Farine Mulino Caputo protagoniste alla storica Pizzeria Da Michele
Mulino Caputo, che produce farine di altissima qualità, è cresciuto insieme ad un’altra storica realtà partenopea, Pizzeria Da Michele, fondata a Napoli nel 1870, oggi con 18 ristoranti in tutto il mondo
15 maggio 2021 | 09:30
di Giorgio Lazzari
Autorevolezza, spontaneità e tradizione caratterizzano da sempre la famiglia Caputo, da tre generazioni Maestri Mugnai Napoletani. L’azienda, che dal 1939 ha sede nel mulino di San Giovanni a Teduccio, l’ultimo rimasto nella città di Napoli, utilizza un metodo a macinazione molto lenta, legato all’antica arte molitoria, che consente di ottenere farine di altissima qualità senza danneggiarne gli amidi, le proprietà organolettiche e soprattutto l’autenticità del gusto.
Mulino Caputo e Pizzeria Da Michele, partner nel nome della tradizione napoletana
Mulino Caputo è cresciuto insieme ad un’altra storica realtà partenopea, l’antica Pizzeria Da Michele, fondata a Napoli nel 1870 da Salvatore Condurro, che si trasferisce in città da Torre Annunziata e comincia a vendere le prime pizze fritte fuori da casa. Il figlio Michele, che dà il nome alla pizzeria, inventa di fatto il primo delivery, portando le pizze a casa dei clienti grazie a stufe di rame che permettono di consegnarle calde.Nel 1904 apre ufficialmente la prima Pizzeria Da Michele che fino al 1929 ha sede nel quartiere Forcella. La costruzione del nuovo ospedale costringe Michele a trasferirsi nell’attuale location di successo in via Cesare Dersale e prosegue la tradizione della pizza gigante nelle varianti Margherita e Marinara.
«Michele ha deciso di puntare solo su due tipologie di pizze», commenta Alessandro Condurro, che rappresenta la quarta generazione dell’attività storica di famiglia. «La scelta ha una spiegazione ufficiale dettata dal fatto che Margherita e Marinara sono le uniche due pizze classiche riconosciute dalla tradizione napoletana. Ma esiste anche una motivazione dettata dalla necessità, visto che a cavallo della Seconda guerra mondiale le persone potevano permettersi solo le pizze che costavano meno, tanto che era nata l’usanza di pagare il servizio dopo 8 giorni. Di necessità fu fatta virtù e nacque una brand identity in maniera inconsapevole. Da quel momento le persone hanno iniziato a venire da tutto il circondario e poi anche dall’estero per assaggiare la nostra pizza “a ruota di carro”, molto larga e sottile, tanto che esce fuori dal piatto, studiata in tempi di guerra anche per dare un senso di sazietà e un’idea di opulenza al commensale».
Successo senza confini: nasce il progetto “Michele in the world”
Senza il supporto dei social e con il semplice passaparola, Michele è diventato famosissimo, tanto che anche oggi arriva gente da tutto il mondo per vivere un’esperienza unica, che dura da più di 150 anni, seduti allo stesso tavolo senza distinzione di classi sociali. Il forno della storica pizzeria di Napoli, un vero e proprio museo dove il tempo pare essersi fermato, rimane acceso dalle 8 a mezzanotte.«Abbiamo deciso di mantenere un rapporto stretto con il territorio e con tutti i nostri fornitori», prosegue Condurro. «Dalla mozzarella fiordilatte ai friarielli, fino all’ingrediente principale costituito dalla farina. Pensate che mio nonno Michele ha sperimentato con la famiglia Caputo il prodotto che utilizziamo anche oggi per le nostre pizze, la farina “Caputo Blu”, che garantisce qualità uniche, con un glutine elastico e resistente, ideale per impasti a lunga lievitazione fino a 18-20 ore. Personalmente sono molto legato ad Antimo Caputo e insieme stiamo lavorando anche il progetto “Michele in the world”».
Già, perché il successo della Pizzeria Da Michele è sbarcato in tutto il mondo. Vip e calciatori, da Julia Roberts, che ha anche girato le scene del film “Eat Pray Love” nel locale di Napoli, fino a Maradona, hanno contribuito a diffondere il nome del locale dagli Usa al Giappone.
«Gestiamo direttamente insieme ad altri partner 18 ristoranti in tutto il mondo, da Los Angeles a Tokyo», conclude Alessandro Condurro, che si occupa direttamente del progetto “Michele in the world”. «Siamo in espansione e speriamo di poter ripartire il prima possibile con l’apertura di altri dieci locali, molti dei quali nei Paesi arabi. Tutte le pizze in Italia e all’estero vengono realizzate con gli stessi ingredienti provenienti dai nostri fornitori, un ottimo modo di promuovere il nostro territorio».
Per informazioni: www.mulinocaputo.it
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