Il dicembre nero dei centri commerciali tra fatturato a picco e "discriminazioni"
Per il presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali: «perderemo oltre il 75% dei fatturati». Nessuna risposta dal ministro Lamorgese. Ci si domanda perché non possano aprire il 7 gennaio come le scuole e gli impianti da sci
12 dicembre 2020 | 16:48
Se di solito si sogna un bianco Natale, per quest’anno tutti hanno sperato per il giallo. E così sarà: con tutte le regioni italiane che per le festività si avviano verso la zona gialla. Ma per molti imprenditori, ristoratori compresi, sarà comunque un Natale nero. In particolare, i centri commerciali lanciano l’allarme: «perderemo il 75% fatturato».
Dicembre non è un mese come un altro
«A dicembre l'anno scorso abbiamo aperto 30 giorni quest'anno solo 13 giorni, quindi un terzo e tenendo conto che sabato e domenica sono i giorni nei quali si vende di più, dire che perderemo il 75% dei fatturati è una stima ottimistica - dice all'Adnkronos Roberto Zoia, presidente Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) - Siccome l'ultimo Dpcm parla non di weekend ma di festivi e prefestivi, questa settimana abbiamo tenuto aperto solo tre giorni perché il 7 era prefestivo e l'8 festivo».
Piccole aziende in estrema sofferenza
E, si sa, per determinate attività dicembre non è un mese qualunque: «Dicembre, infatti, vale il doppio di un mese normale, e poi moltissime aziende soprattutto piccole stanno soffrendo perché hanno acquistato la merce e pagato l'Iva contando di vendere a dicembre - prosegue Zoia - E poi articoli di abbigliamento e da regalo per Natale non è che si venderanno dopo Natale. È un dramma. Siamo disperati, ricevo telefonate di aziende familiari che non ce la fanno, ad esempio franchising di alcune catene note, in cui lavora marito, moglie e figli e si ritrovano con reddito zero e debiti da pagare».
Dal ministero nessuna riposta
Per cercare di sbloccare la situazione il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali ha chiesto aiuto al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese affinché si valutasse un’urgente riapertura dei negozi all’interno dei Centri Commerciali nei giorni festivi e prefestivi, così come nei fine settimana, ma «abbiamo inviato una lettera il 7 dicembre ma ad oggi, 12 dicembre, non abbiamo avuto alcun riscontro».
Riapertura il 15 gennaio, ma perché non il 7?
Anche perché servirebbero riposte sulla riapertura dei centri commerciali nei festivi e prefestivi prevista dal Dpcm per il 15 gennaio. Quasi una «discriminazione» rispetto, ad esempio alle riaperture delle scuole e delle piste da sci previste per il 7 gennaio.
Anche i saldi non aiuteranno
Intanto in questo anno funesto, nemmeno i saldi potranno migliorare la situazione perché «non sono riusciti a uniformare le date e quindi ogni regione fa un provvedimento a sé e chi, ad esempio, ha negozi su un ampio territorio nazionale non riuscirà a organizzarsi e creerà confusione nei cittadini. E poi alcune merceologiche saranno invendibili a gennaio, o febbraio».
Dicembre non è un mese come un altro
«A dicembre l'anno scorso abbiamo aperto 30 giorni quest'anno solo 13 giorni, quindi un terzo e tenendo conto che sabato e domenica sono i giorni nei quali si vende di più, dire che perderemo il 75% dei fatturati è una stima ottimistica - dice all'Adnkronos Roberto Zoia, presidente Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) - Siccome l'ultimo Dpcm parla non di weekend ma di festivi e prefestivi, questa settimana abbiamo tenuto aperto solo tre giorni perché il 7 era prefestivo e l'8 festivo».
Piccole aziende in estrema sofferenza
E, si sa, per determinate attività dicembre non è un mese qualunque: «Dicembre, infatti, vale il doppio di un mese normale, e poi moltissime aziende soprattutto piccole stanno soffrendo perché hanno acquistato la merce e pagato l'Iva contando di vendere a dicembre - prosegue Zoia - E poi articoli di abbigliamento e da regalo per Natale non è che si venderanno dopo Natale. È un dramma. Siamo disperati, ricevo telefonate di aziende familiari che non ce la fanno, ad esempio franchising di alcune catene note, in cui lavora marito, moglie e figli e si ritrovano con reddito zero e debiti da pagare».
Dal ministero nessuna riposta
Per cercare di sbloccare la situazione il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali ha chiesto aiuto al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese affinché si valutasse un’urgente riapertura dei negozi all’interno dei Centri Commerciali nei giorni festivi e prefestivi, così come nei fine settimana, ma «abbiamo inviato una lettera il 7 dicembre ma ad oggi, 12 dicembre, non abbiamo avuto alcun riscontro».
Riapertura il 15 gennaio, ma perché non il 7?
Anche perché servirebbero riposte sulla riapertura dei centri commerciali nei festivi e prefestivi prevista dal Dpcm per il 15 gennaio. Quasi una «discriminazione» rispetto, ad esempio alle riaperture delle scuole e delle piste da sci previste per il 7 gennaio.
Anche i saldi non aiuteranno
Intanto in questo anno funesto, nemmeno i saldi potranno migliorare la situazione perché «non sono riusciti a uniformare le date e quindi ogni regione fa un provvedimento a sé e chi, ad esempio, ha negozi su un ampio territorio nazionale non riuscirà a organizzarsi e creerà confusione nei cittadini. E poi alcune merceologiche saranno invendibili a gennaio, o febbraio».
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Alberto Lupini
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