La pesca sostenibile in Alaska, un grande senso di responsabilità

In Alaska la sostenibilità è legge: pesca responsabile e valorizzazione totale del pescato per combattere lo spreco alimentare. Certificazioni e tracciabilità garantiscono la qualità della produzione ittica

12 febbraio 2024 | 08:30

Il 5 febbraio si è celebrata la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare. Una giornata che deve far riflettere tutti noi perché, proprio lo spreco di cibo, incide notevolmente sia a livello economico sia a livello ambientale. Infatti, se ingenti sono le perdite finanziarie per produttori e consumatori, altrettanto lo sono gli inevitabili rifiuti, responsabili delle emissioni dei gas serra.

È indispensabile dunque arrivare a una svolta ecologica comportamentale per salvaguardare non solo la nostra salute ma anche quella del Pianeta. È dunque la sostenibilità la parola che deve rappresentare il diktat per un futuro migliore, una sostenibilità che, in Alaska, è al primo posto nello svolgimento di quella che è la principale attività dello Stato: la pesca.

Alaska, quattro pilastri fondamentali per la tutela della sostenibilità 

A sancire il grande senso di responsabilità che lega l’Alaska alla sostenibilità è una legge del 1959, suggellata dalla Costituzione, grazie alla quale si ratifica che è possibile prevenire l’eccesso del pescato e i conseguenti danni all’ecosistema. L’approccio precauzionale e scientifico di questa modalità di gestione fa sì che si peschi addirittura meno del consentito! Una legge che può sembrare dura ma che, in realtà, è accolta con grande senso dello Stato da tutti, dai pescatori a tutti gli operatori del settore compresi i trasformatori, gli scienziati e le forze dell’ordine.

Tutto questo va anche ad influire sulla tutela che le istituzioni riservano sia all’ambiente sia ai lavoratori in quanto, rispettando le regole, garantiscono anche la sopravvivenza delle varie specie ittiche. Infatti, se proteggere l’ecosistema e il pesce è di vitale importanza in Alaska, non sono da meno i vantaggi che ne ricavano le piccole imprese familiari che possono lavorare nel nome di una giusta equità.

Una protezione che agisce attraverso quattro punti fondamentali:

  • chiusure ad hoc per periodi specifici e per alcune aree di pesca;
  • limitazioni sulle dimensioni della barca e di alcuni attrezzi;
  • divieto assoluto di utilizzo di attrezzature considerate dannose;
  • limitazione delle licenza di pesca.

In Alaska del pescato non si butta via niente. Certificazioni e tracciabilità garantiscono la qualità

È importante inoltre segnalare che, sempre pensando agli sprechi, il pescato viene utilizzato in tutte le sue parti. Le lische, ad esempio, vengono convertite in alimenti per animali domestici ma anche in fertilizzanti per rimuovere metalli pesanti e rifiuti radioattivi dal suolo. La milza, lo stomaco e le uova diventano sofisticate prelibatezze gastronomiche e persino la pelle, oltre ad avere peculiarità curative, viene impiegata dal settore tessile. Per chi ancora non lo conoscesse anche l’olio rappresenta una grande fonte di salute per il cuore per contrastare i pericolosissimi trigliceridi. Presenti anche i preziosi acidi grassi omega 3 DHA e EPA, un vero toccasana per lo sviluppo cognitivo dei più piccoli e per le donne in gravidanza.

Inoltre, la garanzia sulla sostenibilità dei prodotti ittici dell’Alaska è data dalle certificazioni che ne indicano con precisione anche la tracciabilità. Queste avvengono attraverso vari canali come la Rfm (Responsable Fisheries Management) e la Msc (Marine Stewardship Cpuncil), enti che hanno un programma a Catena di Custodia che garantisce il tracciamento fin dalle origini e sono valutati dal Gssi (iniziativa di prodotti ittici sostenibili). Entrambi sono anche, allineati con il codice di condotta per la pesca responsabile dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (Fao).

Selvaggio, naturale, sostenibile, gli aggettivi caratterizzanti di tutte le varietà del salmone dell’Alaska, dal King, al Sockeye, al Keta (da cui si ricava l’ikura, famoso come caviale rosso), all’Argentato, al Rosa. Cinque straordinarie varietà che rientrano a pieno titolo nei menu dei più prestigiosi ristoranti internazionali.

Per informazioni: www.alaskaseafood.it

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Alberto Lupini


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