Igp al Gianduiotto? È “guerra” tra il comitato e la Caffarel (Lindt)

In occasione del convegno a CioccolaTò, ritorna la questione con la richiesta dell'avvocato Antonio Borra, segretario del comitato, di far intervenire la Regione per contrastare l'opposizione della Lindt che detiene il marchio Caffarel dal 1998 e chiede una percentuale inferiore di nocciola a favore di un 10% di latte in polvere

09 novembre 2023 | 15:17
di Piera Genta

In questi giorni, dopo la manifestazione CioccolaTò e in occasione di Dolcissimarte, a Torino si ritorna a parlare dell'igp al Gianduiotto. Il comitato promotore formato da una trentina di produttori tra artigiani e industriali, presieduto dal maestro cioccolatiere Guido Castagna, circa quattro anni fa aveva presentato il dossier alla Regione Piemonte; a settembre del 2022 la stessa Regione ha pubblicato sul bollettino ufficiale la richiesta con il rigido disciplinare che si rifa alle tecniche di produzione storiche, con le nocciole Piemonte Igp come ingrediente. Sarebbe il primo caso di una specialità protetta da Igp porta all'interno una materia prima a sua volta tutelata dal marchio europeo.

E proprio in occasione del convegno a CioccolaTò, "Il Cioccolato delle meraviglie: salute, benessere e felicità", ritorna la questione con la richiesta dell'avvocato Antonio Borra, segretario del comitato, di far intervenire la Regione per contrastare l'opposizione della Lindt che detiene il marchio Caffarel dal 1998 e chiede una percentuale inferiore di nocciola a favore di un 10% di latte in polvere. E di qui l'inizio della guerra del gianduiotto!

La storia del gianduiotto e della Caffarel

Chiamiamo a raccontare la storia del gianduiotto e della Caffarel Gigi Padovani che proprio in questi giorni ha presentato il suo ultimo libro Storie di cioccolato a Torino e in Piemonte per le Edizioni del Capricorno scritto con la moglie Clara. «La ricetta con le nocciole nasce fin dal 1814, mentre il cioccolato al latte nasce in Svizzera ma ben dopo il gianduiotto: creato da François-Louis Callier nel 1875. La Caffarel, come si legge nel nostro libro, afferma di aver dato i natali al primo cioccolatino incartato al mondo, com'è scritto sul suo sito: "Caffarel ha inventato il gianduiotto nel 1865".

Tipico esempio di "invenzione della tradizione", già nel 1899 la ditta emanò questa circolare: «All'epoca della sua creazione, cioè nel 1865, tale cioccolato venne posto in vendita con il nome di Givo, e fu soltanto nel 1867, all'epoca della Fiera Fantastica di Torino, che tale nomignolo fu cambiato in quello più appropriato e caratteristico di Gianduja. E l'Attestato di Trascrizione di Marchio al ministero delle Corporazioni con il brand - usato tuttora dalla Caffarel - "Gianduia 1865" risale al 31 gennaio 1937».

Comitato del Gianduiotto-Caffarel, è "guerra" per l'Igp

Una "guerra" appena iniziata: il governatore della Regione Piemonte ha sentito il ministro all'agricoltura Francesco Lollobrigida ed anche Janusz Wojciechowski, commissario Ue all'Agricoltura. Intanto la Caffarel ha diramato un comunicato in cui riconosce l'importanza dell'iniziativa del Comitato del Gianduiotto di Torino. «Riconosciamo l'importanza dell'iniziativa del Comitato del Gianduiotto di Torino volta a valorizzare la riconoscibilita` di uno dei prodotti piu` caratteristici della tradizione dolciaria torinese, introducendo un'indicazione geografica protetta (Igp). Per questo motivo Caffarel, parte di Lindt & Spru¨ngli Italia, non si e` opposta alla proposta di Igp e, al contrario, si e` sempre impegnata per la ricerca di un accordo di valore».

«Nel 2022 "Caffarel" e "Gianduia 1865, l'autentico Gianduiotto di Torino" sono stati inseriti nel Registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale, curato dal ministero delle Imprese e del made in Italy per valorizzare le eccellenze italiane registrate da almeno cinquant'anni e storicamente legate al territorio. Alla luce del comune obiettivo di tutela del Gianduiotto come eccellenza del Made in Italy nel mondo, Caffarel ribadisce che la propria volontà è sempre stata quella di identificare un accordo di valore, e auspica che si possa presto giungere a una soluzione comune, che soddisfi tutte le parti coinvolte riguardo alla denominazione dei propri prodotti». Il riferimento agli ingredienti da inserire nel disciplinare è solo sottointeso, ma non citato. L'intervento della Caffarel fa seguito, e vuole smentire un altro comunicato, questa volta della Regione Piemonte in cui affermava che una multinazionale si opponeva al riconoscimento Igp rivendicando la titolarità del marchio Gianduia.

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