Parmigiano Reggiano batte Kraft: il marchio “Parmesan cheese” non può essere registrato

Per l'ufficio ecuadoriano dei diritti di proprietà intellettuale, la multinazionale americana “approfitta indebitamente della notorietà, della qualità e di altre caratteristiche della Dop”

04 marzo 2022 | 15:40

Una vittoria netta e importante, per riaffermare ancora una volta l'importanza e il valore delle Indicazioni Geografiche e del made in Italy, in questo caso del Parmigiano Reggiano. Teatro del contendere questa volta è l'Ecuador. Nel Paese sudamericano, la multinazionale Kraft voleva infatti registrate il marchio "Kraft Parmesan cheese". L'ufficio ecuadoriano dei diritti di proprietà intellettuale ha però risposto picche, dando ragione a Parmigiano Reggiano e vietando così la registrazione del marchio

Parmigiano Reggiano in Ecuador batte Kraft: la sentenza 

La sentenza arrivata dall'Ecuador è chiara. Per l'ufficio dei diritti di proprietà intellettuale la richiesta di registrazione del marchio non può essere accolta perché "presenta somiglianze significative con la denominazione di origine protetta, approfittando indebitamente della notorietà, della qualità e di altre caratteristiche di quest'ultima dovute esclusivamente alla ambiente geografico in cui viene prodotta". 

Non solo. Nel testo viene sottolineato come "Kraft Foods Group Brands, LLC., è una società domiciliata negli Stati Uniti d'America, località che non ha alcun rapporto con l'Italia, tanto meno con l'origine del formaggio Parmigiano Reggiano (territorio delle province di Parma, Reggio Emilia e Modena e i comuni limitrofi delle province di Mantova e Bologna)". 

 

 

Una sentenza che si spera faccia scuola 

La decisione rappresenta una vittoria importante per il sistema delle Indicazioni Geografiche nel continente americano poiché viene ribadita l’importanza fondamentale del legame tra prodotto, territorio e Denominazione di Origine. La decisione dell’Ufficio Ecuadoriano ha dimostrato, in punta di diritto, che il nome Parmesan non è necessariamente generico al di fuori dell’Unione Europea, come invece vorrebbero varie multinazionali e associazioni di categoria. Una pietra miliare sulla quale costruire una strategia più ampia a livello globale, che andrà a beneficio non solo della Dop Parmigiano Reggiano ma di tutte le Indicazioni Geografiche.

La battaglia di Parmigiano Reggiano contro i tarocchi 

In aggiunta agli aspetti legali, la battaglia contro la genericità del nome Parmesan che il Consorzio combatte in tutto il mondo, con sforzi economici molto importanti, in sinergia con Origin - l’organizzazione che raggruppa le Indicazioni Geografiche a livello internazionale - ha risvolti estremamente concreti per le persone e per le loro abitudini di vita. Il termine Parmesan evoca infatti la denominazione di origine Parmigiano Reggiano e, nei Paesi in cui non esiste tutela, il consumatore medio può essere facilmente ingannato e spinto all’acquisto di un prodotto che sembra italiano ma che in realtà non ha nulla a che fare con l’Italia. Il Parmigiano Reggiano ha legami talmente forti con la sua zona di origine che sarebbe impossibile riprodurlo in qualsiasi altro luogo, pur utilizzando le stesse tecniche di produzione.

In Europa il Parmigiano è tutelato 

Nel 2008, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito con una sentenza che solo il formaggio Parmigiano Reggiano Dop possa essere venduto con la denominazione Parmesan all’interno dell’Unione europea. Pertanto, l’utilizzo del termine Parmesan per designare formaggi duri e grattugiati non conformi al disciplinare di produzione della Denominazione di Origine Protetta (Dop) Parmigiano Reggiano è una violazione di quest’ultima nell'Ue.  La sentenza della Corte è stata una vittoria anche per i consumatori che hanno così ottenuto una forte garanzia di tracciabilità e saranno tutelati da denominazioni fuorvianti sul mercato.

Fuori dall'Europa i tarocchi valgono 2 miliardi di euro 

Sfortunatamente, le normative che proteggono il nome Parmigiano Reggiano all’interno dell’Unione europea non valgono in tutti i paesi del mondo, aprendo la porta a usi non corretti del nome per formaggi prodotti negli Stati Uniti e in altri paesi. Il Consorzio stima che il giro d’affari del falso Parmesan fuori dall’Unione europea sia di 2 miliardi di euro, circa 200mila tonnellate di prodotto, ossia 15 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato. In questo senso, laa decisione dell’Ufficio dell’Ecuador conferma l’importanza dell’Accordo di Libero Scambio concluso dall’Unione europea con Colombia, Perù ed Ecuador, che ha consentito di riconoscere la protezione della Dop Parmigiano Reggiano nei paesi andini.

Il commento del presidente Nicola Bertinelli 

«Prosegue la lotta globale del Consorzio contro l’uso illegittimo del termine Parmesan – ha commentato il presidente Nicola Bertinelli – dopo una battaglia legale durata quasi tre anni con la multinazionale Kraft Foods Group Brands LLC, siamo riusciti a scongiurare la registrazione del "Kraft Parmesan cheese" come marchio di impresa in Ecuador. Un’azione portata avanti nell’interesse dei produttori italiani ma anche dei consumatori ecuadoriani che non correranno più il rischio di essere ingannati al momento dell’acquisto. Qualora la multinazionale dovesse impugnare la decisione il Consorzio, naturalmente, proseguirà nella sua difesa della Dop e dei consumatori locali». 

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Alberto Lupini


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