Alto Adige, il lockdown frena lo sci. DolomitiSuperski studia alternative per aprire in Veneto e Trentino
Il più grande comprensorio d'Italia ha il 40% degli impianti nella Provincia Autonoma di Bolzano, ma non si preoccupa e si gode il parere degli esperti. Fondamentale lo spostamento tra regioni
05 febbraio 2021 | 17:23
di Federico Biffignandi
Piste in Val Gardena
Sulle Dolomiti si studia un'alternativa
A chiarire come ci si sente in quella zona paradisiaca delle Dolomiti è il direttore marketing di Dolomiti Superski, Marco Pappalardo. Il Consorzio è il più grande comprensorio sciistico d'Italia, nato nel 1974 ed esteso su un'area di circa 3mila km² del Triveneto (Alto Adige, Trentino e Bellunese), comprendente gran parte delle piste da sci invernali delle Dolomiti, per un totale di 1.246 km di piste suddivise in 12 diverse zone sciistiche. Di questi 500 km sono collegati “sci ai piedi”.
«La situazione era già nell’aria - spiega - eravamo preparati a questa decisione e la accettiamo serenamente. Decideremo in questi giorni con il Cda quale modello di business proporre visto che la nostra situazione è complessa snodandosi su una regione e due Province autonome. Certo, l’Alto Adige è importante per noi perché lì sorge il 40% degli impianti, ma lo sono anche Trentino e Veneto. Ad ora possiamo dire di essere solo molto contenti per il segnale dato dal Cts».
Marco Pappalardo
E lo spostamento tra regioni?
La questione però è comunque delicata anche in funzione dello spostamento tra regioni che fino al 15 febbraio sarà impedito, poi non si sa. Una proroga del divieto complicherebbe la vita a Dolomiti Superski così come a molti altri comprensori che potrebbero contare su un numero inferiore di turisti. «Su questo aspetto - ha detto Pappalardo - ne avevamo già parlato con gli esperti i quali ci avevano spiegato che il divieto di spostarsi tra regioni ad esempio in auto vale anche per lo spostamento sugli sci; noi confidiamo in uno sblocco, ma chiediamo che si faccia chiarezza per consentire ai 150 soci che lavorano per noi di organizzarsi al meglio».
Dolomiti Superski in ogni caso è pronto a partire: «In 24 ore - dice Pappalardo - siamo in grado di mettere in moto la macchina, le condizioni quest’anno sono ideali e se partiremo il 15 febbraio avremo davanti a noi due mesi di sci. Anzi, non è fantascienza pensare che si possa andare avanti fino a maggio».
Anche altrove restano le preoccupazioni
Lo spostamento tra regioni intanto preoccupa anche Maurizio Beria e Giorgio Merlo, presidente e assessore comunicazione dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea: «Con la riapertura tanto attesa degli impianti anche se la stagione invernale e` ormai largamente compromessa, non possiamo permetterci il lusso di porre ulteriori difficolta` per tutti coloro che arriveranno nei nostri comuni. Auspichiamo che vengano liberalizzati tutti gli spostamenti, almeno quelli tra le regioni confinanti, per consentire ai numerosi affezionati degli sport invernali di poter raggiungere le nostre localita`».
«Ripartire con il turismo è fondamentale per la sopravvivenza dell'industria delle neve e dell'intero indotto che genera a livello nazionale. Siamo alla vigilia di un grande evento come i Mondiali di Sci di Cortina 2021 e spero che questo coincida con l'uscita dal tunnel in cui sono finite tutte le stazioni sciistiche italiane». Così il sindaco di Sestriere Gianni Poncet, che ha preso parte al flash mob #PerChiSuonaLaMontagna. «Un gesto condiviso per non restare in silenzio nel dramma, economico e sociale, che sta attraversando il sistema neve».
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