Pino Cuttaia presenta ‘Nnumari Occhi puntati sul Mediterraneo

Torna l'iniziativa del cuoco siciliano, dal 2 al 4 ottobre, nella sua Licata (Ag). Grande attenzione sulla sostenibilità della filiera legata al Mediterraneo, previsti anche momenti di formazione

23 settembre 2019 | 19:14
di Guido Gabaldi
‘Nnumari (“nel mare”, in lingua siciliana) a Milano può sembrare una stridente contraddizione, a meno di riferirsi all’idroscalo, con uno sforzo esagerato di fantasia. Ma quando si ha a che fare con l’inventiva di Pino Cuttaia tutto diventa possibile. Lo chef bistellato de “La Madia” di Licata, infatti, ha scelto Milano per presentare allo Spazio Bulthaup la sua ultima idea: un forum dal 2 al 4 ottobre, nella sua Licata, attraversato da convegni, talk, masterclass, momenti di confronto e convivialità tra chef provenienti da varie località del Mediterraneo, produttori della filiera, aziende esempio di sostenibilità, giornalisti e professionisti di vari settori. Tutti i partecipanti diventeranno, per l’occasione, i pensatori di un manifesto condiviso ed esportabile come modello, per valorizzare la cultura e la sostenibilità della filiera legata al Mediterraneo.

Pino Cuttaia

‘Nnumari non sarà soltanto eventi e discorsi, ma anche formazione, come ha chiarito Marcello Scalisi, direttore di Unimed, l’Unione delle Università del Mediterraneo. «Le attività formative coinvolgeranno 15 studenti provenienti da 11 diversi Paesi del Mediterraneo, per contribuire a una riflessione sul concetto di ‘identità mediterranea’. ‘Nnumari sarà così l’occasione per lanciare un’idea nuova e vincente: quella di portare avanti una versione in chiave mediterranea del progetto Erasmus, che da molti anni già interessa l’Europa, con lo scopo di coltivare una cultura comune e scambi costruttivi tra i paesi dell’area».

Prodotti e ricette siciliane a Nnumari

È stato però lo chef Pino Cuttaia, ideatore del progetto, a mettere in luce la genesi e le finalità dell’intera kermesse. «Nel corso della mia carriera ho capito come la Sicilia sia il risultato delle contaminazioni dei popoli che hanno vissuto in questa terra. L’arte culinaria del mio territorio non e` altro che il frutto di queste diverse esperienze. Il cuoco di oggi io lo vedo un po’ come la mamma dei tempi andati: se non siamo noi a tramandare queste esperienze, potrebbe perdersi tutto. Ecco perché ‘Nnumari sarà allietato dalla presenza di tanti illustri colleghi, che racconteranno e cucineranno mettendo al centro la nostra comune cultura mediterranea. E già, perché naturalmente i miei gesti sono simili ai gesti di altri cuochi e i miei viaggi mi hanno portato a capire che il territorio da cui attingo ogni giorno e` simile in tutti i Paesi del Mediterraneo, con la sola differenza del microclima, della stagionalità, degli usi e costumi di ognuno di essi.  È arrivato il momento di realizzare un convivio, che ho voluto intitolare ‘Nnumari, nel mare, perché la nostra cucina dipende dalla sopravvivenza di questo mare.  Voglio anche ribaltare il concetto del mare che divide popoli e nazioni: è possibile, invece, vederlo come qualcosa che unisce.  Viviamo tutti in terre unite dal mare; abbiamo tutti problemi in comune e abbiamo il dovere di trovare soluzioni insieme con l’unico scopo di studiare modelli comuni di sviluppo economici, sociali, ambientali sostenibili. Difendere la filiera alimentare, che ha il suo punto d’arrivo nei ristoranti, significa, oggi, anche conservare la propria identità».

A Nnumari si parlerà soprattutto di sostenibilità alimentare

E così a ottobre, per tre giorni, a Licata si alterneranno conversazioni, conferenze, visite ai produttori, aperitivi, pranzi e cene, in una cornice di convivialità e condivisione arricchita dalla collaborazione di tanti protagonisti della cucina contemporanea, provenienti da ogni parte del Mediterraneo. Un’occasione unica per tornare a parlare non solo di cultura dell’accoglienza fra popoli diversi, ma anche di sostenibilità della filiera, delle ricchezze del mare Mediterraneo, della valorizzazione del cosiddetto “pesce povero”, del cibo come segno di pace.

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Alberto Lupini


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