Cunsolo, panettiere per vocazione «Il pane mi ha salvato la vita»
Trentanove anni, titolare di un’attività nel milanese e presidente dei Panificatori, Matteo Cunsolo racconta la sua storia e i suoi segreti: «Per la qualità, servono regole precise»
16 febbraio 2020 | 10:39
di Claudio Zeni
Matteo Cunsolo
«È stato un percorso tortuoso, a volte non semplice, perché non ho proprio un bel carattere - sottolinea Matteo - per fortuna ho incontrato persone che hanno cambiato la mia vita, hanno creduto in me, mi hanno supportato e talvolta anche guidato».
Uno che ha creduto in lui fin dai banchi di scuola, prendendolo sotto la sua ala protettrice e aiutandolo a credere in se stesso è stato il professor Giovanni Farina. Diplomato all’Istituto "Capac" di Milano in panificazione e pasticceria, Cunsolo ha collaborato con vari panifici di Milano, ma soltanto un fornaio gli ha cambiato la vita professionale dandogli la possibilità di comprendere e appassionarsi al mondo della panificazione e dei lievitati.
Il pane, la vocazione di Matteo Cunsolo
«Massimo Grazioli è stato uno dei miei maestri: semplicità, grinta, capacità di fare squadra e la dedizione con la quale mi ha seguito sono stati elementi che mi hanno ispirato - ricorda Cunsolo - poi l’incontro con il maestro panificatore Piergiorgio Giorilli, fondatore e presidente d’onore del Richemont Club Italia e Ambasciatore Onorario dell’Italian Hospitality, che mi ha tecnicamente aperto sul mondo del lievito madre».
Nel 2003 Cunsolo avvia, assieme alla madre Antonia Orru, “La Panetteria” il panificio a Parabiago, dove oltre al pane, che prepara anche per numerose rinomate realtà ristorative di Milano e dell’hinterland, produce artigianalmente una scelta tra snack salati, focacce, specialità salate, piadine, biscotti, panettoni, colombe, piccola pasticceria.
«Per fare un prodotto artigianale di qualità si devono rispettare i segreti dell'arte fornaia - conclude Cunsolo - seguire una lievitazione naturale, capace di garantire una maggiore digeribilità e si devono scegliere accuratamente i prodotti, visto che il pubblico è sempre più attento ed informato sulla materia prima. Il pane è gioia, anche se spesso è sottovalutato, ma, per me che lo preparo, rappresenta una grande responsabilità. Pane sa di casa, di famiglia, di unione».
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Alberto Lupini