Affitti brevi, il Governo ci ripensa Ancora favoriti sulla fiscalità
06 ottobre 2020 | 11:26
Nel percorso di conversione del Decreto Agosto in Commissione era stato inserito un passaggio che mirava a riconoscere la condizione di attività d’impresa e quindi l’applicazione della fiscalità ordinaria per quanti gestivano più di quattro appartamenti nello stesso territorio. Un meccanismo che si limitava a riconoscere una condizione di fatto e che pur non impedendo l’attività andava a ridurre quel vantaggio normativo e fiscale che sta alla base dell'esplosione di questo fenomeno. Purtroppo però oggi nel passaggio in aula questa norma è stata stralciata.
«Inspiegabilmente, un emendamento che la scorsa settimana era stato considerato ammissibile, ieri sera è diventato inammissibile. Quando, qualche giorno fa, abbiamo parlato di interminabile gioco dell’oca, mai avremmo pensato che si sarebbe giunti a tanto». Questo il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca alla notizia del dietrofront in Senato sul tema delle locazioni brevi.
«Il Governo batta un colpo, prosegue Bocca. Se veramente si vuol tutelare i consumatori e la concorrenza, non è necessario il passaggio parlamentare. Da più di tre anni, gli operatori onesti sono in attesa del regolamento previsto dal decreto n. 50 del 2017 (articolo 4, comma 3 bis), che deve definire i criteri in base ai quali l'attività di locazione breve si presume svolta in forma imprenditoriale».
Contrariata anche Confindustria alberghi. "Cosa altro deve succedere - si legge in una nota - per capire che un fenomeno come quello degli affitti brevi ha bisogno di una regolamentazione? Eppure le città vuote di questi mesi ci avevano mostrato con grande chiarezza cosa vuole dire una realtà in cui non c’è più una collettività residente. Sono molti i paesi in Europa e nel mondo che, anche senza aspettare l’evidenza generata dalla pandemia, avevano già provveduto a regolamentare un fenomeno certamente attuale ed importante, ma che in assenza di regole e controlli sta snaturando le nostre città. E' necessario un ripensamento, non possiamo rischiare che le nostre città perdano i loro abitanti, la loro identità e quelle caratteristiche del vivere italiano che costituiscono una componente fondamentale dell'attrattività turistica del nostro Paese. Un valore sociale ed economico che, tanto più oggi, è necessario preservare".
Vittorio Messina, presidente di Assoturismo: «Un passo indietro incomprensibile, con la cancellazione dell'emendamento che avrebbe consentito di definire in maniera equilibrata l'annosa questione degli affitti brevi si consuma un passaggio parlamentare di inaudita gravità che esige una immediata presa di posizione da parte del Governo”.commenta lo stop in Senato sulle locazioni brevi che ha bocciato l'emendamento al decreto Agosto che avrebbe limitato il regime fiscale degli affitti brevi a chi gestisce non più di quattro appartamenti, comparando ad attività imprenditoriale i casi in cui il numero degli appartamenti fosse superiore.
“É necessario che la filiera del turismo sia pronta in attesa della ripartenza, per questo occorre subito fare chiarezza sul settore - conclude il presidente di Assoturismo - da troppo tempo si attende il regolamento, previsto dal decreto n. 50 del 2017, per definire finalmente i criteri che stabiliscono quando l'attività collegata all'affitto breve deve considerarsi di tipo imprenditoriale. La soluzione sembrava finalmente vicina e, invece, dobbiamo purtroppo constatare una inopinata marcia indietro che contribuisce ad alimentare confusione e sconcerto tra gli operatori del settore che portano avanti correttamente il loro lavoro. Bisogna intervenire immediatamente, per frenare la crescita dilagante di fenomeni di abusivismo ed irregolarità che mettono a rischio i turisti, danneggiano le imprese che seguono le norme ed i centri storici delle nostre città d’arte”.
«Inspiegabilmente, un emendamento che la scorsa settimana era stato considerato ammissibile, ieri sera è diventato inammissibile. Quando, qualche giorno fa, abbiamo parlato di interminabile gioco dell’oca, mai avremmo pensato che si sarebbe giunti a tanto». Questo il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca alla notizia del dietrofront in Senato sul tema delle locazioni brevi.
«Il Governo batta un colpo, prosegue Bocca. Se veramente si vuol tutelare i consumatori e la concorrenza, non è necessario il passaggio parlamentare. Da più di tre anni, gli operatori onesti sono in attesa del regolamento previsto dal decreto n. 50 del 2017 (articolo 4, comma 3 bis), che deve definire i criteri in base ai quali l'attività di locazione breve si presume svolta in forma imprenditoriale».
Contrariata anche Confindustria alberghi. "Cosa altro deve succedere - si legge in una nota - per capire che un fenomeno come quello degli affitti brevi ha bisogno di una regolamentazione? Eppure le città vuote di questi mesi ci avevano mostrato con grande chiarezza cosa vuole dire una realtà in cui non c’è più una collettività residente. Sono molti i paesi in Europa e nel mondo che, anche senza aspettare l’evidenza generata dalla pandemia, avevano già provveduto a regolamentare un fenomeno certamente attuale ed importante, ma che in assenza di regole e controlli sta snaturando le nostre città. E' necessario un ripensamento, non possiamo rischiare che le nostre città perdano i loro abitanti, la loro identità e quelle caratteristiche del vivere italiano che costituiscono una componente fondamentale dell'attrattività turistica del nostro Paese. Un valore sociale ed economico che, tanto più oggi, è necessario preservare".
Vittorio Messina, presidente di Assoturismo: «Un passo indietro incomprensibile, con la cancellazione dell'emendamento che avrebbe consentito di definire in maniera equilibrata l'annosa questione degli affitti brevi si consuma un passaggio parlamentare di inaudita gravità che esige una immediata presa di posizione da parte del Governo”.commenta lo stop in Senato sulle locazioni brevi che ha bocciato l'emendamento al decreto Agosto che avrebbe limitato il regime fiscale degli affitti brevi a chi gestisce non più di quattro appartamenti, comparando ad attività imprenditoriale i casi in cui il numero degli appartamenti fosse superiore.
“É necessario che la filiera del turismo sia pronta in attesa della ripartenza, per questo occorre subito fare chiarezza sul settore - conclude il presidente di Assoturismo - da troppo tempo si attende il regolamento, previsto dal decreto n. 50 del 2017, per definire finalmente i criteri che stabiliscono quando l'attività collegata all'affitto breve deve considerarsi di tipo imprenditoriale. La soluzione sembrava finalmente vicina e, invece, dobbiamo purtroppo constatare una inopinata marcia indietro che contribuisce ad alimentare confusione e sconcerto tra gli operatori del settore che portano avanti correttamente il loro lavoro. Bisogna intervenire immediatamente, per frenare la crescita dilagante di fenomeni di abusivismo ed irregolarità che mettono a rischio i turisti, danneggiano le imprese che seguono le norme ed i centri storici delle nostre città d’arte”.
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Alberto Lupini
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