Latte, Bellanova ancora nel mirino Centinaio: «Si convochi il tavolo»
Un duro monito del senatore della Lega che ammonisce: «Serve un ministro che protegga e ascolti le nostre proposte di buon senso». Ma per il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, la situazione è sotto controllo al momento
20 marzo 2020 | 12:41
La questione latte è sempre più un campo di battaglia. Ed è diventata anche una questione politica. Con l’Horeca a saracinesche abbassate o a lavorare solo con il servizio a domicilio, i caseifici hanno in casa una quantità di prodotto difficile da vendere con i consumi di latte in pratica a saldo zero. Ciò innesca una polemica fra la Lega e il governo, ma il prsidente di Coldiretti, Ettore Prandini, tranquillizza operatori e clonsumatori: stiamo gestendo bene l'emergenza, è il suo commento.
Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova è finito ancora una volta nel mirino del dibattito politico. La Lega, attraverso i senatori Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole, Gianpaolo Vallardi, presidente della commissione Agricoltura e Giorgio Maria Bergesio, capogruppo in commissione Agricoltura, già nei giorni scorsi aveva lanciato i primi dardi, chiedendo la convocazione d'urgenza di un “tavolo del latte” che ricomprenda tutti gli attori del settore ed intorno al quale individuare le migliori opzioni per sostenere l'intero comparto dei produttori.
E oggi Gian Marco Centinaio, con il deputato della Lega Flavio Gastaldi, membro della commissione Agricoltura alla Camera, ha rincarato la dose: «Per sostenere realmente i produttori di latte del nostro Paese - dice - occorre disdire o ridurre i contratti di importazione di latte dall'estero, soprattutto dalla Germania; convocare il "Tavolo del Latte" con tutti gli attori della filiera, come avevamo già suggerito pochi giorni fa; chiedere alla Commissione Ue l'attivazione di ammassi privati per garantire la stabilità del prezzo del prodotto; fornire specifiche indicazioni, anche in deroga, agli operatori in merito allo smaltimento del siero del latte e degli altri sottoprodotti derivati dalle lavorazioni casearie; infine, organizzare una campagna mediatica tesa a promuovere il consumo di latte crudo italiano e, in generale, a sostenere tutto il made in Italy».
Un commento flash improntato all'ottimismo e al rigore viene però da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti che sentito da Italia a Tavola così commenta: «Se c’è senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti della filiera si può procedere bene. E chi specula va denunciato. Rispetto a qualche giorno fa la situazione si sta gestendo insieme a cooperazione e industria. Se continuiamo a lavorare così riusciamo ad andare avanti. In questo momento è comunque doveroso un appello all’acquisto dei prodotti dell’agroalimentare italiano per sostenere un comparto fondamentale».
Tonando invece alla posizione di Centinaio, cirdiamo che ha sostenuto che «il Ministro Bellanova con gli spiccioli e i timidi provvedimenti inseriti del Cura Italia, pensa di aver trovato le soluzioni ai problemi dei produttori di latte, si sbaglia di grosso. Basterebbe ascoltare le industrie del settore, quegli imprenditori che combattono quotidianamente contro il virus e contro un governo distante anni luce dalle loro necessità e che ogni giorno chiedono il nostro aiuto. Lo sa, il ministro, che appaiono confermate le notizie che danno svenduto a 21 centesimi un litro di latte, quando in una stalla ben organizzata si coprono i costi di produzione solo a 35 centesimi? Lo sa, il ministro, che la cassa integrazione applicata agli addetti del settore è controproducente, perché in questa stagione si semina il foraggio e, se lo si impedisce, il prossimo anno le mandrie di vacche non avranno da mangiare? L'ora è drammatica: non possiamo aspettare di proporre i nostri emendamenti al Decreto perché la campagna lattiero-casearia termina il prossimo 31 marzo ed è impensabile condurre una trattativa sul prezzo del latte in questo particolare momento di emergenza; serve un ministro che protegga e ascolti le nostre proposte di buon senso: altrimenti molli la poltrona e lasci lavorare».
Cala la richiesta e le disponibilità di latte sono elevatissime
Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova è finito ancora una volta nel mirino del dibattito politico. La Lega, attraverso i senatori Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole, Gianpaolo Vallardi, presidente della commissione Agricoltura e Giorgio Maria Bergesio, capogruppo in commissione Agricoltura, già nei giorni scorsi aveva lanciato i primi dardi, chiedendo la convocazione d'urgenza di un “tavolo del latte” che ricomprenda tutti gli attori del settore ed intorno al quale individuare le migliori opzioni per sostenere l'intero comparto dei produttori.
Gian Marco Centinaio
E oggi Gian Marco Centinaio, con il deputato della Lega Flavio Gastaldi, membro della commissione Agricoltura alla Camera, ha rincarato la dose: «Per sostenere realmente i produttori di latte del nostro Paese - dice - occorre disdire o ridurre i contratti di importazione di latte dall'estero, soprattutto dalla Germania; convocare il "Tavolo del Latte" con tutti gli attori della filiera, come avevamo già suggerito pochi giorni fa; chiedere alla Commissione Ue l'attivazione di ammassi privati per garantire la stabilità del prezzo del prodotto; fornire specifiche indicazioni, anche in deroga, agli operatori in merito allo smaltimento del siero del latte e degli altri sottoprodotti derivati dalle lavorazioni casearie; infine, organizzare una campagna mediatica tesa a promuovere il consumo di latte crudo italiano e, in generale, a sostenere tutto il made in Italy».
Un commento flash improntato all'ottimismo e al rigore viene però da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti che sentito da Italia a Tavola così commenta: «Se c’è senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti della filiera si può procedere bene. E chi specula va denunciato. Rispetto a qualche giorno fa la situazione si sta gestendo insieme a cooperazione e industria. Se continuiamo a lavorare così riusciamo ad andare avanti. In questo momento è comunque doveroso un appello all’acquisto dei prodotti dell’agroalimentare italiano per sostenere un comparto fondamentale».
Tonando invece alla posizione di Centinaio, cirdiamo che ha sostenuto che «il Ministro Bellanova con gli spiccioli e i timidi provvedimenti inseriti del Cura Italia, pensa di aver trovato le soluzioni ai problemi dei produttori di latte, si sbaglia di grosso. Basterebbe ascoltare le industrie del settore, quegli imprenditori che combattono quotidianamente contro il virus e contro un governo distante anni luce dalle loro necessità e che ogni giorno chiedono il nostro aiuto. Lo sa, il ministro, che appaiono confermate le notizie che danno svenduto a 21 centesimi un litro di latte, quando in una stalla ben organizzata si coprono i costi di produzione solo a 35 centesimi? Lo sa, il ministro, che la cassa integrazione applicata agli addetti del settore è controproducente, perché in questa stagione si semina il foraggio e, se lo si impedisce, il prossimo anno le mandrie di vacche non avranno da mangiare? L'ora è drammatica: non possiamo aspettare di proporre i nostri emendamenti al Decreto perché la campagna lattiero-casearia termina il prossimo 31 marzo ed è impensabile condurre una trattativa sul prezzo del latte in questo particolare momento di emergenza; serve un ministro che protegga e ascolti le nostre proposte di buon senso: altrimenti molli la poltrona e lasci lavorare».
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Alberto Lupini
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