Gli alberghi e la cura per il turismo «Prestiti a 20 anni per le imprese»
Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, stima perdite del 70-75% nel 2020 e dopo le parole di Papa Francesco, ha chiesto al Governo nuovi aiuti per gli operatori del settore . In attesa dei benefici del Fondo nazionale introdotto per sostenere le imprese in difficoltà, gli albergatori ora sperano nell'inverno
28 settembre 2020 | 10:40
di Sergio Cotti
Serve una cura per il turismo in crisi
«Parole importanti, quelle del Santo Padre - ha detto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - perché accendono i riflettori sulla situazione drammatica che sta vivendo il nostro settore. Il Pontefice ha parlato delle difficoltà degli operatori del settore che si sono trovati in una situazione drammatica e dopo questa sollecitazione mi attendo che seguano interventi concreti da parte del governo. Non possiamo essere trattati come gli altri, perché il nostro è un settore che soffre di più e non si può pensare a interventi trasversali».
Da qui la richiesta di nuovi interventi per garantire la sopravvivenza del settore, che il numero uno di Federalberghi individua in «soldi a fondo perduto o con prestiti lunghi a tassi bassi. Finora c'è stato solo il decreto Liquidità - ha ricordato Bocca - ma non è questa una misura che può servire: occorrono interventi a 20 anni e all'1% di tassi in attesa di una ripresa che sicuramente ci sarà, ma che al momento non si vede».
Con la stagione estiva ormai alle spalle, un autunno avaro di presenze e prenotazioni, e con l’epidemia che torna a mostrare i muscoli (almeno in termini di contagi) un po’ in tutta Europa, le prospettive non sono affatto consolanti: per i bilanci bisognerà aspettare l’anno nuovo, tuttavia il presidente di Federalberghi stima perdite da far tremare i polsi: «Nel 2019 il settore del turismo ha registrato un fatturato di 20 miliardi di euro - conclude Bocca - nel 2020 ci attendiamo una perdita del 70-75% con punte dell'80% nelle città d'arte e meno nelle città di mare. Ci aspettavamo una possibile ripresa del turismo straniero ora - a ottobre, novembre e dicembre - ma l'aumento dei casi di coronavirus nei Paesi europei a noi più vicini di fatto ha inchiodato il mercato. In estate c'è stato il turismo interno, ma ora la gente finite le vacanze è tornata al lavoro».
Bernabò Bocca
Forte preoccupazione è stata espressa anche dalle altre organizzazioni di settore: «Il turismo si sta trovando in queste settimane a fronteggiare di nuovo quello che abbiamo combattuto tre mesi fa - ha detto la presidente di Federturismo, Marina Lalli - È come se avessimo fatto un salto indietro di tre mesi e quindi ancora una volta l'esigenza di capire come aiutare il settore, diventa assolutamente prioritaria». E per il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina, la soluzione sta in «un nuovo modo della politica di considerare il turismo».
Richieste di aiuto che arrivano dalle associazioni di categoria a pochi giorni dalla presentazione del Fondo nazionale presentato settimana scorsa dal ministro Dario Franceschini, uno strumento che il Governo ha studiato per sostenere le imprese del settore gravemente colpite dalla crisi e che prevede aiuti fino a 2 miliardi di euro in 5 anni. Un'iniziativa che ristoratori, e operatori dell'accoglienza hanno salutato positivamente, che però farà vedere i primi effetti non prima di qualche mese. Ora la necessità è quella di resis
Intanto le speranze a breve termine sono riposte nel periodo natalizio - epidemia permettendo - ultima finestra disponibile per utilizzare il discusso Bonus vacanze, sul quale pesa un enorme deficit di richieste, rispetto alle previsioni del Governo. Anche in questo caso, le stime parlano di un avanzo per le casse dello Stato di oltre un miliardo di euro, in rapporto a quanto è stato previsto e stanziato a fine primavera. Soldi che gli operatori del turismo chiedono di reinvestire nel settore, proprio per dare una mano alle imprese in difficoltà.
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Alberto Lupini