La storia passa anche dai menu: a Roma la più grande mostra sul tema
Dal 5 al 7 aprile al Garum, Biblioteca e Museo della Cucina si sarà la più importante mostra monografica mai dedicata ai menu: 400 menu, da quello più antico a stampa del 1803 fino ai più recenti e contemporanei
Un Mondo di Menu, la grande Storia a tavola è la più importante mostra monografica mai dedicata ai menu che si svolgerà al “Garum, Biblioteca e Museo della Cucina” affacciato sul Circo Massimo, fondato da Rossano Boscolo, chef titolare dell'omonima Scuola di Cucina di Tuscania (Vt). Sarà però aperta al pubblico soltanto per tre giorni, da venerdì 5 a domenica 7 aprile e ad ingresso gratuito. Unica e imperdibile, presenterà 400 menu degli ultimi due secoli, da quello più antico a stampa del 1803 fino ai più recenti e contemporanei. Stampati con raffigurazioni artistiche e preziosismi tipografici, talvolta su sete o su porcellana, possono portare la firma di grandi artisti come Alphonse Mucha, padre dell'Art Nouveau. La mostra offre un percorso a ritroso attraverso tavole superbamente imbandite, banchetti eccellenti, feste celebrative di incontri e avvenimenti eccezionali che hanno lasciato un segno nella storia. Offre testimonianze, letture inedite e particolari a volte significativi, come già era accaduto per il libro che svela i menu del Titanic.
Dai menu dei reali e capi di stato a quelli dei papi…
Come nel caso della cena offerta da Mussolini ad Hitler nel loro primo incontro a Venezia nel 1934: al Fuehrer si ammanniscono un consommé, un pesce e un arrosto di vitello, segno evidente che non è ancora approdato al fondamentalismo vegetariano che lo caratterizzerà successivamente. O come il papiro lungo un metro realizzato da Victor Vasnecov, pittore in voga nella Russia che incoronava nel 1896 lo zar Nicola II: settemila copie, come fossero litografie, in regalo agli altrettanti ospiti ammessi alla cerimonia. Vi si cita un tripudio di leccornie senza limiti e senza remore, con storioni al vapore, fagiani e pollami a iosa. Del resto, sono quelli delle case reali i menu più ricchi e sfarzosi, a volte anche solo nelle intenzioni.
Che dire poi della lista stampata per celebrare, nel 1895, i 25 anni della presa di Roma? È un menu tematico più che gastronomico: antipasti alla bersagliera, agnolotti alla baionetta, pollo breccia di Porta Pia. (Lo si potrebbe considerare precursore di quella che poi sarà l'immaginifica carta dei cibi futurista, con i suoi aeroporto piccante, ortocubo e fusoliera di vitella!).
C'è posto anche per la religione con due affidabili forchette come quelle di Papa Francesco e del patriarca ortodosso Kirill che a Cuba festeggiano nel 2016 un disgelo a lungo atteso. Più sobri i banchetti offerti dai Presidenti della Repubblica italiani. Al Quirinale non si bisboccia molto e ci si affida piuttosto all'acrobatica e minimalista ricercatezza degli chef, sempre vigili.
La storia dei manu dal Titanic alla Tour Eiffel appena eretta
Ammirando questi menu e la sequenza delle portate, si riesce a vivere l'avventura del trasvolatore atlantico Charles Lindbergh, quella di Umberto Nobile al Polo Artico o a imbarcarsi sul Titanic, sopravvivendo agli sfortunati passeggeri. Si può salire sulla Tour Eiffel appena eretta, credendola provvisoria, o essere i primi a navigare nel Canale di Panama godendosi i vari banchetti celebrativi, oppure sentirsi ospiti alle sofferte nozze tra Carlo e Diana o a quelle felici - almeno sembra - di Willian e Kate. Ma ci si può vivere anche la fame dei parigini durante l'insurrezione del 1871 che portò alla Rivoluzione Francese. Costretti a nutrirsi di topi, gatti e cani arrivarono a macellare anche gli animali dello zoo.
A Roma in mostra i menu che segnarono la storia
Il menu diventa così cronista dei suoi tempi ma può anche esercitare le arti della diplomazia, come al dinner Fidel Castro e Kennedy al tempo delle nazionalizzazioni cubane e alla “Crisi dei Missili”, o alla colazione offerta dal Presidente Cossiga a Michail Gorbaciov e alla signora Rajssa Gorbaciova all’indomani della caduta del Muro di Berlino.
Tutti eventi - questi e centinaia di altri - che si possono rivivere ammirando i menu, molti dei quali esposti per la prima volta al mondo, nei numerosi pannelli monotematici allestiti. Cominciando da Entrée, con le prime edizioni dei suoi teorici, Grimod de La Reyniere, Câreme, Escoffier e non solo, in un percorso dal servizio "alla francese" a quello "alla russa" fino alle innovazioni di Gualtiero Marchesi. Si prosegue con Pranzi Inquieti, poi Grandi imprese e pionieri, Le guerre, Mangiare da Re, Seta e porcellana, Diner Belle Epoque, Bon Bock del primo Novecento, Club anglosassoni, Expo, Pubblicità, La scienza a tavola, Sport, Tutti frutti.
Per la prima volta l'Archivio della Presidenza della Repubblica ha messo a disposizione i menu creati per i propri ospiti durante il percorso verso l'integrazione europea. Conclude la mostra un pannello espositivo dal titolo “La Cucina Italiana Patrimonio dell’Umanità” a cura dell’associazione Cheftochef – Emilia-Romagna Cuochi.
L’atteso riconoscimento della Cucina italiana nell’Unesco
La mostra vuole essere anche un segnale verso il riconoscimento della qualifica di Patrimonio Immateriale dell’Umanità per la Cucina Italiana. Per il Segretario di Menu Associati, Giulio Fano, che con il coordinatore Roberto Liberi ha partecipato alla sua progettazione, «questo evento farà da volano a molte altre iniziative che contribuiranno a raggiungere l’obiettivo di far riconoscere la Cucina Italiana da parte dell’Unesco, come già proposto dall’attuale governo insieme a diverse altre realtà culturali». «La particolarità di questa mostra - aggiunge- è l’uso dei singoli menu come tessere di un mosaico per raccontare la nostra storia, le conquiste della nostra civiltà e, naturalmente, la storia della cucina negli ultimi due secoli».
Maurizio Campiverdi fondatore e presidente di Menu Associati e maggior collezionista al mondo di menu e di carte di ristoranti ricorda che «Rossano Boscolo di "Garum" e il suo direttore Matteo Ghirighini sono stati determinanti per la realizzazione di questa mostra nella convinzione che il loro Museo della Cucina diventerà un centro importante di studi e raccolta di menu storici al servizio anche di quelle realtà internazionali, francesi in primo luogo, che stanno rivalutando questo strumento gastronomico fondamentale per riscrivere le tante storie di tante diverse cucine».
La vista di Garum, Biblioteca e Museo della Cucina
Ma prima ancora di entrare nelle sale della mostra, ad emozionare è l'edificio, dalla facciata simile a un sipario teatrale, costruito nell'area del Lupercale, dove Romolo e Remo vennero allattati dalla Lupa. Poi vi si sovrapposero la prima chiesa cristiana dell’antica Urbe e il Convento di Santa Anastasia. Secoli dopo -in quelli che divennero gli Orti Farnesiani- fu costruito il Monastero dei padri Olivetani, oggi sede del Garum.
La collezione ospitata è il frutto di una passione lunga 40 anni di Rossano Boscolo, con tutto ciò che nel corso dei secoli è stato usato sia nelle cucine domestiche che in quelle papali e nobiliari: dagli stampi barocchi per il gelato di primo Seicento alle cucine a gas degli anni Cinquanta del secolo scorso; dalle mezzine toscane ottocentesche e dalle contemporanee macchine per la pasta fino alle pentole di design del secondo Novecento. Non mancano neppure le ciotole per il cibo usate nei conventi. Tra le tante rarità, il primo gioco di cucina per bambini, prodotto a Ravensburg nel 1898. Degna di nota è la biblioteca con rari trattati di cucina, tra cui il primo Artusi, di cui esistono oggi solo tre copie.
La mostra è stata resa possibile anche grazie a testi e saggi forniti da Maurizio Campiverdi, proprietario della più vasta collezione di menu conosciuta, dall'Academia Barilla, dall’Istituto Luigi Sturzo, dal Museo Panini di Modena, da Casa Artusi, dallo Zeppelin Museum di Friedrichschafen e dall'Archivio Storico della Presidenza della Repubblica. ll Prof. Alberto Capatti ha scritto la prefazione del catalogo di 464 pagine curato, come l'evento da Maurizio Campiverdi, Franco Chiarini, Giulio Fano, Matteo Ghirighini e Roberto Liberi.
Garum, Biblioteca e Museo della Cucina
Via dei Cerchi 87 - Roma
Tel 391 384 6470
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Alberto Lupini