Fiera dell'Amaro, per i produttori è un'occasione per promuovere le etichette

La terza edizione di "Amaroteca – Fiera dell'Amaro d'Italia" si terrà dal 26 al 28 febbraio alla Fiera di Bologna: un’occasione imperdibile per tutti i produttori che vogliono promuovere le proprie etichette

27 gennaio 2023 | 17:50
di Paola Scarsi

Ha sede a Bologna l’unica associazione italiana che tutela un prodotto tipico e peculiare del nostro Paese: l’amaro. Suo fondatore e presidente è Edoardo Schiazza: «Come ogni paese italiano si dice abbia il suo campanile così ogni città ha il suo amaro, un prodotto tipico estremamente diffuso ma non adeguatamente valorizzato. Ho creato Amaroteca, che è un marchio registrato e l’Associazione Nazionale dell’Amaro d’Italia proprio per avviare un’azione di valorizzazione e tutela degli amari italiani. Pensiamoci: per l’amaro non esiste una figura professionale paragonabile al sommelier per il vino, non esiste una guida alla degustazione, men che mai una Carta degli amari nei ristoranti. Ma non esiste neppure un aggregato, un disciplinare, un consorzio, un qualche strumento che possa favorire l’interlocuzione tra soggetti pubblici e privati».

Amaroteca è nata da queste considerazioni. A differenza del vino, infatti, l’amaro italiano è raramente associato a una qualità particolare, al massimo viene nominato citando la marca, il produttore. Mentre quando si entra in un locale, qualsiasi esso sia, dalla rinomata osteria alla bettola, e si chiede un bicchiere di vino, viene specificato subito come lo si desidera: rosso, bianco, fermo, fruttato, secco e così via. Amaroteca vuole colmare questi vuoti, diffondendo la cultura dei liquori a base naturale. Gli effetti concreti del progetto si possono apprezzare al Caffè Rubik, notissimo bar nel centro a Bologna, nel quale è possibile degustare tutti gli amari raccontati in www.amaroteca.it, il sito dedicato.

L'amaro, una lunghissima tradizione

«L’amaro – continua appassionato Schiazza - è un prodotto che vanta una lunghissima tradizione, dal Medioevo a oggi, è un prodotto locale molto diffuso in Italia: la nostra banca dati - volutamente dedicata ai produttori medio piccoli - ne conta circa 400. Sono tutte produzioni regionali e artigianali, nicchie produttive riconosciute a livello locale ma, ad esempio, assenti dalla GDO. Per gli utenti del sito abbiamo anche realizzato un Atlante interattivo, (https://www.geotelling.com/amaroteca/) prezioso strumento GIS gratuito che permette di effettuare le ricerche secondo varie modalità: per gradazione alcolica, per grado di amarezza, per prevalenza di essenza, per regione. Una volta che il motore di ricerca ha individuato l’amaro con le caratteristiche prescelte appare la bottiglia che può essere selezionata per raggiungere il luogo di produzione e quindi andare sull’e-commerce del produttore».

«Periodicamente organizziamo degustazioni in presenza e anche online, sistema che abbiamo sviluppato durante la pandemia. Il produttore invia delle bottigliette in formato mignon che noi distribuiamo e facciamo degustare con il produttore presente, seguendo la guida alla degustazione che abbiamo realizzato». Da qualche tempo Caffè Rubik ha fatto un accordo con l’enoteca Dioniso in via Belle Arti di Bologna dove è possibile acquistare le etichette che noi somministriamo. Viceversa, chi va all’enoteca e vuole assaggiare un amaro prima di acquistarlo viene dirottato al Caffè Rubik. «Stiamo iniziando anche un’attività di franchising: a Napoli il Cafè do Brasil sta diventando una sorta di seconda Amaroteca: si stanno qualificando come somministratori di amari e noi li supportiamo in questo progetto».

L'obiettivo? Un consorzio di produttori in grado di interloquire con le Istituzioni

Quello che Schiazza sta tentando di creare insieme ai produttori è un disciplinare: l’obiettivo è quello di un consorzio di produttori in grado di interloquire con le Istituzioni per trovare un riconoscimento a questo peculiare prodotto italiano. «In Europa infatti l’amaro viene definito bitter e anche dal punto di vista normativo c’è un po’ di confusione perché si fa sempre riferimento alle bevande spiritose con caratteristiche oggettive mentre per il gusto amaro si tratta di una definizione molto soggettiva. Bisognerebbe riuscire a stabilire quale sostanza determina il grado di amarezza e su tali basi definire poi l’amaro».

«Nel settembre 2021 abbiamo anche realizzato la prima edizione della fiera dedicata alla Genziana d’Abruzzo: 12 genziane, 12 tappe di degustazione nei locali di Chieti uno per ciascuna Genziana» continua. Schiazza organizza anche "Amaroteca – Fiera dell'Amaro d'Italia” la cui terza edizione si terrà dal 26 al 28 febbraio 2023 nell'ambito della manifestazione Slow Wine Fair alla Fiera di Bologna. Si tratta di un’occasione imperdibile per tutti i produttori che vogliono promuovere le proprie etichette, entrare in contatto con gli operatori nazionali e internazionali e ampliare il mercato dell’Amaro d’Italia. L'evento ha l’obiettivo di diffondere il piacere e la cultura dell’amaro attraverso stand espositivi, conferenze, masterclass esclusive e momenti distinti per professionisti e appassionati.

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Alberto Lupini


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