Aeroporto di Orio, lavori a pieno ritmo in vista delle Olimpiadi invernali
Lo scalo bergamasco guarda a Milano-Cortina 2026 con una nuova pista di rullaggio, l'ampliamento dell'aerostazione, la costruzione di un hotel e il collegamento ferroviario al centro città
Impegno prioritario: completare tutte le opere per le Olimpiadi invernali del 2026 di Milano-Cortina. Per l'aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) è questa la principale sfida, annunciata quasi sottovoce e con molta circospezione, da Giovanni Sanga, presidente della Sacbo, la società che gestisce "Il Caravaggio".
«Siamo il terzo scalo italiano con 17 milioni di passeggeri nel 2024 e 154 destinazioni. Arriviamo in tutta Europa - ha detto Sanga nella tradizionale conferenza stampa di fine anno con a fianco il direttore generale, Amelia Corti - principalmente in Medio Oriente, verso gli Emirati Arabi, la Turchia e, ultimamente, anche la Mongolia. Siamo passati, ad esempio, da uno a due voli giornalieri per Dubai». Fin qui il primo consuntivo di un anno da record, difficilmente eguagliabile in futuro. Poi il delicato e fondamentale tasto degli investimenti.
Gli investimenti di Sacbo per l'aeroporto di Orio al Serio
«40 milioni - ha annunciato il presidente - sono già stati destinati a una nuova via di rullaggio nord della pista, che permetterà di risparmiare 270 ore di rullaggio e, soprattutto, vi sarà molto meno inquinamento ambientale. In proposito, abbiamo deciso di continuare a sostenere le spese di mitigazione ambientale per insonorizzare le case di 200 famiglie che vivono attorno allo scalo nei comuni di Orio, Grassobbio e Bergamo. Ma non solo. Sono iniziati i lavori per la nuova aerostazione con un aumento dei banchi di check-in che passeranno da 22 a 33. In corso anche l'ampliamento della galleria commerciale per 1200 mq. Assegnati pure i lavori per la costruzione di un nuovo hotel, spesa 30 milioni di euro, durata del cantiere due anni. Poi la sfida delle sfide, il collegamento ferroviario. Il 25 novembre sono stati assegnatigli appalti da parte di Fs. Durata prevista: 2 anni. Arrivare allo scalo nei prossimi mesi - ha ribadito Sanga - sarà abbastanza impegnativo perché le rotaie occuperanno l'attuale sede stradale».
Il futuro del turismo lombardo tra Orio e Montichiari, una cattedrale nel deserto
Fin qui i progetti all'insegna della sostenibilità ambientale, con il 55% dell'energia utilizzata a Orio, certificata green. E in futuro? «Il 2025 sarà un anno di assestamento per il transito dei passeggeri. Prevediamo - ha concluso il presidente - una riduzione degli arrivi e delle partenze, fra il 4 e il 5 % perché le compagnie non riescono ad avere i mezzi dalle due principali case costruttrici. Le fabbriche non ce la fanno a mettere in funzione nuove aerei. E ci sarebbe un gran bisogno viste le richieste che vengono dai nuovi mondi del turismo: India, Bangladesh, Corea e Vietnam».
Fondamentale, a questo punto, sarà pensare anche ad un polo degli scali lombardi utilizzando pure Montichiari, ora cattedrale nel deserto con pochi voli cargo. Attualmente è in gestione alla Save di Verona. Tutti vorrebbero lanciarlo (a parole) ma nessuno, per ora, sembra voler mettere mano al portafoglio.
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Alberto Lupini