Accordo Ue-Cina sulle IG da proteggere Un elenco con 200 prodotti, 26 italiani

05 giugno 2017 | 16:27
Unione europea e Cina pubblicano formalmente un elenco di duecento Indicazioni Geografiche - 100 europee e altrettante cinesi - che potranno essere considerate “protette” reciprocamente attraverso un accordo bilaterale che sarà firmato nel corso del 2017. Una pubblicazione, quella dell'elenco redatto in occasione del Summit Ue-Cina, che di fatto apre le porte all’iter di protezione dei prodotti in esso citati nei confronti di imitazioni e usurpazioni e che intende tradursi in Accordo dai reciproci vantaggi commerciali aumentando tramite ciò la consapevolezza dei consumatori nonché la domanda di prodotti di alta qualità di entrambe le parti.



A enfatizzare l’importanza di tale accordo per i prodotti italiani è l’Associazione italiana consorzi indicazioni Geografiche Aicig, attraverso le parole del segretario Leo Bertozzi, il quale ha spiegato che quello odierno è in realtà «un risultato importantissimo che origina nel 2012 con il riconoscimento di un primo gruppo di dieci Indicazioni Geografiche Ue e altrettante cinesi.

Detto risultato è foriero di tre interessanti assunti: dimostra l’importanza delle Indicazioni Geografiche a livello internazionale, apre le porte ad un ulteriore ampliamento del gruppo di 100 IG anche ad altre Denominazioni in futuro e soprattutto smentisce l’azione del Consorzio nomi generici Ccfn fondato negli Usa per opporsi alla tutela delle denominazioni registrate nella Ue e quindi agente in direzione contraria alla Cina, che sta invece portando avanti una seria politica di riconoscimento delle IG europee».

Duecento quindi le IG citate nel documento pubblicato venerdì 2 giugno, di cui ben 26 italiane, che può vantare il primato di Paese con il numero più elevato di IG a cui viene riconosciuta la protezione internazionale: Aceto Balsamico di Modena, Asiago, Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Bresaola della Valtellina, Brunello di Montalcino, Chianti, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Gorgonzola, Grana Padano, Grappa, Montepulciano d'Abruzzo, Mozzarella di bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Parma, Prosciutto San Daniele, Soave, Taleggio, Toscano, Nobile di Montepulciano.

Con siffatto accordo si va quindi a tutelare l’importante flusso di importazioni di prodotti agroalimentari europei che raggiungono ogni anno la Cina e di fatto a rafforzare la cooperazione tra Ue e mercato cinese nato circa un decennio fa con il riconoscimento di protezione ai primi dieci prodotti IG per ogni parte. La pubblicazione della lista dei “200”, è la naturale evoluzione di tale accordo bilaterale di cooperazione: una buona notizia per i produttori europei dal momento che quello dell’agroalimentare cinese è uno dei mercati più grandi al mondo, con prospettive di ulteriore crescita grazie ai gusti della nuova classe media che sceglie sempre più spesso di consumare prodotti alimentari europei.

Le IG registrate ad oggi in Europa sono oltre 3.300 e sempre nell'UE sono protetti anche altri nomi di 1250 nomi non comunitari, soprattutto grazie a accordi bilaterali come quello con la Cina. In termini di valore, il mercato delle indicazioni geografiche dell'UE ammonta a circa 54,3 miliardi di euro e insieme costituiscono il 15% delle esportazioni totali di prodotti alimentari e delle bevande.

Pronte sono arrivare le reazioni dei “marchi” coinvolti come il Consorzio Mozzarella di Bufala: «Siamo di fronte a un passo in avanti fondamentale per consentire alla mozzarella di bufala campana di imporsi in un mercato, quello cinese, tra i più grandi al mondo, con un gusto crescente della classe media per il nostro prodotto. Da anni si discute di questa svolta che apre orizzonti e margini di crescita straordinari per il prossimo futuro», commenta il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo.

«Oltre ai tavoli internazionali attivati, il Consorzio di Tutela ha approvato una serie di misure per risolvere i problemi relativi alla logistica dell’export, con l’obiettivo di far arrivare all’estero un prodotto con una vita media più lunga mantenendo le stesse caratteristiche di qualità che rendono unica la mozzarella di bufala campana Dop», spiega il direttore Pier Maria Saccani.

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Alberto Lupini


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