Oltre un miliardo di euro di acquisti di formaggio italiano all'estero: è record

Nel primo quadrimestre 2021, le esportazioni casearie sono aumentate del +7,5% grazie alle riaperture Horeca a livello internazionale. Bene gli Usa dopo la sospensione dei dazi: +12%. Preoccupa ancora l'Italian sounding

29 luglio 2021 | 18:30

Record storico per gli acquisti di formaggi italiani nel mondo: +7,5% per le esportazioni trainate anche dalla riapertura dei ristoranti al livello internazionale. A sottolinearlo è Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo quadrimestre 2021 che registrano un valore di oltre il miliardo di euro per le spedizione all'estero. In particolare nell'Unione Europea che assorbe circa 2/3 della produzione italiana di formaggi da esportazione mentre spicca il risultato del mercato statunitense favorito dalla sospensione dei dazi.

Dazi sospesi e il mercato Usa vola: +12%

Grazie all'accordo sottoscritto fra Unione Europea e Stati Uniti, dall'11 marzo 2021 le tariffe aggiuntive che colpivano le eccellenze agroalimentari Made in Italy sono venute meno. Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone hanno quindi potuto sfruttare un regime fiscale più leggero del 25% ritornando sulle tavole e negli scaffali dei distributori e consumatori americani mettendo a segno una crescita del +12%.

 

Preoccupa il fenomeno dell'Italian sounding

A minacciare le performance dei formaggi italiani sui mercati esteri, a partire da quello Usa, continua a essere, però, il fenomeno dell'Italian sounding che nel nome richiamo legami produttivi con il nostro Paese senza tuttavia poterli effettivamente vantare. «A taroccare il cibo sono soprattutto i Paesi emergenti o i più ricchi dalla Cina all Australia, dal Sud America agli Stati Uniti», ricorda la Coldiretti. Proprio negli Stati Uniti, «il 99% dei formaggi di tipo italiano sono “tarocchi” nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese», precisa Coldiretti. Ultima a essersi aggiunta alla lista dei "furbetti" è la Russia dove l'embargo ai prodotti italiani ha favorito la nascita e la brutta copia russa di prodotti Made in Italy. «La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è - ha ribadito la Coldiretti - inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori».

 

Per la vera ripartenza post-Covid serve agire sull'infrastruttura logistica

Insomma, dopo il Covid l’Italia può ripartire dai propri punti di forza, con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia. Per riuscirci, però, «serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo», ha commentato Ettore Prandini, presidente Coldiretti. In particolare, è la logistica a rappresentare la nota dolente su cui, si spera, possa intervenire il Recovery Plan.
 


 

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Alberto Lupini


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