“Genio e follia oltre la tradizione” Tra cibo e cultura, torna EatPrato
Tre giorni dedicati alla cultura del cibo, del vino e del buon vivere a Prato, città della storia e dell'arte. La città toscana ripropone anche quest'anno il suo benvenuto all'estate con EatPrato
14 maggio 2019 | 09:42
di Mariella Morosi
ll Museo del Tessuto della città, famosa da secoli per l'arte della tessitura, dedica al genio fiorentino - che amava il cibo e il vino e che scriveva ricette- la visitatissima mostra sui suoi studi sulla meccanizzazione del processo di lavorazione dei tessili. Secondo Stefano Roiz, autore dello slogan che campeggia sui totem della città, «il prodotto sapiente e creativo, antico e contemporaneo diventa architettura di un mondo immaginifico e festoso, dove il gusto si fa tessuto di un'esperienza urbana conviviale, divenendo quasi monumento della sua cultura, ma con ironia e leggerezza, aprendosi a quella 'sana follia' capace ancora di accendere i cuori e le menti dei nostri 'Leonardi' contemporanei». È una Nouvelle Vague del Gusto quella che quest'anno Prato propone, una cucina colta e contemporanea che evolve dalla tradizione agroalimentare ma nello stesso tempo vi trae la sua identità. Del resto con la sua storia e con il saper fare in varie direzione dimostra di essere sempre stata una città laboratorio, creativa e stimolante.
La Festa prenderà il via all'imbrunire il 31 maggio sulla terrazza del Palazzo Pretorio con uno spettacolo di animazioni grafiche, "I Sentieri del Gusto", fatto di luci e suoni, mentre il videomapping ne animerà la facciata. Dal Caffè delle Logge si dirameranno itinerari lungo i quali si potrà sostare in spazi diversi per sorseggiare un calice di Carmignano, gustare uno "schiaccino" oppure, in piazza delle Carceri, davanti al Castello federiciano, concedersi una "pesca" di Prato piena di crema o qualche cantuccino alle mandorle col vin santo. Sono oltre 60 in città i pasticceri e i cioccolatai che si dedicano all'arte più dolce. Il Giardino Buonamici, nell'omonima piazza, quartier generale di tante iniziative, diventerà "il giardino delle delizie".
Mini tour organizzati potranno far conoscere le tante eccellenze pratesi, anche nei loro luoghi di produzione come nei forni, dove si fa la tipica "bozza", un pane modellato in forma tozza-rettangolare. È uno degli elementi identitari della cultura popolare locale che si tramanda da generazioni, sempre seguendo la ricetta originale: farina di grano tenero, acqua e lievito naturale. Niente sale, usanza che risale al XII secolo quando, al culmine della rivalità fra Pisa e Firenze, i pisani ne bloccarono il commercio. Un consorzio di fornai ne tutela la ricetta, la stessa che era di rigore sulla tavola dei Medici che lo facevano acquistare dagli ambulanti che sotto le loro finestre del palazzo fiorentino gridavano "Prato","Prato".
È un pane perfetto per la bruschetta con l’olio extravergine di oliva e per i crostini di fegatini. Quello raffermo, poi, rende squisite le zuppe , la panzanella o la pappa al pomodoro. Il companatico giusto è la Mortadella di Prato Igp, un altro prodotto con le radici nella storia. E' fatta con le carni scartate dalla produzione della finocchiona, o comunque di seconda scelta, che venivano speziate con pepe nero, sale, aglio pestato, coriandolo, cannella e chiodi di garofano. Originalità assoluta, l'alchermes -normalmente usato nei dolci- che le conferisce un rosa intenso. Grande poi è l'orgoglio per il vino rosso Carmignano Docg, che Francesco Redi definì degno di Giove nel suo libro "Bacco in Toscana". Non solo, è pioniere nella storia delle denominazioni perché Cosimo III dei Medici nel bando del 1716 fissò rigidamente i confini dei vigneti per tutelarne la qualità. Fu proprio un mercante di vino, Francesco Datini - il cui monumento sorge a Piazza del Comune - che passò alla storia per fondato nel 1398 la Compagnia del banco, il primo esempio di un’azienda bancaria autonoma, e per aver istituito un sistema di aziende -oggi si direbbe una holding- aprendo filiali a Pisa, Genova, Barcellona, Valenza e Avignone.
Molti gli eventi da non perdere a EatPrato, tra cui, domenica 2 giugno, appena fuori dal centro storico, allo spazio Chi-Na al Macrolotto, "Winezilla Jr", un approfondimento sui vini naturali e sulla cucina gourmet raccontato e guidato da Sandro Sangiorgi, scrittore del vino e raffinato enogastronomo, che traghetterà il pubblico dall'enologia alla letteratura e viceversa. Oltre ai trionfi del gusto, da non trascurare quelli dell'arte in una città antica, defilata dai flussi del turismo di massa della vicina Firenze. Il nucleo urbano è raccolto per intero entro le mura trecentesche e il suo centro ideale e geometrico è nella Piazza del Comune. Si può partire dalla Cattedrale, con l'itinerario di Filippo Lippi a Prato, da seguire a piedi tra musei e chiese e tra le opere che lasciarono il grande pittore e suo figlio Filippino. Da ammirare le feudali case-torri e l'imponenza del Castello dell'Imperatore Federico II di Svevia, costruito nell'ambito della lotta per il predominio in Toscana tra l'impero e il papato che caratterizzò i decenni a cavallo del 1200.
EatPrato 2019 è promosso dal Comune di Prato, con il Patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Prato e organizzato dalla Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi con gli sponsor Chianti Banca, Conad e RCR Cristalleria Italiana.
Per informazioni: www.eatprato.it
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