Carnaroli Classico Pozzi, il riso dalla filiera premium
Una semente certificata al 100% e una tracciabilità controllata fino al chicco e alla messa in tavola del piatto. Un prodotto “giovane”, fresco e senza conservanti
01 gennaio 2021 | 10:26
di Gabriele Ancona
Giorgio Pozzi
«Negli ultimi anni - spiega Giorgio Pozzi in rappresentanza della famiglia - abbiamo deciso di proporre al mercato un prodotto di grande pregio e abbiamo avviato la produzione di Carnaroli Classico, denominazione che l’Ente risi italiano insieme all’Unione europea conferisce a tutti gli agricoltori che decidono di rispettare determinati processi produttivi. Il che significa che abbiamo una semente certificata al 100% Carnaroli e una filiera controllata fino al chicco e alla messa in tavola del prodotto. Questo a garanzia dell’autenticità del riso Carnaroli e della sua totale tracciabilità, a partire da dove e come viene coltivato».
Il risultato è un riso che vanta un’ottima tenuta di cottura. Un chicco compatto, ricco di amido e di sostanze nutritive. Assorbe il brodo e trattiene profumi e sapori esaltando ogni ingrediente. Si distingue anche per il colore ambrato caldo e per la consistenza e sviluppa un gusto intenso nel piatto.
Campi fertilizzati dai bovini
«Per la coltivazione delle nostre terre - sottolinea Giorgio Pozzi - ci serviamo inoltre di bovini che aiutano a fertilizzare i campi in maniera naturale. Valore aggiunto che fa apprezzare il Carnaroli Classico Pozzi non solo dalla ristorazione più qualificata, ma anche dalla grande distribuzione, dove lo proponiamo a un prezzo un po’ più alto rispetto a quelli “commerciali”. Il mercato ci ha seguito, in quanto i consumatori si sono rivelati disponibili a spendere qualcosa in più consapevoli che a monte c’è una filiera tracciata e controllata che adotta parametri di alto profilo».
Un ulteriore punto di forza del Carnaroli Classico della famiglia Pozzi è che è un riso “giovane”: viene confezionato nel medesimo anno solare di produzione. La raccolta inizia tra settembre e ottobre di ogni anno. «Non facciamo stock di risone per tanti mesi o per tanti anni - puntualizza Pozzi - siamo convinti che il prodotto debba essere consumato con la sua scadenza naturale. Il riso cosiddetto “invecchiato” non è nelle nostre corde. Lo preferiamo decisamente fresco e senza conservanti».
Per informazioni: www.risopozzi.com
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