Ecco le linee guida dell'Anci sui plateatici. Tasse sospese e permessi semplici

L'Associazione dei comuni italiani ha recepito le indicazioni del Governo sul sostegno alle attività e ha proposto ai sindaci di sospendere la tassa di occupazione del suolo pubblico fino al 30 giugno . La domanda per aprirsi all'esterno inoltre sarà telematica e semplificata con controlli a campione successivi

04 maggio 2021 | 05:00
Ora tocca ai Comuni mettere in atto sul serio le indicazioni del Governo per permettere a bar e ristoranti di utilizzare più suoli pubblici per lavorare "all'aperto". Grazie anche ad una stretta collaborazione con la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, l'Anci (l'associazione dei Comuni) ha definito le linee guida per sbloccare il nodo plateatico (gli spazi pubblici esterni ai locali che si possono occupare con sedie e tavolini) e garantire così delle oppportunità ai locali che non hanno spazio all'aperto.

Con una lettera invita a tutti i sindaci il presidente, Antonio Decaro ha in particolare suggerito le linee guida che le amministrazioni comunali potranno applicare per poter predisporre spazi all’aperto di bar e ristoranti con procedure semplificate e una maggior libertà di progettazione. Una boccata d'ossigeno che arriverebbe dopo che il decreto ha disposto l'apertura solo all'aperto a pranzo e cena fino all'1 giugno. Chiarendo che ogni area esterna debba tener presente del codice della strada, le possibilità di disporre i dehor è ampia e molto libera. I controlli comunali non saranno effettuati al momento della richiesta - operazione che comporterebbe un allungamento dei tempi - ma solo successivamente e a campione.


Stop alle tasse sull'occupazione del suolo pubblico

Suggerimenti sono arrivati anche sull’esonero di Tosap (Tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche e Cosap (Canone per l'Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche). I locali che disporranno di pleateatici saranno esentati dalla tassa e dal canone fino al 30 giugno 2021, ma Anci nel documento ufficiale inviato ai sindaci spiega che è già stata avviata la richiesta al Governo per prorogare questa esenzione fino al 31 dicembre 2021. Fino a quella data però è stata già prorogata la possibilità di chiedere alle amministrazioni il permesso per “aprire” all’esterno con procedura semplificata.

Le attività che beneficeranno dell'agevolazione

Ma in cosa consiste la procedure semplificata? Innanzitutto è bene chiarire quali siano le attività a cui è rivolta questa possibilità.

  • gli esercizi di ristorazione, per la somministrazione di pasti e di bevande, comprese quelle aventi un contenuto alcoolico superiore al 21% del volume, e di latte (ristoranti, trattorie, tavole calde, pizzerie, birrerie ed esercizi similari);
  • gli esercizi per la somministrazione di bevande, comprese quelle alcooliche di qualsiasi gradazione, nonché di latte, di dolciumi, compresi i generi di pasticceria e gelateria, e di prodotti di gastronomia (bar, caffè, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari);
  • gli stessi esercizi di cui sopra in cui la somministrazione di alimenti e di bevande venga effettuata congiuntamente ad attività di trattenimento e svago, in sale da ballo, sale da gioco, locali notturni, stabilimenti balneari ed esercizi similari;
  • gli esercizi come bar, gelaterie e pasticcerie, nei quali è esclusa la somministrazione di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione;
  • rientrano nell’ambito soggettivo della norma anche gli ambulanti.

Come funziona la domanda

La norma che dà il via libera alla procedura semplificata ritiene sufficiente, per l’approvazione comunale, una semplice domanda, per via telematica, all’ufficio competente dell’ente locale, con allegata la sola planimetria e senza applicazione dell’imposto di bollo. La norma introduce dunque direttamente deroghe alle disposizioni statali e regolamentari già adottate dal Comune, ed è pertanto di immediata applicazione.

In particolare, si ritiene che la deroga all’imposta di bollo valga sia per la domanda che per il provvedimento finale concessorio. Si sottolinea - come detto in apertura - come ovviamente rimangano ferme le disposizioni del Codice della strada in materia di rispetto delle aree di pubblico passaggio e di transito dei mezzi di soccorso ed il rispetto dei diritti dei terzi. Inoltre, si sottolinea come l’assenza di una espressa previsione normativa, renda possibile per i Comuni autodeterminarsi in merito all’individuazione delle superfici massime concedibili per le nuove occupazioni ovvero per gli ampliamenti rientranti
nel temporaneo ed eccezionale regime autorizzatorio.

Un tema questo che potrebbe generare delle discordie anche accese tra Comuni e ristoratori. Nei giorni scorsi, quando avevamo fatto il giro d'Italia dei ristoranti 3 stelle Michelin per capire chi avesse riaperto e chi no alla luce del nuovo decreto, Annie Féolde dell'Enotecha Pinchiorri aveva spiegato che non aveva potuto riaprire il locale perchè non le era stato concesso di sfruttare alcuni spazi esterni a detta sua molto belli. La tristellata non era voluta entrare nel merito della questione dicendosi molto amareggiata, ma l'ipotesi era che ci fossero stati screzi con l'amministrazione comunale. L'augurio è che resti solo un'ipotesi e che casi concreti non si concretizzino in futuro giocando su questa puntualizzazione.



Nessun vincolo culturale o paesaggistico

Poi, un altro punto a favore dei locali: nel documento si legge che fino al 31 dicembre 2021, su richiesta di Anci, la posa in opera temporanea su vie, piazze, strade e altri spazi aperti di interesse culturale o paesaggistico, da parte dei soggetti che lo richiedano, di strutture amovibili, quali dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni, purché funzionali all’attività di ristorazione, non è subordinata alle autorizzazioni per lavori sui beni culturali e paesaggistici.

Ma l’Anci per andare incontro alle esigenze dei locali e prevedendo probabilmente che le restrizioni andranno avanti anche dopo l’estate ha dato indicazione per un’altra deroga. Per la posa in opera delle suddette strutture amovibili (dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni) non sussiste più l’obbligo di smantellare le opere dopo 180 giorni dall’installazione.

La procedura

Come accennato, la norma - oltre al beneficio economico - innova profondamente il procedimento autorizzatorio per l’occupazione di suolo pubblico. Questi non viene snaturato nella sua natura giuridica di procedimento fondato sulla verifica del possesso dei requisiti necessari in capo ai soggetti richiedenti potenzialmente aventi diritto al beneficio, ma ammette che ciò possa configurarsi anche nel caso di una domanda fatta con autocertificazione.

Il controllo e la verifica sul rispetto delle norme inderogabili in materia, potrà essere fatto, anche successivamente e a campione, in base alle norme sopra richiamate. Ciò significa che si ritiene ammissibile la possibilità, per i Comuni, di emettere un provvedimento concessorio, accettando una semplice domanda con allegata un’autocertificazione dei richiedenti, attestante, ad esempio, i seguenti stati di fatto e condizioni: a) il rispetto, ai fini dell’occupazione di suolo pubblico, delle disposizioni del Regolamento comunale per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche nonché delle disposizioni contenute nel Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n.285 (Nuovo Codice della Strada) e Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (d.P.R. n. 495/1992), del regolamento comunale di polizia urbana, edilizia e d’igiene vigenti; b) la mancata occupazione dello spazio corrispondente alla carreggiata stradale; c) il rispetto, nella posa degli arredi, delle modalità esecutive prescritte dal Regolamento
Comunale vigente sull’occupazione di suolo pubblico; d) di fare salvi i diritti dei terzi, etc

Alla domanda deve essere allegata la planimetria della nuova occupazione o dell’ampliamento. Trattasi dunque di una forte semplificazione in merito a documentazione e procedura da seguire. In tal caso, il provvedimento concessorio, a seconda dell’organizzazione degli enti, può essere rilasciato immediatamente o in tempi ridottissimi, ovvero tramite riscontro per accettazione telematico della domanda che costituisce titolo espresso, anche nel caso di previgente previsione regolamentare, può essere consentita un’occupazione d’urgenza cui far seguire un provvedimento espresso avente decorrenza dalla data di occupazione stessa.



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Alberto Lupini


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