Affitti dei locali, il Codacons propone un taglio del 50%
L’associazione dei consumatori sollecita il Governo affinché adotti misure di sgravio per ristoratori e negozianti, ma anche per i proprietari degli immobili, chiedendo una riduzione del carico fiscale
01 aprile 2020 | 10:18
Un taglio del 50% degli affitti commerciali per sollevare, almeno in parte, negozianti e ristoratori da una spesa fissa che anche in questo periodo prolungato di serrata generale (il cui termine ancora non si conosce) si trovano a dover versare ai proprietari degli immobili. L’dea arriva dal Codacons e ha già ricevuto qualche parere favorevole.
Una soluzione che arrva a qualche giorno dalle indicazioni che la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha diramato per sospendere o rinegoziare i contratti di locazione, nella speranza che si riapra al più presto, per evitare un disastro totale, come lo ha definito il presidente della Federazione, Lino Stoppani.
L’associazione che difende i consumatori ha messo sul piatto una proposta, chiedendo al Governo una misura che possa, in qualche modo, salvare tante attività dal fallimento. Il solo settore della ristorazione e dei locali serali conta un milione e mezzo di lavoratori per un valore di mercato che si aggira intorno ai 50 miliardi di euro.
La proposta del Codacons riguarda anche i proprietari dei locali: oltre al taglio degli affitti del 50%, l’associazione propone una riduzione fiscale del 50% sui mesi di chiusura per aiutare il locatore a recuperare almeno il 70% della sua cifra di partenza. «Secondo gli esperti – si legge in una nota – nel biennio 2020-21 rischiano di andare in fumo ricavi complessivi per circa 641 miliardi. Con un taglio del 50% agli affitti e la riduzione di metà del carico fiscale rimane comunque circa 70% del canone di affitto a fronte di un esborso ridotto per il conduttore, che potrà diminuire la perdita. Su questo poi il Governo potrà intervenire con eventuali altri incentivi per i commercianti».
Un primo parere favorevole è stato espresso dal presidente Silb (associazione che raggruppa gli imprenditori
dell’intrattenimento notturno) e vice presidente Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), Maurizio Pasca: «Ci aiuterebbe a resistere – dice – Chi gestisce discoteche e locali notturni è chiuso da fine febbraio, sono già cinque week end. È probabile che riapriremo a giugno, quindi in totale sono cinque mesi per cause di forza maggiore. Significa perdere quasi la metà del fatturato annuo e non è ipotizzabile di ottemperare come in un’annata normale».
Il comparto ristorazione è terzo per valore in Europa dopo Regno Unito e Spagna. Solo le discoteche e i locali notturni occupano 30.000 addetti con un miliardo di fatturato: «Servono misure forti e servono subito -spiegano dal Codacons – il rischio è bruciare miliardi di euro senza riuscire più a far ripartire la nostra economia». Nel frattempo in Germania il Governo ha deciso di vietare lo sfratto per chi non riesce a pagare l’affitto, con la possibilità inoltre di ritardare il pagamento. Un’opportunità pensata forse per le attività commerciali più piccole e in difficoltà.
Una soluzione che arrva a qualche giorno dalle indicazioni che la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha diramato per sospendere o rinegoziare i contratti di locazione, nella speranza che si riapra al più presto, per evitare un disastro totale, come lo ha definito il presidente della Federazione, Lino Stoppani.
Il settore della ristorazione è completamente fermo
L’associazione che difende i consumatori ha messo sul piatto una proposta, chiedendo al Governo una misura che possa, in qualche modo, salvare tante attività dal fallimento. Il solo settore della ristorazione e dei locali serali conta un milione e mezzo di lavoratori per un valore di mercato che si aggira intorno ai 50 miliardi di euro.
La proposta del Codacons riguarda anche i proprietari dei locali: oltre al taglio degli affitti del 50%, l’associazione propone una riduzione fiscale del 50% sui mesi di chiusura per aiutare il locatore a recuperare almeno il 70% della sua cifra di partenza. «Secondo gli esperti – si legge in una nota – nel biennio 2020-21 rischiano di andare in fumo ricavi complessivi per circa 641 miliardi. Con un taglio del 50% agli affitti e la riduzione di metà del carico fiscale rimane comunque circa 70% del canone di affitto a fronte di un esborso ridotto per il conduttore, che potrà diminuire la perdita. Su questo poi il Governo potrà intervenire con eventuali altri incentivi per i commercianti».
Maurizio Pasca
Un primo parere favorevole è stato espresso dal presidente Silb (associazione che raggruppa gli imprenditori
dell’intrattenimento notturno) e vice presidente Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), Maurizio Pasca: «Ci aiuterebbe a resistere – dice – Chi gestisce discoteche e locali notturni è chiuso da fine febbraio, sono già cinque week end. È probabile che riapriremo a giugno, quindi in totale sono cinque mesi per cause di forza maggiore. Significa perdere quasi la metà del fatturato annuo e non è ipotizzabile di ottemperare come in un’annata normale».
Il comparto ristorazione è terzo per valore in Europa dopo Regno Unito e Spagna. Solo le discoteche e i locali notturni occupano 30.000 addetti con un miliardo di fatturato: «Servono misure forti e servono subito -spiegano dal Codacons – il rischio è bruciare miliardi di euro senza riuscire più a far ripartire la nostra economia». Nel frattempo in Germania il Governo ha deciso di vietare lo sfratto per chi non riesce a pagare l’affitto, con la possibilità inoltre di ritardare il pagamento. Un’opportunità pensata forse per le attività commerciali più piccole e in difficoltà.
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