Bergamo e Brescia, due città che diventano una Capitale
Presentato a Milano “La Città Illuminata”, il dossier relativo all’appuntamento che per un anno vedrà protagonisti i due territori. Non una rassegna di eventi, l’obiettivo è costruire una visione del futuro
Ripartire insieme dalla cultura dopo anni difficili con un progetto di coesione e crescita civile tra due città lombarde. Un esempio concreto». Con queste parole, Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa San Paolo, ha avviato l’incontro di presentazione del dossier di programmazione relativo a “Bergamo-Brescia, Capitale Italiana della Cultura 2023-La Città Illuminata”. L’evento si è svolto la mattina del 2 marzo a Milano presso le Gallerie d’Italia.
Presenti Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali, Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, Stefano Baia Curioni, professore associato del Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università Bocconi, Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, Enrico Pazzali, presidente del comitato Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.
Entità al singolare
Da annotare, subito, la connotazione dei due centri lombardi come entità al singolare - Capitale della Cultura e Città Illuminata - segno potente di unità e unicità. «Un progetto – ha ricordato Enrico Pazzali – che vede la cultura come elemento di rigenerazione, sviluppo e integrazione in un territorio straordinario. Un progetto dalla forte identità, ma di portata nazionale». Sulla stessa linea il presidente della Fondazione Cariplo, Fosti. «Come si può in questi momenti – ha sottolineato – non investire nella cultura come elemento di rafforzamento di una comunità? La cultura non è tale se non è diffusa per generare coesione e lotta alle diseguaglianze».
Quattro aree ideali
Filo conduttore di “Bergamo-Brescia, Capitale Italiana della Cultura 2023” è rappresentato da “La Città Illuminata”, un progetto che non vuol essere una rassegna di eventi lunga un anno, ma che mira a costruire una visione del futuro da lasciare in eredità all’intero territorio. Realizzato grazie al supporto del Centro di Ricerca Ask - Art, Science and Knowledge dell’Università Bocconi e con il sostegno del Comitato Bergamo Brescia 2023 e di Intesa Sanpaolo, si articola in quattro aree su cui saranno realizzate iniziative ed eventi che renderanno Bergamo e Brescia protagoniste del palinsesto culturale italiano ed europeo durante tutto il 2023. “La cultura come cura” ha lo scopo di aiutare a costruire una memoria condivisa con uno sguardo di speranza verso il futuro. A quest’area si aggiungono “La città natura”, che avrà l’obiettivo di stimolare la riflessione sul rapporto tra spazi urbani e spazi naturali, una delle grandi sfide di questo secolo per rendere le due città più verdi e sostenibili, “La città dei tesori nascosti”, per ripensare, reinterpretare e riprogettare il rapporto con i patrimoni culturali di entrambi i territori e “La città che inventa”, un insieme di progetti che vede protagoniste le imprese e le loro associazioni di rappresentanza che, insieme alle istituzioni artistiche e culturali, racconteranno la grande capacità inventiva, progettuale e realizzativa caratteristica di questi luoghi, l’area manifatturiera più importante d’Europa.
Una festa del pensiero
«Una festa della cultura e del pensiero – ha puntualizzato Stefano Baia Curioni, curatore del progetto – Una capitale della cultura che unisce due città e risponde alla pandemia. Nella “città illuminata” cultura e sviluppo si abbracciano, scienza e umanesimo entrano in rapporto. Il risultato è un’area metropolitana innovativa, a bassa intensità e ad alta vitalità».
Un dossier che mette insieme tanti tesori nascosti, tangibili e intangibili, la memoria e il futuro. Il progetto verrà inaugurato il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, che, come ha annotato il presidente della Regione Fontana, «è la patrona della luce, dell’inizio del cammino. Dalle difficoltà si rinasce e Bergamo e Brescia hanno deciso di ripartire quando si era in piena pandemia. Nei momenti difficili la comunità lombarda sa reagire».
Guardare al futuro
«È la prima volta che Capitale Italiana della Cultura non è una sola città, ma due che lavorano insieme — ha commentato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori — Il progetto nasce dalla pandemia, ma è proiettato al rilancio, guarda al futuro. Il dossier è solo l’inizio e la cultura va interpretata a tutto tondo, una leva di emancipazione delle comunità, un passo avanti nel segno dell’innovazione, uno strumento per interpretare la realtà».
La cultura della solidarietà
«Il percorso avviato ormai due anni fa, fu una scelta fatta in un momento drammatico. Oggi il saldo demografico e come quello dopo la seconda guerra mondiale – ha ricordato il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono – Le nostre popolazioni hanno reagito con la cultura della solidarietà, un valore che determina la coesione dei territori». «La cultura può dare un contributo enorme per la ripartenza. La luce dopo la notte», ha confermato il ministro Franceschini chiudendo i lavori.
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Alberto Lupini