Anno record per il Parmigiano Nel 2018 consumi per 2,4 miliardi

Sono 3,7 milioni le forme di Parmigiano Reggiano prodotte nel 2018, pari a 148mila tonnellate. Il livello più elevato di sempre. In fila coprirebbero la distanza tra Reggio Emilia e Londra

15 aprile 2019 | 16:28
di Gabriele Ancona
Se le mettessimo su una bilancia peserebbero come quasi 19 Tour Eiffel. Un giro d’affari al consumo pari a 2,4 miliardi di euro per la Denominazione di origine protetta che dà lavoro a oltre 50 mila persone. Un prodotto che rappresenta non solo il primo marchio Dop al mondo per influenza (classifica “The Most Influential Brands 2018” curata da Ipsos), ma anche la prima Dop/Igp food per valore alla produzione (rapporto Qualivita-Ismea). Produzione che nel 2018 ha fatto registrare una crescita dell'1,35% rispetto all’anno precedente.



Questi i dati di impatto che hanno dato il via presso la Borsa di Milano alla presentazione dell’universo economico del Parmigiano Reggiano. In sala, il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli, il vicepresidente Guglielmo Garagnani e il direttore della Fondazione Qualitiva, Mauro Rosati.



La conferenza stampa è stata anche l’occasione per una riflessione sulle azioni che il Consorzio intraprenderà per guidarne la crescita. La sfida è quella di collocare il prodotto a un prezzo remunerativo: nel 2019 si prevede infatti un ulteriore incremento della produzione, che porterà il numero delle forme a superare quota 3,75 milioni. Se nel 2016 il costo al chilo era di 8,60 euro, nel 2018 la quotazione media annua si è attestata ai 10 euro, con un incremento del 16,3% (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore. Fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma).

«Il Parmigiano Reggiano – ha ricordato Nicola Bertinelli – è un grande prodotto, un alimento ottimo, tutelato da un Consorzio autorevole composto da 330 produttori che credono in questo organismo e nelle sue strategie. Le parole chiave sono: persone, territorio e saper fare».

Il bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a oltre 24 milioni di euro destinati a sviluppare le vendite in Italia e all’estero: 1,5 milioni in più rispetto all’anno precedente. L’Italia rappresenta oggi il 60% del mercato, contro una quota export del 40,1% (+5,5% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). La Francia è il primo mercato (11.333 tonnellate), seguito da Usa (10.439 tonnellate), Germania (9.471 tonnellate), Regno Unito (6.940 tonnellate) e Canada (3.030 tonnellate). Se Francia e Regno Unito crescono (rispettivamente +12,6% e +2,2%) la Germania frena (-4,4%) a causa della concorrenza dei prodotti similari. Al contrario, cresce il Canada (+17,7%) che, grazie agli accordi Ceta, conferma le previste opportunità di sviluppo.

Cinque mercati che rappresentano il 70% dell’esportazione. «Per ampliare il nostro raggio d’azione – ha puntualizzato Bertinelli - per il triennio 2019-2021 punteremo sugli Emirati Arabi, dove esistono consumo e capacità di spesa. Dobbiamo creare la conoscenza della marca e a questo scopo abbiamo lanciato una campagna di comunicazione per raccontare al consumatore la nostra distintività e spiegare quali sono le differenze tra il “vero” Parmigiano Reggiano e il fake Parmesan. Al proposito, per quanto riguarda Brexit abbiamo depositato la brand Parmesan, che quindi sarà di proprietà di Parmigiano Reggiano. Quanto meno non si evocherà il Parmesan, perché Parmesan vorrà dire anche fuori dall’Unione europea, in Uk, Parmigiano Reggiano».

«In un mercato globale, sempre più aperto, non è più sufficiente produrre ottimo cibo, ma è anche necessario comunicare in modo efficace soprattutto nei nuovi canali digitali dove il valore della denominazione associato ai brand aziendali rappresenta il vero valore aggiunto», ha commentato Mauro Rosati.

Per informazioni: www.parmigiano-reggiano.it

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