«20 euro per 6 ore... poi vi lamentate che i giovani non hanno voglia di lavorare». È il succo del lungo sfogo di un giovane cameriere del modenese contro il ristoratore al termine di una giornata definita, dallo stesso imprenditore, "di prova". Nelle ultime ore sta circolando sui social il video in cui il ragazzo discute al termine del turno con il proprietario del locale in cui ha operato. «Per sei ore mi dai venti euro? Venti euro non me li dai per sei ore, in nero» lamenta il giovane (il cui nome utente su Instagram e TikTok è @Chinwiii.730), che insiste affinché l'imprenditore (piuttosto restìo, da quanto si capisce dal video) alzi la paga almeno a 50 euro.
20 euro per 6 ore di lavoro, il ristoratore si giustifica: «Era una prova»
Un botta e risposta che dura vari minuti e che, in parte, viene testimoniato dallo stesso giovane che riprende sé stesso con lo smartphone durante la discussione. Il ragazzo chiede una paga (che, tra l'altro, rimarrà in nero) più dignitosa per le 6 ore di lavoro, mentre il ristoratore cerca di trattare al ribasso.
«Quanto vuoi? Ti posso dare 30 euro» dice, mentre il cameriere ne chiede almeno 50. L'imprenditore cerca di giustificarsi sostenendo come il turno fosse una prova per il ragazzo, che poi sostiene: «Sono sei ore che sto andando avanti e indietro, avanti e indietro, e per 6 ore mi dai 20 euro? Io non esco con 20 euro». La clip, online su Instagram, in poche ore ha fatto il giro del web, diventando virale e indignando la maggior parte degli utenti.
20 euro per 6 ore di lavoro, le reazioni social: «Massimo sostegno»
Alla fine il giovane è riuscito ad ottenere 50 euro (a quanto pare, sempre in nero) per il suo turno di lavoro, ciò non toglie però come in pochi giorni sia montata l'indignazione social da parte di molti utenti. «Massima solidarietà al ragazzo», scrive qualcuno, «Dovete chiedere prima la paga anche per le prove ed evitare di lavorare per nulla! È un vostro diritto sapere la paga per decidere poi se lavorare o no!» sostiene un altro. E ancora: «Venti euro. In nero. Tre euro l’ora. In nero. La giustificazione? “Era una prova”. Gli pseudo imprenditori danneggiano tutti, sia chi ha la sfortuna di lavorare per loro che i veri imprenditori, ma chi dovrebbe fermarli distrae il popolino fomentandolo contro i migranti».
«È stato anche troppo cortese il ragazzo», mentre altri chiedono pubblicamente il nome del ristorante, così da poterlo "boicottare". Qualcuno, poi, suggerisce come sia sempre meglio informarsi preventivamente sulla paga, per non incorrere in situazioni simili.
Giorni di prova a 20 euro? Ed è pure tutto a nero...
Più di qualcuno, in verità, tra i commenti sui vari social network ha "ammonito", per così dire, il giovane, colpevole di non essersi accordato con il ristoratore su quella che sarebbe dovuta esser stata la paga finale. Al netto di tutto, però, non è sicuramente questo l'aspetto principale della faccenda. Per quanto grave e da condannare ogni tentativo di approfittarsi (qualcuno parla di sfruttamento, comprensibilmente) del lavoro altrui, in tanti si sono concentrati sui 20 euro (poi diventati 50) dati al ragazzo, ma da denuncia sono è la modalità in cui il tutto avviene. In barba alle regole, alle leggi, con il pagamento totalmente in nero come testimoniato a voce dai protagonisti della vicenda. Emblematica anche la frase del ristoratore di turno: «Vuoi 8 euro l'ora, ma per 8 euro l'ora anche io vado a lavorare a nero» ha detto l'imprenditore modenese, e forse. è questo il lato più triste di tutta la vicenda. Chissà che delle indagini non partano da questa clip, ma alla luce di ciò sembrano automatici gli accertamenti da parte della Finanza sul ristorante (mai nominato nel video) in questione.
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Alberto Lupini
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