Tradizione ed evoluzione dell'arte bianca La filiera secondo Molino Farchioni
28 marzo 2017 | 18:02
di Mariella Morosi
Al centro degli interventi, coordinati dalla giornalista Tiziana Briguglio, una filiera di alta qualità con garanzia di sicurezza della materia prima e alla base di una vasta gamma di prodotti da forno di elevato livello qualitativo e salutistico. L'equilibrio tra saperi antichi e nuove tendenze - è stato sottolineato - resta una componente di un mestiere tra i più nobili legati al cibo. Al centro del progetto dell'associazione, messo a punto lo scorso anno, una panificazione sviluppata intorno ai nuovi regimi alimentari e l’uso di farine in grado di restituire agli impasti una propria identità territoriale.
Soltanto tecniche molitorie all’avanguardia ed innovativi diagrammi di macinazione riescono infatti a trasferire dal chicco qualità organolettiche, profumo e sapore. Non è più una scelta ma un obbligo, a cominciare dal campo, l’osservanza della massima sostenibilità nella produzione di materie prime e il pane, più di altri cibi, continua a vantare un valore simbolico. Anche puntando all'avanguardia e alle nuove esigenze del consumatore, anche vegan, non si può prescindere dall'esperienza artigianale del passato, come hanno sottolineato i maestri panificatori presenti all’incontro.
Adriano Albanesi
In rappresentanza dello straordinario giacimento gastronomico regionale italiano la Crescia di Urbino, amata dai duchi di Montefeltro, è stata confezionata da Michele Romano mentre Carlo Avallone, titolare di una pizzeria sulla costa laziale, ha mostrato la lavorazione della Tiella di Gaeta a base di scarola e cipolle, piatto povero ma gustosissimo.
Ma essenziale per la confezione dei prodotti da forno, oltre ai componenti e alla temperatura di cottura, resta la lievitazione con l’impiego del lievito madre, presentato nell’occasione anche in versione integrale, ottenuto cioè con l’intero chicco di grano macinato. A costi di produzione più elevati e tempi lunghi di lavorazione, corrispondono tuttavia una maggiore naturalezza, qualità e digeribilità. La certificazione biologica costituisce poi un ulteriore veicolo di garanzia e un valore aggiunto, premiato, secondo una statistica condotta da Ismea, con un +20% dei consumi rispetto al prodotto tradizionale, nel solo 2016.
L'azienda Farchioni è una tra le realtà italiane agroindustriali più importanti con un fatturato da 125 milioni di euro. Datata 1780, produce oltre alle farine, olio extravergine d'oliva, Sagrantino e Rosso di Montefalco e una gamma di birre con materie prime aziendali biologiche. La scelta del legame diretto con la nuova associazione di giovani fornai ha alla base la condivisione dei suoi valori strategici e della richiesta dei consumatori di prodotti di qualità etici e sostenibili.
Il gruppo dei "Giovani panificatori" è un’associazione di fornai in massima parte di Roma il cui intento è la valorizzazione della panificazione di alta qualità. Ne fanno parte Adriano Albanesi (Il forno delle meraviglie) che ha confezionato e presentato con i colleghi una vasta gamma di pani e pagnotte di straordinaria leggerezza e perfetta alveolatura, Mario Maurizi (Forno Maurizi) che ha mostrato tutta la procedura per usare e conservare i diversi tipo di lievito madre, Giuseppe Bernabei (Gruppo Bernabei); Gabriele Basciani (Panificio Mondial Bread); Simone Aureli (Dolce Forno); Carlo Costantini (Il Fornaio di via Cherso); Gruppo Cr; Roberto Nicosanti (Panificio Val Melaina); Corrado Savinelli (L’angolo del Fornaio 2); Bruno Cherubini (Maurizi, Largo Giovanni Ansaldo); Daniele Boldrini (Panificio Boldrini La Briciola); Natascia e Fulvia D’Offizi (Gioia e Golò); Edoardo Ansuini (Ansuini Fornai); Flavio (Sandrino’s Forni evoluti ); Diego Erma (La Panzanella). Di Artena (Rm) è Ivan Mastrone (Ivan, il re del pane) mentre Domenico Zingarelli è di Latina (Briciole).
Per informazioni: www.farchioni1780.com
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