12:07

Andrea Valente è il nuovo Presidente di Italmopa, l'Associazione Industriali Mugnai d’Italia (Federalimentare/Confindustria) che rappresenta, in via esclusiva, l’Industria molitoria nazionale a frumento tenero e a frumento duro.

Valente è titolare di Molini Valente di Felizzano (AL), una delle realtà molitorie più rilevanti in Italia con specifico riferimento alla macinazione del frumento tenero.  Andrea Valente sarà coadiuvato nelle sue funzioni dai quattro vicepresidenti: Alexander Rieper (Rieper A.) ed Emanuela Munari (Munari F.lli) per la Sezione Molini a frumento tenero, Enzo Martinelli (Candeal Commercio) e Umberto Sacco (Moderne Semolerie Italiane) per la Sezione Molini a frumento duro.

Italmopa: la guida ad Andrea Valente 

Valente, eletto in occasione dell’Assemblea Generale annuale svoltasi a Venezia, succede a Emilio Ferrari che aveva ricoperto il ruolo di presidente dell’Associazione negli ultimi 7 mesi subentrando al mai dimenticato Silvio Grassi, prematuramente scomparso. A Ferrari, l’Associazione e il neo presidente Valente rivolgono il più sincero ringraziamento per il grande senso di responsabilità con il quale ha accolto il proprio incarico apportando un contributo estremamente significativo all’attività associativa in termini di esperienza e competenza.

«Mi sento particolarmente onorato di poter ricoprire il ruolo di presidente Italmopa e i miei ringraziamenti vanno a tutte le aziende molitorie associate che hanno riposto fiducia nel mio programma - queste le prime dichiarazioni di Valente - Il nostro settore si trova oggi ad affrontare sfide impreviste, dovute ad una situazione estremamente complessa che fa seguito a due anni molto difficili per via della pandemia. I principali temi al centro dell’attenzione - quali, ad esempio, la questione approvvigionamenti e i costi di produzione, ma anche le problematiche strutturali che affliggono da sempre il settore molitorio nazionale - saranno affrontati dalla nuova squadra di Presidenza con l’intento di riuscire non soltanto a superare questa fase così delicata, ma anche di individuare soluzioni di più ampio respiro nell’interesse dell’intero comparto e dell’intera filiera».

Il 2021 del comparto molitorio nazionale 

L'Assemblea generale è stata anche l'occasione per fare il punto sul 2021 del comparto molitorio nazionale

I volumi di sfarinati prodotti dall’industria molitoria nazionale si sarebbero così attestati, nel 2021, in 7.810.000 tonnellate con una flessione del 3,5% circa rispetto ai volumi calcolati nel 2020 pari a 8.096.000 tonnellate mentre il volume complessivo dei prodotti dell’industria molitoria italiana - comprensivi nella fattispecie anche dei sottoprodotti della macinazione - avrebbe raggiunto 11,130 milioni di tonnellate (11,550 milioni di tonnellate nel 2020).

Sulla base degli indicatori relativi alla produzione e ai prezzi delle diverse tipologie di sfarinati e sottoprodotti della macinazione, il fatturato dell’industria molitoria, da parte sua, avrebbe complessivamente raggiunto 4,288 miliardi di euro con un incremento dell’11,4% rispetto al fatturato 2020 calcolato in 3,850 miliardi di euro. La crescita del fatturato appare, percentualmente, significativamente inferiore al violento incremento dei costi di produzione, ed in particolare dei costi delle materie prime agricole ed energetiche che ne rappresentano complessivamente oltre l’80 percento. Il comparto molitorio, il quale si è pertanto fatto responsabilmente carico di una parte estremamente rilevante di tali aumenti, è risultato così spettatore forzato di un andamento schizofrenico dei mercati internazionali che ha travolto il settore e che ha minacciato, e sta tuttora minacciando, la sua stessa sopravvivenza.

Frumento tenero

Per quanto concerne il comparto della macinazione del frumento tenero, si è verificato un incremento complessivo dei volumi produttivi di farine pari all’1,1 %  rispetto al 2020 - riconducibile, in particolare, ad un aumento significativo della richiesta di farina da parte dei canali biscotteria/lievitati/pasticceria (+4,7 %) da un lato e produzione pizza (+9,7%) dall’altro che ha compensato la riduzione della domanda proveniente dal canale della vendita al dettaglio (-21,1%) che aveva registrato, nel 2020, una forte crescita per via di fenomeni di accaparramento verificatisi nella prima fase dell’emergenza Covid.

Positiva la richiesta proveniente dalla panificazione (+0,4%) dopo la forte contrazione registrata nel 2020. Tuttavia, non può essere considerata un’inversione di tendenza rispetto ad una dinamica flessiva dei consumi del pane in atto da molti anni. Si conferma, infine, l’ottimo trend delle esportazioni farine che hanno registrato, anche nel 2021, una robusta crescita (+16%) rispetto al 2020 (incremento, negli ultimi 10 anni, pari a +235%).

Il fatturato del comparto molitorio a frumento tenero, tenuto conto dell’incremento medio, rispetto al 2020, del prezzo delle farine (+16,2%) e delle crusche (+23,4%) - risultante in primis dall’incremento della materia prima frumento tenero (+29,5% rispetto al 2020) ma anche dei costi energetici e logistici - dovrebbe situarsi, nel 2021, in 2,093 miliardi di euro con un incremento del 12,5% rispetto al fatturato 2020 calcolato in 1,861 miliardi di euro.

 

 

Frumento duro 

Per quanto riguarda il comparto della macinazione del frumento duro è stata costatata, nel 2021, una riduzione complessiva, rispetto al 2020, del 7,7 % circa della produzione di semole ascrivibile essenzialmente alla contrazione della domanda di semole destinate alla produzione di pasta.

Nonostante la riduzione dei volumi produttivi, l’industria molitoria a frumento duro ha registrato, nel 2021, un incremento del 10,4% del proprio fatturato per via dell’aumento delle quotazioni delle semole (+19,8%) e dei sottoprodotti della macinazione (+17,4%) quale diretta conseguenza delle tensioni, senza precedenti, sui prezzi delle materie prime accentuatesi a decorrere dal secondo semestre dell’anno.  Il fatturato del comparto è stato così calcolato in 2,195 miliardi di euro rispetto al fatturato 2020 stimato in 1,989 miliardi di euro.

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Alberto Lupini


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