Qualità, innovazione e sostenibilità al Roma Bar Show 2022

L'evento dedicato al mondo degli spirits e della miscelazione si è svolto al Palazzo dei Congressi, ma ha coinvolto anche diversi bar della Capitale con il suo fuori salone

31 maggio 2022 | 18:22
di Mariella Morosi

Il Roma Bar Show 2022, svoltosi a Roma al Palazzo dei Congressi, all'apertura della prima delle due giornate, è stato letteralmente preso d'assalto da migliaia e migliaia di appassionati del bartending giunti da ogni parte d'Italia e con la presenza in massa delle grandi aziende multinazionali del beverage. L’evento, alla sua seconda edizione dopo il fermo della pandemia, nel segno della qualità, dell'innovazione e della sostenibilità, è dedicato esclusivamente al mondo degli spirits, del beverage e della mixologia, non solo con finalità commerciali ma come atteso momento di aggregazione per l'intero settore, tra i più penalizzati dalla pandemia e che ha voglia di ritornare alla vita.

Tutta la città ne è stata coinvolta e numerosi sono stati gli eventi collaterali del classico fuori salone in cocktail bar, caffè storici, locali di tendenza e bar di alberghi come l'open party organizzato al Marriot con Emanuele Broccatelli, immediatamente sold out. Anche il food è stato protagonista, con menu dedicati studiati in collaborazione con i brand presenti.

Roma Bar Show 2022: un'edizione di successo 

Già alla prima edizione del 2019, Roma Bar Show era stata un successo oltre ogni aspettativa, per affluenza di pubblico (quasi 10.000 presenze in due giorni) e per il valore e l'entità degli appuntamenti dentro e fuori salone. Le aziende presenti che già allora avevano coinvolto i migliori barman italiani e internazionali per quell'evento nato ad Atene 9 anni prima e poi portato a Lisbona, Londra e Berlino, sbarcato a Roma per iniziativa di Andrea Fofi, Giuseppe Gallo e Fabio Bacchi. Dopo la pandemia che ha fermato tutto, questo Bar Show 2022 ha espresso subito all'apertura delle porte la voglia di rinascere e di confrontarsi con una serie di appuntamenti, seminari, masterclass e degustazioni dedicati al trade e al consumer in un bar industry in grande evoluzione, con la presentazione di nuovi prodotti e una riflessione sui temi chiave della nuova hospitality. Tra le diverse aree tematiche, il Mexico Village con dei focus su mezcal, tequila e tutti i distillati di agave e le tradizioni di questa terra, Piazza Italia con i prodotti di eccellenza italiani, storici marchi di liquoristica italiana e nuove realtà produttive, piccole distillerie e medie imprese, dai distillati alla birra, fino ai whisky e uno sguardo attento ai produttori artigianali. Tra le novità di questa edizione, il Coffee Village che apre una finestra sul mondo dei roaster.

Coinvolta tutta la Capitale 

Molti brand presenti superano i confini del proprio village al Palazzo dei Congressi per entrare nella città eterna con un altrettanto ricco calendario di appuntamenti dove i mixologist sono ospiti nei migliori locali della capitale. La Compagnia dei Caraibi ha organizzato in città un dinner animatissimo, dopo aver rievocato come in un piccolo borgo le diverse anime dei brand iconici che animano il suo catalogo, dalla jungla del gin dell'elefante al fascino e al profumo di un'antica erboristeria mentre Massimo Giannotti ha condotto una master class al Jerry Thomas. La Pallini, storica casa liquoristica romana, invece, dopo aver ospitato nel suo stand Alessandro Palazzi del Dukes Bar di Londra con suo mitico Martini,  ha organizzato con l'evento "Aperitivo perfetto" un intero mese di food pairing in tre cocktail bar di Roma con l'accoppiata chef-barman (Ginevra Antonini & Virginie Doucet, Francesca Barreca & Federico Tomasselli, Marco Martini & Massimo D'Addezio). Ma senza spostarsi troppo, davanti al Palazzo dei Congressi per celebrare il buon cibo, stanziano 8 food truck, da Pizza Pig a Pret-a-Polpett, da Sfizio Capitale al BBQ del Texas Mr Doyle a Panella, da Gricia Road alle proposte di cucina messicana di La Punta Expendio de Agave e Coffee Pot. Tanti  i nomi di punta della mixology presenti e attorniati da una folla di giovani barman o aspiranti tali e i loro interventi sono stati seguitissimi, come quello di Daniele Gentili sulla riduzione degli sprechi e di Jeff Berry con Ian Burrel e Luca Gargano che hanno parlano di Rum e Tiki Culture. Cibo spagnolo e drink colture è stato il tema dell'incontro con Marc Alvarez e Simone Caporale mentre Jared Brown e Anistatia Miller hanno parlato di gin inglese.

 

Gli Ecotote di Velier: avanguardia della sostenibilità 

Sui dominanti dell'innovazione e del rispetto per l'ambiente, con progetti ambiziosi si è espressa anche la società Velier, storica azienda familiare genovese fondata nel 1947, distributrice di distillati, liquori e vini. Dall'unione con la Ecospirits, società nata a Singapore nel 2018 con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale, è nato un progetto che punta a rivoluzionare la catena distributiva degli spirits, primi al mondo ad eliminare l’uso del vetro a perdere. Lo fa attraverso gli Ecotote, recipienti in plastica stampata a iniezione, acciaio e vetro riciclabili alla base di un futuristico sistema di vuoto a rendere legato a una tecnologia iper-avanguardistica e sostenibile. Ogni Ecotote ha una capacità di 4,5 litri, viene sanificato e riempito direttamente in appositi impianti semiautomatizzati chiamati Ecoplant e consegnato al cliente al posto di una tradizionale cassa di bottiglie. Tramite dosatore Smart Pourer, diventa una micro unit di refill per colmare le singole bottiglie di vetro in uso così il cocktail è sempre servito dalla bottiglia, mantenendo intatta l’eleganza del pouring e l’identità dei brand, aggiungendone il gusto della sostenibilità. È un esempio di come la tecnologia possa convivere con l’artigianalità coinvolgendo anche i piccoli produttori.  il sistema Ecospirits permetterà di ridurre il 91% circa del carbon footprint legato al packaging e alla distribuzione e anche i consumatori potranno fare la loro parte grazie alla scelta di bere in maniera verde. In più si svincolerà la dipendenza da fattori esterni, quali l’inflazione spinta dai costi energetici, i congestionamenti nelle reti di trasporto navale, le penurie di materiali grezzi. Su ogni recipiente si legge la scritta "One Tote, One Tree".

Commenta Luca Gargano, presidente Velier: «Da sempre all’avanguardia sul mercato, con il suo supporto attivo nei nuovi sviluppi del mondo spirits, Velier ha recepito con entusiasmo e spirito pionieristico il messaggio contenuto nella mission di Ecospirits, in nome dell’innovazione e della salvaguardia dell’ambiente». 

Attualmente, il mondo produce ogni anno circa 40 miliardi di bottiglie di vetro destinate agli spirits, generando 22 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Per ogni bottiglia eliminata grazie alla sua tecnologia, Ecospirits risparmia almeno 550 grammi di emissioni di CO2, vale a dire che ogni cocktail può risparmiare 30 grammi di emissioni. Ma i visitatori del Bar Show hanno anche fatto i "nomadi tra i barili" in un percorso tra passato presente e futuro della Velier con alla fine una degustazione di rum da collezione. Ma c'è anche un'altra novità nel progetto Nomad: due container viaggeranno in nave nei Caraibi per realizzare qualcosa che non si era mai visto prima: un alambicco nomade, che farà cioè visita alle diverse distillerie, in tutte le isole, spostandosi dall’una all’altra per creare dei rum unici, tutti distillati nel medesimo Double Retort Pot Still, ma lavorati nei luoghi stessi delle distillerie, a partire dalle loro materie prime.

Pellegrini Spa, prodotti artigianali e autentici 

Prodotti caratterizzati dall’artigianalità ma che esprimono le autentiche caratteristiche dei territori da cui provengono sono quelli in catalogo della Pellegrini Spa con la mission di dare al cliente la massima qualità, sposando progetti artigianali e autentici. A dominare lo spazio espositivo del distributore bergamasco di vini e distillati è stato l'Amaro Eroico, espressione dell'essenza mediterranea prodotto da antica ricetta dall'azienda di Altomonte (Cosenza). È un delicato equilibrio tra la sua componente amaricante (arancia amara, genziana e china) e la sua nota balsamica derivata dalla lenta infusione del rosmarino, dell’origano e del ginepro di cui è ricco l’entroterra montano della regione. È stato degustato in purezza o in miscelazione nei cocktail «Levante» e «Americano Eroico» preparati da Luca Angeli, del Four Seasons di Milano e da Cristiana Brunetti, de La Zanzara di Roma.

Per Davide Monorchio, responsabile del reparto liquori e distillati, il consumatore ha cominciato finalmente ad apprezzare i prodotto premium ed a capire la differenza di prezzo rispetto ad un'offerta più commerciale. «Ma è cambiato anche il nostro modo di approcciare il consumatore - ha detto - perchè l'inserimento di questo amaro nel nostro catalogo, l'anno scorso, è stato quasi un trait d'union tra le varie categorie dei nostri clienti: non solo ristoratori ma anche bartender e barlady. La nostra continua ricerca è sempre quella di trovare prodotti originali, con una selezione rigorosa e qui a Roma abbiamo volto coinvolgere anche i nostri amici stranieri con cui abbiamo un ottimo rapporto come le aziende Koval (USA), Cihuatan (Rum El Salvador), Adelphi & Ardnamurchan (Scozia) e Navy Island Rum Company (Jamaica) e con loro sono arrivati i loro barman, delle vere guest star». 

Naturali e biologiche: sono le Bevande futuriste 

«È bello ritrovarci dopo tre anni in questa sede», ha detto Elena Ceschelli, titolare con due soci di Bevande futuriste, un'azienda trevigiana nata nel 2014 che ha scalato il mercato con bevande naturali e bio, frutto di un’accurata scelta delle materie prime e di un packaging accattivante, dai colori delle etichette alla grafica, comprendendo che il consumatore, oggi, cerca sempre di più un prodotto dissetante, analcolico e del tutto naturale. Il Covid per l'azienda è stato superato progettando, innovando,ristrutturando.

«Siamo positivi - ha aggiunto - sempre e comunque. È questo il nostro approccio, il nostro essere futuristi.Niente a che fare con il movimento di Marinetti, piuttosto guardiamo a D'Annunzio, alla sua estetica futurista, al suo elogio alla bellezza, all'audacia di osare. Proprio come noi che lanciamo messaggi precisi anche contro tutti. Al Vittoriale abbiamo anche fatto un evento invitando cento barman e creando con loro il nostro Bitter Lemon ispirandoci ai giardini di agrumi di Gardone Riviera. Dai succhi di frutta ci siamo focalizzati sui cocktails, studiano quello che il consumatore vuole in quasi dieci anni di ricerca. Abbiamo una linea di 40 referenze di sciroppi ad alta concentrazione con ingredienti naturali e materie prime in purezza, con una intensità che aiuta il barman a creare bevande uniche». 

Tra le novità c'è lo sciroppo al burro con la componente grassa che dà al palato la sensazione del velluto. «Ma abbiamo anche studiato il food che può essere anche dentro al cocktail, come per i prodotti della Calabria presidio Slow Food come la mandorla, la Cipolla di Acquaviva e il vino Primitivo - prosegue - Poi passeremo anche alle tipicità venete. Alle cinque acque toniche con il brand Cortese di cui siamo leader ne abbiamo aggiunte altre due: l'indian e la mediterranea, che stanno avendo molto successo. Non manca poi una line adi tisane pronte, da quella alla liquirizia e all'anice stellati a quella alla camomilla e al the matcha e presto una bevanda dedicata al gusto femminile». 

Una storia di successo e di innovazione, la sua, con un fatturato + 15% rispetto al 2019. «Certo - conclude - la situazione attuale ci dà qualche problema: il vetro scarseggia, è diventato difficile reperire alcuni ingredienti e i costi salgono. Ma noi non li abbiamo trasmessi ai nostri clienti». 

Grappa Nardini, tradizione e futuro 

«È importante per noi della Grappa Nardini essere qui a Roma perchè anche nel nostro settore è un anno di rinascita - dice il responsabile marketing della storica azienda di Bassano del Grappa Giacomo Casoni -  sono ricominciate tutte le fiere più importanti con una grande affluenza di pubblico e un target selezionato. Abbiamo portato tutto il portafoglio Nardini, la più antica distilleria d'Italia, e da anni proponiamo anche la grande miscelazione con la nostra grappa. E del 2006 il nostro libro 'The Grappa hand book' in cui la proponevamo in 45 ricette create dai più importanti bartender internazionali. Certo, si beve ancora a fine pasto, ma presentarla in miscelazione ci conserte di avvicinarci ai giovani e alle nuove modalità di consumo. Ma la Nardini già dalla fine dell'Ottocento produceva anche altri prodotti come l'Acqua di cedro e tutta una liquoristica che poi si è espansa verso i bitter, dagli amari ai rabarbari, tutti di solida tradizione locale. Qui al Bar Show li facciamo degustare in purezza per meglio farli comprendere le loro caratteristiche organolettiche ai bartender che poi potranno usarli al meglio. Ma qui presentiamo anche una cocktail list creata dal nostro bartender Nicola Scattola. Problemi per la pandemia? Nardini ha 243 anni, ha attraversato guerre e ben altro». 

A Bassano del Grappa dall’antica tradizione enologica, era pratica assai diffusa in quegli anni lontani quella di distillare le vinacce per trarne una fonte di reddito e di sostentamento. All’epoca i distillatori si spostavano di casa in casa, con un alambicco mobile, per distillare "conto terzi" le vinacce derivanti dalla produzione del vino e Bortolo Nardini, il fondatore dell’azienda, intrapreso questo mestiere, si spinse fino a Bassano del Grappa. Chiamò il suo distillato "Aquavite di vinaccia", alla maniera latina senza la "c", giocando sull’etimologia che la vuole a volte "aqua di vita" altre "aqua della vite".

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Alberto Lupini


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