Al turismo manca forza lavoro per sostenere il recupero del traffico estivo
Secondo un'indagine interna alle aziende che fanno parte del Consorzio del Golfo dell’Asinara solo un adeguato percorso formativo potrebbe trattenere manodopera, che altrimenti rischia di accontentarsi dei sussidi
Vacanza sì, ma di che tipo? Dopo un 2020 drammatico e un 2021 in ripresa grazie all’allentamento delle varie restrizioni sulle attività economiche, l’introduzione del green pass per gli spostamenti e l’avanzamento della campagna vaccinale il turismo estivo si è rimesso in gioco fra difficoltà e opportunità. A scattare una fotografia del settore è il Consorzio del Golfo dell’Asinara che ha promosso un'indagine interna per tracciare l'approccio delle aziende associate alla stagione estiva.
Mancano baristi, cuochi, assistenti di sala
In primo luogo, visto l’avvicinarsi del picco vacanziero agostano, dall’indagine fra le aziende associate al Consorzio sardo emerge una cronica mancanza di forza lavoro. Gli operatori sono alla continua ricerca di collaboratori, soprattutto in cucina, sala e bar. Il motivo? «Sembrerebbe che la causa di tutto ciò sia da attribuirsi al cosiddetto "reddito di cittadinanza", provvedimento del governo italiano messo in campo per dare sostegno alle categorie più deboli, in tempi di epidemia da virus, e che ha avuto, come effetto secondario, ma non per questo meno importante, la indisponibilità dei percipienti tale reddito a trovare collocazione presso le aziende vista la differenza minima fra ciò che percepiscono attualmente e ciò che percepirebbero lavorando sotto contratto», si legge nel comunicato diffuso dal Consorzio a firma del presidente Gianni Russo. Ma è davvero così? Non proprio. «Va detto, una volta per tutte, che ciò accade nel pieno rispetto delle norme di contratto nazionale del lavoro e che gli imprenditori nulla hanno a che vedere con questi "fenomeni distorsivi", del mercato del lavoro», continua il comunicato.
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La formazione continua come fattore di attrattività per il personale
Insomma, la scarsità di manodopera è un tema che impone una riflessione sull’approccio alle risorse umane da parte delle aziende. A partire dal miglioramento della formazione continua attraverso il coinvolgimento di enti territoriali come Comuni e Regioni affinché vengano predisposti piani di sostegno a una rivalutazione della forza lavoro turistica. Sempre che a pesare non sia l’altro elemento di criticità emerso dall’indagine: la burocrazia. Il Fondo Resisto, che avrebbe dovuto sovvenzionare imprese e autonomi per favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi «pare vada molto a rilento».
Spostamenti: ok il green pass, ma serve abbattere il caro-prezzi sui trasporti
Poi c’è il tema dei trasporti. Sicuramente il green pass ha agevolato gli spostamenti. Ma il caro prezzi non sembra attenuarsi, rischiando di trasformarsi in un boomerang per la ripresa del traffico. A questo riguardo, «gli operatori turistici chiedono a gran voce che si vigili sui trasporti e che si mettano in campo risorse regionali che vadano nella direzione giusta per ridurre questo onere», propone il Consorzio.
Estate 2021-22: verso la ripresa?
Detto ciò, gli arrivi viaggiano verso il recupero. Se giugno si è dimostrato ancora timido (con un -50% rispetto allo stesso periodo del 2019), nei mesi di luglio e agosto ci si attende un recupero di 30-40 punti percentuali; soprattutto grazie ai last minute. In generale, saranno ancora i turisti italiani a farla da padrona anche se a luglio e agosto dovrebbero attrarre anche gli stranieri. In ogni caso, tutti sono alla ricerca di mete di piccole dimensioni ma dense di eccellenza. Trend che potrebbe permanere anche nella prossima stagione e che richiedono agli operatori uno sforzo ulteriore in termini di comunicazione e promozione.
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Alberto Lupini
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