L’espresso italiano? È sostenibile Il futuro del settore è virtuoso

Dal risparmio energetico alla plastic free, dalla scelta del biologico agli investimenti per azzerare le emissioni. L’Istituto espresso italiano segnala le nuove pratiche di un comparto che guarda avanti

23 novembre 2020 | 18:52
Dalla scelta del biologico agli investimenti per azzerare le emissioni: così guardano al futuro le imprese del settore caffè. Sostenibilità è la parola che contraddistingue l’industria dell’espresso italiano. È infatti su questo binario che le più importanti imprese della filiera stanno da anni investendo sotto vari aspetti. A tirare le fila di questo aspetto è l’Iei-Istituto espresso italiano, l’associazione che sotto il proprio marchio accoglie 37 aziende che rappresentano tutta la filiera e che con loro porta avanti il concetto di qualità del prodotto, ma anche di come viene comunicato al consumatore finale, in Italia e nel mondo.

L'Istituto espresso italiano sotto il proprio marchio accoglie 37 aziende che rappresentano tutta la filiera

Sono tante e variegate le attività che le aziende del caffè stanno mettendo in atto per raggiungere il concetto di sostenibilità. Chi per esempio come Caffè Haiti Roma, tra le prime torrefazioni ad aver investito nel biologico, sta portando le emissioni di CO2 a una riduzione del 70%, oltre ad aver abbattuto i fumi di produzione con un post-combustore del metano utilizzato.

Costadoro di Torino lo scorso anno è stata tra le prime aziende a presentare il report di Corporate Social Responsibility, un’attività rivolta soprattutto al piano sociale che ha riguardato il rapporto con tutti i collaboratori e dipendenti ed è quello che ha portato al progetto Costadoro RespecTo, una miscela che dalla raccolta dei chicchi fino al caffè in tazzina guarda ai diritti dei lavoratori coinvolti.

La Genovese di Albenga (Sv) ha creato un sistema virtuoso di salvaguardia ambientale supportando le piccole comunità del caffè oltre che installare una macchina per la torrefazione che rilascia aria pulita alla fine del ciclo produttivo.

Anche le imprese costruttrici sono impegnate nella sostenibilità, come nel caso di Rancilio Group. Da anni ha una linea green con investimenti diretti alle risorse naturali e con l’utilizzo per la produzione di energie da fonti rinnovabili (dal 2020 il quartier generale di Rancilio a Parabiago, Milano, è CO2 free al 100%). Da diversi anni i fondi di caffè vengono recuperati e utilizzati per la produzione di concime naturale.

Wega Macchine per Caffè di Susegana (Tv) ha investito in macchine dal basso impatto energetico (risparmiando fino a quasi il 50% dei consumi elettrici) oltre che a sistemi di recupero delle acque utilizzate per i collaudi. Il packaging è stato sostituito passando da plastiche a cartoni riciclati.

«Forse sostenibilità è una delle parole più utilizzate negli ultimi anni, ma quella che stanno perseguendo le imprese della nostra filiera è qualcosa che va oltre le solite buone pratiche - sottolinea Carlo Odello, direttore generale Iei - si parla infatti di azioni che guardano all’etica del lavoro, passando per il rispetto dell’ambiente e infine del consumatore stesso, perché l’obiettivo della qualità del prodotto passa per una serie di azioni anch’esse di qualità».

Per informazioni: www.inei.coffee


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Alberto Lupini


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