Carota, Italia 7° produttore mondiale Fonte di vitamine e alleata della salute
06 dicembre 2015 | 16:13
di Piera Genta
Allo stato spontaneo è considerata pianta infestante e si trova facilmente in posti assolati ed in zone aride e sassose ma anche in tutti gli ambienti rurali e perfino alle periferie cittadine. C’era un tempo in cui le carote non erano arancioni, ma bianche, gialle e viola, varietà che adesso sono tornate sui banchi del mercato. Per arrivare alla attuale colorazione bisogna aspettare il ‘600 quando, si dice in onore di Gugliemo d’Orange, in Olanda si lavorò ad una selezione delle sementi fino ad ottenere il colore che tutti conosciamo.
L’Italia si posiziona al settimo posto nella graduatoria mondiale dei maggiori produttori con numerosi varietà, con cinque categorie che si distinguono per il loro colore: oltre alla arancione, la violacea, la gialla, la bianca e la rossa, che sono meno interessanti dal punto di vista nutrizionale. Ricordiamo quella dell’altopiano del Fucino Igp, in provincia de L’Aquila, la carota Novella di Ispica Igp, nella zona orientale della Sicilia, e le carote giallo-viola di Polignano a Mare, a sud di Bari, Presidio Slow Food.
Ricche di vitamina A (Betacarotene), B, C, PP, D ed E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio, povere di calorie e un notevole contenuto di fibre. Il loro consumo favorisce un aumento delle difese dell’organismo contro le malattie infettive ed alleate della vista. Le proprietà lenitive ed antiossidanti sono da sempre usate in dermatologia per la cura dell’epidermide.
L’uso in cucina della carota è svariato, può essere utilizzata per preparare puree, succhi, minestre, dolci, ma anche cruda in insalata per mantenere inalterati i suoi valori nutrizionali. Alcune curiosità. L’Argovia, cantone nella Svizzera settentrionale, è conosciuto come “Rüebliland” (paese delle carote): ogni anno a novembre viene allestito ad Aarau un grande mercato delle carote e la tipica torta, di carote ovviamente, la Rüeblitorte, è molto amata in tutto il paese.
A Tiggiano, un piccolo comune nel basso Salento, in occasione delle celebrazioni in onore di sant’Ippazio, è tradizione raccogliere e consumare la pestanaca (terminologia locale con cui dai tempi dei Greci e dei Romani in diverse località del Sud Italia viene denominata). Si tratta di una radice di colore viola, ricca di antocianine, soprattutto cianidine, screziata, che degrada, nella parte distale del fittone, verso l’arancione.
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Alberto Lupini