Olio di palma, quello sostenibile è meglio
La migliore alternativa all’olio di palma? È la versione di se stesso migliorata. Lo hanno detto l'Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile e la Roundtable on Sustainable Palm Oil
La riabilitazione dell’olio di palma, denigrato solo una manciata di anni fa, prosegue. Non è dannoso più di altri grassi e non causerebbe malattie cardiovascolari, è già stato detto, ora la conferma che se sostenibile sarebbe anche migliore di se stesso.
La "consacrazione" è arrivata a Marca, di scena a Bologna Fiere grazie all’Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile e la Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), presenti per promuovere l’impiego esclusivo di olio di palma certificato sostenibile.
L’Unione e RSPO negli ultimi anni hanno intensificato la loro collaborazione nel perseguimento dei comuni obiettivi e per suggellare questa partnership hanno deciso di scambiarsi reciproca adesione dal 1 gennaio 2023. L’Italia, con 248 realtà associate a RSPO è al terzo posto in Europa ed al quinto nel mondo.
«Europa maggior consumatore di olio di palma»
«Sono molto soddisfatto del percorso che abbiamo fatto in questi anni e della crescente attenzione alla sostenibilità che ha portato l’Europa ad essere il principale utilizzatore di olio di palma sostenibile al mondo. E l’Italia è tra i paesi europei che maggiormente hanno contribuito a questo primato, con almeno il 95% dell’olio di palma utilizzato nel food proveniente da fonti certificate. C’è ancora molta strada da fare. Ora che finalmente il clamore mediatico si è calmato e il dibattito è più equilibrato, molti utilizzatori di oli vegetali sono tornati o stanno iniziando ad utilizzare olio di palma – ha dichiarato Mauro Fontana, presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile - Soprattutto in un momento di crisi del mercato degli oli vegetali e con una domanda di olio di palma in crescita, è necessario continuare a procedere responsabilmente per non compromettere gli ottimi risultati raggiunti. Le aziende e le organizzazioni aderenti all’Unione sono impegnate ad utilizzare e promuovere l’impiego esclusivo di olio di palma certificato sostenibile, perché sono convinte che sia la migliore e unica reale alternativa all’olio di palma».
«Raddoppiato l’uso del marchio RSPO»
I consumatori, guidati dal Marchio RSPO, possono fare scelte responsabili acquistando prodotti che usano olio di palma sostenibile certificato.
«Tra il 2020 e il 2021, abbiamo visto raddoppiare l'uso del marchio RSPO sui prodotti. Ciò segnala la disponibilità del mercato a comunicare gli sforzi per la sostenibilità di questa filiera. – ha spiegato Francesca Morgante, senior manager Europe (Market Transformation) RSPO - Questo trend rappresenta un'opportunità per i membri che sono certificati RSPO per la catena di fornitura per soddisfare le richieste e le aspettative dei retailers internazionali e dei consumatori».
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L’impegno contro la deforestazione e il lavoro minorile
Associarsi a RSPO, approvvigionarsi in modo responsabile e aderire all’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, sono quindi i primi 3 step fondamentali che i retailer italiani ed i loro fornitori possono compiere per confermare il proprio impegno nel porre fine alla deforestazione, migliorare i mezzi di sussistenza degli agricoltori, garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e della comunità e combattere il lavoro minorile, contribuendo così al raggiungimento degli SDGs.
«Un impegno che non sarà più solo un asset strategico e una leva di comunicazione verso i clienti e consumatori, sempre più attenti all'impatto ambientale ed etico dei loro acquisti, ma consentirà agli operatori di prepararsi in vista del regolamento Ue per le catene di approvvigionamento a deforestazione zero (“deforestation-free”) in via di approvazione, che punta a disciplinare l’importazione di materie prime e prodotti associati al rischio di deforestazione. – conclude Fontana - Il regolamento UE imporrà agli operatori interessati l’obbligo di due diligence, per verificare e dimostrare che le materie prime in questione non siano state coltivate in aree oggetto di deforestazione a partire dal dicembre 2020 e riconosce il valore degli schemi di certificazione verificati da terze parti nelle procedure di valutazione del rischio da parte degli operatori».
L'Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile
L'Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile è nata nel 2015 per iniziativa di alcune associazioni di categoria aderenti a Confindustria e primarie aziende nazionali e internazionali attive nei settori merceologici che utilizzano olio di palma per promuovere l’impiego esclusivo di olio di palma certificato. Grazie anche al supporto di un Comitato Tecnico Scientifico interdisciplinare, composto da esperti del mondo accademico e delle ong, che ha il compito di validare i messaggi diffusi, assicura una informazione corretta e fondata su evidenze scientifiche.
Dal 2004, RSPO riunisce produttori, distributori, rivenditori, investitori ed organizzazioni non governative per definire principi e criteri specifici per una produzione sostenibile e un utilizzo tracciabile dell’olio di palma certificato a livello globale. L’obiettivo è trasformare i mercati partendo dalla produzione, coinvolgendo i grandi distributori e fino al consumatore finale. Per questo, la certificazione RSPO richiede trasparenza e tracciabilità della catena di produzione a tutti i livelli.
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Alberto Lupini
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