Caffè sospeso: il piccolo grande gesto di solidarietà che unisce il mondo
Da Napoli al mondo, il "caffè sospeso" è simbolo di generosità e solidarietà. Nato come gesto spontaneo durante la guerra, oggi rappresenta un'abitudine globale per aiutare chi è in difficoltà, declinata in molte forme e lingue
Offrire un caffè: un gesto semplice, quotidiano e apparentemente banale che per gli italiani rappresenta attenzione e cura verso l’altro. Secondo un’indagine condotta da AstraRicerche per il Consorzio Promozione Caffè, per il 91,2% degli intervistati è un atto di gentilezza che va oltre la routine, fino a trasformarsi in un simbolo di solidarietà universale. Il 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, è stata scelta anche come Giornata del caffè sospeso che celebra questa tradizione, sottolineandone il valore simbolico. Offrire un caffè, infatti, non è solo un atto materiale: è un gesto disinteressato che scalda il cuore, consola e unisce.
Caffè sospeso, la storia
Il caffè sospeso, tradizione nata a Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale, incarna questo spirito altruistico. Come raccontava Luciano De Crescenzo, celebre pensatore napoletano, «quando un napoletano è felice, invece di pagare un solo caffè, ne paga due: uno per sé e uno per chi verrà dopo». Questo semplice atto permetteva a chi non poteva permettersi un caffè di godere di un momento di calore e conforto, dimenticando per un istante le difficoltà della vita.
«Il caffè sospeso non è solo un simbolo di generosità, ma un richiamo all’umanità profonda di cui Napoli si fa portavoce - commenta Michele Monzini, presidente del Consorzio Promozione Caffè -. Regalare un caffè a chi ne ha bisogno è un piccolo gesto capace di far sentire meno sole le persone». Un rito semplice che, sorso dopo sorso, continua a dimostrare che la solidarietà può essere universale, anche partendo da una semplice tazzina.
Il caffè sospeso oggi
Oggi, il caffè sospeso non solo è ancora vivo nei bar storici di Napoli, dove si contano fino a cinquanta caffè sospesi al giorno, ma ha superato i confini italiani. Dal “suspended coffee” negli Stati Uniti e Regno Unito, al “cafè pendiente” in Spagna e Argentina, fino all’“Uppskjuten” in Svezia, questo rito è diventato globale.
La solidarietà, però, non si è fermata al caffè: ispirati dallo stesso principio, sono nati il pane sospeso, la pizza sospesa e persino carrelli della spesa, farmaci e visite mediche sospese. Questo fenomeno, definito “economia sospesa”, incarna un modello di generosità capace di superare le barriere economiche e culturali.
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Alberto Lupini
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