Quest'anno il Natale avrà un sapore decisamente più amaro per le famiglie italiane. I prezzi dei dolci natalizi hanno infatti subito rincari significativi: la farina, ad esempio, rispetto al 2023, è passata da 37 a 69 euro al quintale (+86%), il burro è salito da 5,80 a 10 euro al chilo (+72%), e il cioccolato ha visto un'impennata da 25 a 35 euro al chilo (+40%). Ma anche gli altri ingredienti come lo zucchero sono aumentati da 95 centesimi a 1,30 euro al chilo (+37%), mentre l'uvetta di qualità superiore è praticamente raddoppiata, da 4,40 a 7 euro al chilo.
I rincari hanno poi toccato anche l'olio extravergine di oliva, passato da 5 a 14 euro al litro (+180%), e la frutta secca, come nocciole e pistacchi, con incrementi del 30-35%. Complessivamente, i prezzi dei panettoni, pandolci e pandori artigianali aumenteranno tra il 5% e l'8%.
Gli effetti sui dolci della tradizione
Aumenti (vertiginosi) che hanno messo e metteranno a dura prova i pasticceri italiani, che sono già stati costretti a muoversi con anticipo nei mesi scorsi per contenere i costi senza compromettere la qualità dei dolci natalizi. «Si tratta di un trend iniziato parecchio tempo fa - ha spiegato Filippo Tagliafico, presidente dell'associazione pasticcerie Fepag Fipe Confcommercio, intervistato da Il Secolo XIX. Già con l'incremento del costo della farina, cresciuto di oltre il 50%, si sono avute le prime difficoltà. Poi è stato il turno del burro, che l'anno scorso costava 5,80 euro al chilo e oggi arriva fino a 10 euro. Negli ultimi mesi anche il cioccolato ha iniziato ad aumentare: le case più rinomate stanno raddoppiando i prezzi. Se prima costava in media 25 euro al chilo, oggi siamo a 35».
Ma il rincaro, come riportato poc'anzi, coinvolge anche altri ingredienti chiave per i dolci natalizi. Simone Ghiotto, presidente dell'associazione gelatieri artigianali Confesercenti, ha voluto sottolineare l'aumento della frutta secca: «Nocciole e pistacchi hanno subito un incremento del 30-35%. Anche lo zucchero, passato da 95 centesimi a 1,30 euro al chilo, e il burro cacao, salito di 5-10 euro rispetto ai 20 euro al chilo iniziali, pesano sui bilanci. Per non parlare dell'uvetta, che nella categoria superiore è passata da 4,40 a 7 euro al chilo. Anche quella di qualità inferiore oggi tocca i 5,50 euro, contro i 3 euro di un anno fa».
I pasticceri in trincea contro i rincari di Natale
Quindi, per mitigare gli effetti degli aumenti, molte pasticcerie hanno cercato di anticipare i tempi, acquistando in anticipo gli ingredienti non deperibili. «Almeno per i prodotti più durevoli, questo ha permesso di non ritoccare i prezzi fino a oggi - continua Tagliafico. Ora però siamo a un punto di svolta: in vista del Natale dobbiamo acquistare grandi quantità di questi ingredienti».
Le realtà artigianali più grandi riescono a contenere meglio gli aumenti, grazie all'acquisto di volumi maggiori che consentono di negoziare prezzi migliori. Ma per i piccoli laboratori, i margini sono sempre più stretti. E Paolo Enea, rappresentante dei pasticceri Cna, ha descritto la situazione come un vero e proprio “delirio”: «Anche i latticini hanno subito rincari significativi, complicando ulteriormente la produzione».
I dolci di Natale costeranno di più anche al supermercato
Secondo un'indagine dell'Osservatorio nazionale di Federconsumatori, i dolci natalizi costeranno di più non solo nelle pasticcerie, ma anche sugli scaffali dei supermercati. L'aumento medio stimato è dello 0,6%, ma varia in base alle tipologie. Il panettone tradizionale, il più amato dagli italiani (scelto dal 54% dei consumatori), aumenterà del 4%, mentre il pandoro classico vedrà un incremento del 2%.
Chi predilige i panettoni artigianali dovrà affrontare un rialzo del 3%. Al contrario, i prezzi delle versioni senza lattosio e vegane sono in calo rispettivamente del 6% e del 5%. Ma il panettone gluten-free subirà un aumento del 5%. Tra le varianti più richieste ci sono quelle moderne, come il panettone al pistacchio, che non saranno escluse dagli aumenti.
Federconsumatori: ecco come scegliere un dolce di qualità
Dunque, con dei rincari così alti, diventa importante per i consumatori fare attenzione alla qualità. Federconsumatori, in occasione della pubblicazione dei dati dell'Osservatorio nazionale, ha voluto ricordare che un buon panettone deve presentare canditi e uvette in superficie, segno di un impasto ricco. Il pandoro, invece, deve essere dorato e uniforme, con una texture asciutta all'esterno. Dopo l'acquisto, è consigliabile osservare il profumo e l'alveolatura dell'impasto: nel panettone, un'alveolatura disomogenea è indice di una lievitazione ottimale, mentre nel pandoro deve essere più fine e compatta.
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Alberto Lupini
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