Le farine fanno buona una pizza. Quelle italiane al top per qualità; ogni anno se ne utilizzano 400mila tonnellate

Dati di Italmopa-Associazione industriali mugnai d’Italia, parte di Federalimentare e Confindustria, quanficano in 400mila tonnellate la quantità di sfarinati di frumento tenero prodotti in Italia destinati agli impasti

15 gennaio 2021 | 15:20
La pizza, uno fra i prodotti gastronomici più gustosi, è ottenuto semplicemente da un impasto di farina, acqua e lievito e condito nella sua versione più tradizionale da olio, pomodoro e mozzarella. Il 17 gennaio ne viene celebrata la Giornata Mondiale. Un piatto che, sulla base degli ultimi dati elaborati da Italmopa-Associazione industriali mugnai d’Italia, aderente a Federalimentare e Confindustria, vede destinate circa 400mila tonnellate di sfarinati di frumento tenero prodotti nel nostro Paese.


Le nostre farine derivano dalla selezione e miscelazione delle migliori materie prime

«La qualità della pizza italiana è riconosciuta in tutto il mondo anche grazie al lavoro e all’impegno costante dei nostri mugnai che producono da sempre, con passione e grande competenza, farine di frumento tenero naturali, genuine e di assoluta qualità – spiega Giorgio Agugiaro, presidente della Sezione molini a frumento tenero Italmopa -  Farine derivanti dalla selezione e miscelazione delle migliori materie prime, quale che sia la loro origine, che proprio per le loro caratteristiche vengono oggi esportate con successo in tutto il mondo».


Giorgio Agugiaro

Il consumo pro capite di pizza in Italia raggiunge circa 8 kg, un quantitativo significativo ma comunque largamente inferiore al consumo - 13 kg circa - registrato negli Stati Uniti. Per quanto riguarda invece quella preferita, gli italiani non hanno dubbi: secondo un recente sondaggio effettuato dalla Doxa per conto di Italmopa, la pizza Margherita si aggiudica il primo posto con il 57% circa delle preferenze, davanti alla Napoli (17%) e alla Quattro Stagioni (8%).


La graduatoria delle pizze preferite dagli italiani vede al primo posto la Margherita, seguita da Napoli e Quattro Stagioni

Le modalità di consumo, sinonimo di quella convivialità di cui oggi sentiamo così tanto la mancanza, hanno purtroppo subìto cambiamenti significativi dettati dalle misure imposte per far fronte alla pandemia in corso. Il consumo, che oggi avviene prevalentemente tramite l’asporto, non può però compensare la mancata richiesta derivante dalla chiusura delle pizzerie e, più in generale, dei locali adibiti alla ristorazione. Un settore il cui pieno ed efficace sostegno da parte delle Istituzioni risulta fondamentale non soltanto per la tenuta del comparto agroalimentare nazionale, ma anche e soprattutto per l’economia dell’intero Paese.

Per informazioni: www.italmopa.com

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Alberto Lupini


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