Acquisti Dop e anti spreco: fino a 10mila euro ai ristoranti
Disponibili 600 milioni di euro per il fondo ristorazione: anche agriturismi e mense possono ottenere gli aiuti per l'acquisto di materie prime made in Italy, Dop e Igp e anti spreco
09 novembre 2020 | 10:30
Fino a 10mila euro di aiuti per l’acquisto di materie prime made in Italy per un totale di 600 milioni di euro. Questo, che si aggiunge ai nuovi ristori e ristori-bis, è ciò che possono ottenere, ristoranti, agriturismi, catering per eventi, mense e alberghi (per l’attività di somministrazione di cibo) per l’acquisto (effettuato dal 14 agosto 2020 e dimostrato attraverso documentazione fiscale) di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche Dop e Igp.
Stabilite, infatti, come riporta Il Sole 24 Ore, le regole del fondo ristorazione disciplinate dal decreto del ministero delle Politiche agricole (di concerto con quello dell’Economia) del 27 ottobre pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 6 novembre.
Presentare la richiesta sul portale della ristorazione o in posta
Appena la procedura sarà operativa, si potrà fare la richiesta attraverso il “portale della ristorazione”, piattaforma web gestita da Poste italiane o attraverso gli uffici postali.
La domanda dovrà essere accompagnata da un’autocertificazione relativa a:
Inoltre, bisognerà allegare anche copia del versamento dell’importo di adesione all’iniziativa e i documenti fiscali (fatture e documenti di trasporto) che certificano l’effettivo acquisto e la consegna dei prodotti agroalimentari, anche senza quietanza di pagamento.
Chi sono i beneficiari?
Al contributo saranno ammesse le imprese con codice Ateco prevalente 56.10.11 (ristorazione con somministrazione), 59.29.10 (mense) e 56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale). In fase di conversione sono stati aggiunti anche i codici 56.10.12 (attività di ristorazione connesse alle aziende agricole), 56.21.00 (catering per eventi), e limitatamente alla somministrazione di cibo, il codice 55.10 (alberghi).
Il contributo è concesso alle imprese che hanno avviato l’attività dal 1° gennaio 2019 o a quelle già attive prima di tale data qualora il fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2019.
Acquisti agevolati e valorizzazione del territorio
Sono ammessi al contributo gli acquisti effettuati, dopo il 14 agosto 2020, di prodotti agroalimentari (inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura), anche Dop e Igp, valorizzando la materia prima di territorio. L’ammontare degli acquisti non può essere inferiore a mille euro né superiore a 10mila euro, Iva esclusa.
Il requisito della valorizzazione della materia prima di territorio si ritiene soddisfatto per:
Bisognerà acquistare (o aver acquistato) almeno tre diverse tipologie di prodotti agroalimentari e il prodotto principale non può superare il 50% della spesa totale.
Priorità ai prodotti ad alto rischio di spreco
Oltre alla valorizzazione dei prodotti del territorio, Dop e Igp, si punta anche al sostegno all’acquisto di prodotti italiani ad alto rischio di spreco, come ad esempio, latte, prosciutto crudo dop e prosciutto cotto, olio extravergine di oliva 100% da olive italiane e/o dop e d altri prodotti di origine italiana.
Come avviene la verifica?
Sarà Poste italiane a trasmettere al ministero delle Politiche agricole l’elenco dei potenziali beneficiari con specificazione del contributo da ciascuno richiesto in base alle fatture presentate nella domanda.
Il ministero determinerà, poi, l’importo spettante a ciascun beneficiario, in funzione anche alle risorse disponibili. Oltre all’importo minimo di 1mille euro, saranno ripartite le risorse residue tra i beneficiari, fino al raggiungimento del tetto massimo.
Se il totale dei contributi richiesti ecceda le risorse disponibili, il ministero delle politiche agricole stabilirà il contributo concedibile in misura percentualmente proporzionale agli acquisti documentati.
Come avverranno i pagamenti?
Sulla base dell’elenco definitivo dei soggetti beneficiari ottenuto dopo i controlli documentali e la registrazione al Registro nazionale aiuti (Rna) per la verifica del rispetto del massimale degli aiuti de minimis da parte di Poste italiane, il ministero delle Politiche agricole autorizzerà il pagamento di un anticipo pari al 90% del valore del contributo tramite bonifico effettuato da Poste.
Entro 15 giorni dall’anticipo il beneficiario dovrà dimostrare, attraverso il canale (telematico o fisico) scelto per la presentazione della domanda originaria, l’avvenuto pagamento degli acquisti attraverso la quietanza. Una volta acquisita tale documentazione, saranno emessi i bonifici a saldo del contributo concesso. Prima comunque di autorizzare il saldo, sarà verificato il rispetto del massimale degli aiuti «de minimis» e «de minimis agricolo».
Il contributo ricevuto non sarà tassato
Il contributo ricevuto non sarà tassato né per le imposte dirette (Irpef o Ires) né per l’Irap. Il fondo ristorazione è, però, alternativo al fondo perduto per i centri storici.
L’aiuto da priorità agli acquisti Dop e Igp e ad alto rischio di spreco
Stabilite, infatti, come riporta Il Sole 24 Ore, le regole del fondo ristorazione disciplinate dal decreto del ministero delle Politiche agricole (di concerto con quello dell’Economia) del 27 ottobre pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 6 novembre.
Presentare la richiesta sul portale della ristorazione o in posta
Appena la procedura sarà operativa, si potrà fare la richiesta attraverso il “portale della ristorazione”, piattaforma web gestita da Poste italiane o attraverso gli uffici postali.
La domanda dovrà essere accompagnata da un’autocertificazione relativa a:
- aiuti complessivamente percepiti in regime «de minimis» o «de minimis agricolo» nell’ultimo triennio, incluso l’anno della domanda;
- calcolo dell’ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2020 che deve essere inferiore ai tre quarti dell’ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2019 ovvero che il richiedente ha avviato l’attività a decorrere dal primo gennaio 2019;
- l’iscrizione dell’attività al registro delle imprese con codice Ateco prevalente;
- l’insussistenza delle condizioni ostative previste dalla disciplina antimafia;
- ogni altra richiesta presente nella modulistica predisposta da Poste italiane.
Inoltre, bisognerà allegare anche copia del versamento dell’importo di adesione all’iniziativa e i documenti fiscali (fatture e documenti di trasporto) che certificano l’effettivo acquisto e la consegna dei prodotti agroalimentari, anche senza quietanza di pagamento.
Chi sono i beneficiari?
Al contributo saranno ammesse le imprese con codice Ateco prevalente 56.10.11 (ristorazione con somministrazione), 59.29.10 (mense) e 56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale). In fase di conversione sono stati aggiunti anche i codici 56.10.12 (attività di ristorazione connesse alle aziende agricole), 56.21.00 (catering per eventi), e limitatamente alla somministrazione di cibo, il codice 55.10 (alberghi).
Il contributo è concesso alle imprese che hanno avviato l’attività dal 1° gennaio 2019 o a quelle già attive prima di tale data qualora il fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2019.
Acquisti agevolati e valorizzazione del territorio
Sono ammessi al contributo gli acquisti effettuati, dopo il 14 agosto 2020, di prodotti agroalimentari (inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura), anche Dop e Igp, valorizzando la materia prima di territorio. L’ammontare degli acquisti non può essere inferiore a mille euro né superiore a 10mila euro, Iva esclusa.
Il requisito della valorizzazione della materia prima di territorio si ritiene soddisfatto per:
- prodotti da vendita diretta;
- prodotti ottenuti da filiera nazionale integrale dalla materia prima al prodotto finito.
Bisognerà acquistare (o aver acquistato) almeno tre diverse tipologie di prodotti agroalimentari e il prodotto principale non può superare il 50% della spesa totale.
Priorità ai prodotti ad alto rischio di spreco
Oltre alla valorizzazione dei prodotti del territorio, Dop e Igp, si punta anche al sostegno all’acquisto di prodotti italiani ad alto rischio di spreco, come ad esempio, latte, prosciutto crudo dop e prosciutto cotto, olio extravergine di oliva 100% da olive italiane e/o dop e d altri prodotti di origine italiana.
Come avviene la verifica?
Sarà Poste italiane a trasmettere al ministero delle Politiche agricole l’elenco dei potenziali beneficiari con specificazione del contributo da ciascuno richiesto in base alle fatture presentate nella domanda.
Il ministero determinerà, poi, l’importo spettante a ciascun beneficiario, in funzione anche alle risorse disponibili. Oltre all’importo minimo di 1mille euro, saranno ripartite le risorse residue tra i beneficiari, fino al raggiungimento del tetto massimo.
Se il totale dei contributi richiesti ecceda le risorse disponibili, il ministero delle politiche agricole stabilirà il contributo concedibile in misura percentualmente proporzionale agli acquisti documentati.
Come avverranno i pagamenti?
Sulla base dell’elenco definitivo dei soggetti beneficiari ottenuto dopo i controlli documentali e la registrazione al Registro nazionale aiuti (Rna) per la verifica del rispetto del massimale degli aiuti de minimis da parte di Poste italiane, il ministero delle Politiche agricole autorizzerà il pagamento di un anticipo pari al 90% del valore del contributo tramite bonifico effettuato da Poste.
Entro 15 giorni dall’anticipo il beneficiario dovrà dimostrare, attraverso il canale (telematico o fisico) scelto per la presentazione della domanda originaria, l’avvenuto pagamento degli acquisti attraverso la quietanza. Una volta acquisita tale documentazione, saranno emessi i bonifici a saldo del contributo concesso. Prima comunque di autorizzare il saldo, sarà verificato il rispetto del massimale degli aiuti «de minimis» e «de minimis agricolo».
Il contributo ricevuto non sarà tassato
Il contributo ricevuto non sarà tassato né per le imposte dirette (Irpef o Ires) né per l’Irap. Il fondo ristorazione è, però, alternativo al fondo perduto per i centri storici.
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Alberto Lupini
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