Aerei e navi per gli “appestati” Così la Sardegna rimpatria i turisti
La Protezione civile sta predisponendo i mezzi per riportare a casa dall'isola i turisti contagiati dando un'ulteriore scoppola all'immagine del turismo sardo. Alberghi sempre più in ginocchio
28 agosto 2020 | 16:04
C’è una nuova puntata sul rientro dei turisti positivi dalla Sardegna verso le proprie province di residenza. La Protezione civile sta pensando di utilizzare navi o aerei dedicati per le decine di turisti e lavoratori che sono risultati positivi al covid-19 dopo avere eseguito il tampone rinofaringeo e che si trovano in isolamento nei luoghi di villeggiatura in Sardegna. A sollecitare l'intervento è stato il coordinatore dell'Unità di crisi nord Sardegna, Marcello Acciaro, che oggi spiega: «La proposta non è caduta nel vuoto e ho notizia che la Protezione civile sta mettendo a punto un piano di rientro che sarà valutato e se ritenuto valido attuato nei prossimi giorni».
Resta da capire dove riescano a reperire traghetti e aerei per portare a termine questo piano, quali saranno i costi e chi li sosterrà e se ha senso creare mezzi degli “appestati”. Intanto dopo il caos Billionaire e la chiusura del Sottovento per un contagio, al Phi Beach di Baja Sardinia - altro locale della movida sarda - sono risultati positivi al Coronavirus 21 dipendenti. Gli esiti dei tamponi effettuati nei giorni scorsi ai membri dello staff del discoclub di Forte Cappellini, uno dei più frequentati della Costa Smeralda, sono stati ufficializzati oggi. Le persone contagiate sono tutte asintomatiche e sono ora sottoposte all'isolamento fiduciario ai loro domicili in Gallura. Per la maggior parte sono lavoratori non residenti in Sardegna che saranno assistiti dall'Ats durante il loro periodo di isolamento.
In tutto questo trambusto gli hotel provano a resistere, ma è una lotta impari ora che la bomba (mediatica e di pasticci istituzionali) ormai è scoppiata. Rispetto allo scorso anno a settembre rischiano di lavorare con una percentuale in meno di turisti del 70-80%. E Federalberghi lancia l'allarme: «Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che nell'isola si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicura - spiega all'Ansa il presidente Paolo Manca - ma se non si raggiunge almeno il 35% molti alberghi saranno costretti a chiudere prima del tempo sull'onda di quello che sta succedendo alle discoteche».
Pronti i rientri dalla Sardegna?
Resta da capire dove riescano a reperire traghetti e aerei per portare a termine questo piano, quali saranno i costi e chi li sosterrà e se ha senso creare mezzi degli “appestati”. Intanto dopo il caos Billionaire e la chiusura del Sottovento per un contagio, al Phi Beach di Baja Sardinia - altro locale della movida sarda - sono risultati positivi al Coronavirus 21 dipendenti. Gli esiti dei tamponi effettuati nei giorni scorsi ai membri dello staff del discoclub di Forte Cappellini, uno dei più frequentati della Costa Smeralda, sono stati ufficializzati oggi. Le persone contagiate sono tutte asintomatiche e sono ora sottoposte all'isolamento fiduciario ai loro domicili in Gallura. Per la maggior parte sono lavoratori non residenti in Sardegna che saranno assistiti dall'Ats durante il loro periodo di isolamento.
In tutto questo trambusto gli hotel provano a resistere, ma è una lotta impari ora che la bomba (mediatica e di pasticci istituzionali) ormai è scoppiata. Rispetto allo scorso anno a settembre rischiano di lavorare con una percentuale in meno di turisti del 70-80%. E Federalberghi lancia l'allarme: «Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che nell'isola si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicura - spiega all'Ansa il presidente Paolo Manca - ma se non si raggiunge almeno il 35% molti alberghi saranno costretti a chiudere prima del tempo sull'onda di quello che sta succedendo alle discoteche».
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Alberto Lupini
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