Amazon cambia le regole del food
17 maggio 2019 | 17:48
di Alberto Lupini
I 60mila rider (di cui 7.500 in Italia) impiegati per consegnare pasti da oltre 80mila ristoranti in 14 Paesi tra cui Francia, Germania, Italia, Hong Kong e Singapore saliranno in breve tempo a numeri impressionanti e sotto la divisa Deliveroo-Amazon punteranno quasi sicuramente a conquistare anche il mercato degli USA. Visto il predominio assoluto che il colosso americano ha nelle vendite online, oltre ai piatti dei ristoranti saranno posti in vendita anche cibi freschi e conservati, nonché bevande. Il che porterà il commercio finora condizionato dalla Grande distribuzione a cambiare radicalmente. Senza dimenticare che Amazon sta aprendo supermercati diretti senza casse e sta lavorando per ridurre da due a uno i giorni per la consegna a domicilio.
È difficile ipotizzare cosa avverrà nel breve periodo, ma non è esercizio da indovini immaginare che Amazon sostituirà le private label che ha abbandonato per i materiali informatici con sue etichette sul cibo, attivando rapporti diretti con i produttori e diventando il principale arbitro del mercato mondiale del food.
L’attività di delivery del cibo non farà più notizia per le bizzarre proteste dei rider italiani, ma perché Amazon cambierà radicalmente il rapporto consumatore-ristorante-cibo.
Che sia un bene o un male, non è questo il momento per fare una valutazione, ma certo questa scelta di Jeff Bezos pone più che mai l’esigenza per tutti gli attori della filiera agroalimentare (dal produttore di insalata al cuoco stellato) di affrontare il tema dell’innovazione e della digitalizzazione per non ritrovarsi ad essere un numero o un’etichetta nell’impero più vasto della storia. E ciò vale in particolare per un Paese come l’Italia che nel mondo del cibo vuole e ha qualcosa da dire.
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Alberto Lupini