Uno spazio ad Expo senza concorso Dopo Eataly, ora anche Identità Golose

28 aprile 2015 | 15:18
Aveva già suscitato molte polemiche l’assegnazione per affidamento diretto di due padiglioni di Expo 2015 Milano al colosso di Oscar Farinetti, Eataly. Ora si scopre che la stessa procedura si è tenuta per Identità Golose di Paolo Marchi, che realizzerà un temporary restaurant con 200 chef di fama internazionale all’Esposizione universale di maggio. Lo ha messo in evidenza il critico gastronomico del Corriere della sera Valerio Massimo Visintin sul blog “Mangiare a Milano”.



Visintin sottolinea come Magenta Bureau, la società che organizza, in collaborazione con il giornalista Paolo Marchi, Identità Golose, congresso internazionale di alta cucina, abbia ricevuto un trattamento analogo a quello di Eataly: “affidamento diretto per l’unicità dell’impresa”. È nata così “Identità Expo”: «due piani e 110 coperti - spiega Visintin - per servire pranzi e cene firmate da star della cucina nazionale e internazionale. Si pagheranno 75/90 euro (vini inclusi). E il ricavato andrà al 90% nelle casse di Magenta Bureau, impresa che si avvale di un pacchetto di sponsor personali, a cominciare dalla Nestlè (tramite il marchio S.Pellegrino). Mentre il restante 10% sarà appannaggio di Expo». Magenta Bureau ha fatto sapere inoltre che i cuochi non saranno pagati, ma verranno solo rimborsati delle “spese vive”.

L’assegnazione, almeno dal punto di vista formale, appare legittima, essendo passata al vaglio dell’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Solo non si comprende come Magenta Bureau possa essere “l’unica organizzazione in grado di far lavorare insieme i grandi chef stellati”, dal momento che quasi quotidianamente in tutta Italia si realizzano eventi e convegni gastronomici con cuochi altrettanto stellati. «Possiamo ragionevolmente ipotizzare - si domanda Visintin - che la squadra di Identità Golose sia la meglio attrezzata per questo tipo di impegni? Forse. Ma non sarebbe stato più trasparente determinarlo tramite regolare concorso?».

Per le stesse ragioni, anche Italia a Tavola vorrebbe capire - se quanto riportato dal critico gastronomico è vero - come mai anche questa assegnazione ha bypassato qualsiasi concorso: chiunque, infatti, potrebbe organizzare quanto promesso da Magenta Bureau e Identità Golose, dato che l’iniziativa non coinvolge enti e istituzioni, ma ha carattere privato.

Anche perchè, basterebbe fare due conti per capire come in fondo Identità Golose non stia facendo beneficenza, nè un'attività di valorizzazione della Cultura enogastronomica italiana. Ipotizziamo, per difetto, una media di 200 coperti al giorno a 85 euro per 180 giorni: si tratta di oltre 3milioni di euro. A cui sono da aggiungere i contributi degli sponsor che non sono certo noccioline, ma che in un commento della serva non calcoliamo. Da questi ricavi vanno certo detratte delle spese, a partire dal 10% che va ad Expo (300mila euro). Ci sono poi i rimborsi spese dei cuochi (che non saranno pagati). Ipotizziamo 1000 euro al giorno e si raggiungono 180mila euro. Ci sono poi le spese del personale: immaginiamo 10 persone (non stagisti) per 180mila euro. Ci saranno gli investimenti di attrezzature e sala (che peraltro potrebbero essere sponsorizzati) e aggiungiamo altri 150mila euro per stare larghissimi.

Non si capisce se c'è un contratto di affitti (sarebbe uitele che Expo chiarisse la vicenda), ma potrebbero esserci costi di promozione (?) e quindi altri 50mila euro. Vini e prodotti (molti sponsorizzati) potrebbero raggiungere un milione di euro. Come dire che alla fine resterebbe almeno 1 milione di euro di guadagno, su cui calcolare le imposte. Siamo certi che per guadagni inferiori in tanti si sarebbe organizzati per coinvolgere i grandi nomi della Cucina italiana...  

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Alberto Lupini


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